Cultura aperta per un futuro di aggregazione

Sabato 28 maggio concerto degli allievi di canto lirico
Un nuovo appuntamento con la musica dotta nei saloni della Biblioteca di Su Nuraghe

Sabato 28 maggio si è tenuto presso il nostro circolo il concerto degli allievi di canto lirico della prof.ssa Enrica Maffeo.
È stato l’ennesimo appuntamento con la “grande musica”, quella che unisce e che è universalmente condivisa e apprezzata.
Nel nostro circolo, di chiara identificazione etnica, le porte si sono aperte ancora una volta nel nome della condivisione culturale ad altre realtà. L’appagamento dell’intelletto è un bisogno primario e supplire a questa necessità non può che essere il futuro della nostra associazione. Pur continuando a mantenere la nostra identità, sottolineandola anche energicamente qualora le circostanze lo imponessero, l’orgoglio delle proprie origini è una delle caratteristiche fondamentali della gente sarda, non dobbiamo escludere qualsiasi forma d’espressione ci si presenti davanti. Il prezzo di una limitazione di apertura e d’accoglienza verso altre realtà sarebbe altissimo: non soltanto una personale mancata crescita culturale, ma soprattutto l’estinzione, nel giro di pochi anni, di quell’attivismo che sta caratterizzando il “Su Nuraghe” e che tanto favore e consenso sta ricevendo sia dalla popolazione biellese che dalle istituzioni sarde e piemontesi. Mi viene in mente una frase espressa da un nostro socio riferendosi alle nostre attività: “Senza queste cose il circolo tornerebbe una bettola!”. Pur ritenendo che una “bettola” il circolo non lo sia mai stato (il parlare attorno ad un buon bicchiere, il giocare a carte, cenare assieme, magari riproponendo piatti dell’isola, è un’attività nobile perché aggrega ed è un lusso che in tempi frenetici come questi spesso non ci possiamo permettere) questa frase sottolinea la grande trasformazione avvenuta in questi anni: da associazione di “migranti” ad ente stabile capace di organizzare, accogliere e produrre cultura.
Grazie a questo la nostra sede acquisisce sempre più prestigio e si arricchisce di nuove sale e di importanti mezzi (biblioteca, punto Cagliari). Realizzare strutture e mezzi di interazione culturale è però solo il punto di partenza di un lungo cammino. Occorre che le sale vengano usate, i libri letti, i servizi proposti abbiano un’utenza che risponda per soddisfare le sue esigenze. In questo non possiamo non avvertire una forte responsabilità specie quando constatiamo come moltissimi giovani sardi o figli di sardi, non provano alcun interesse nel frequentare la nostra sede. Perché? Semplice: gli interessi sono diversi e spesso non hanno collegamenti immediati con la Sardegna. Che fare?
Accogliere per non restare soli. Creare le condizione per indurre i giovani a venire al circolo per condividere passioni comunque, anche se estranee alla Sardegna, all’emigrazione. Il rapporto con l’isola e con le tematiche affrontate dal circolo, se non presenti nell’immediato, verranno poi, matureranno nelle coscienze, lentamente, con tempi diversi per ogni individuo. Ben vengano mostre, musica, teatro, cinema e quant’altro anche se non espressamente sardo, purché avvicinino e aggreghino.
L’obiettivo parallelo alla ristrutturazione materiale della sede deve diventare quello della continuità generazionale, un aspetto fondamentale per la vita della nostra casa comune.

Mirko Cherchi

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