Giovani sardi e ragazzi sordi, uniti da “Limba” e da “segni”

Saggio finale del Corso di Limba sarda – ragazzi sordi segneranno simultaneamente in Linguaggio LIS

locandina del saggio di fine corsoSabato 30 maggio, alle ore 21, nei saloni della Biblioteca Su Nuraghe di via Galileo Galilei, 11 a Biella si terrà il saggio di fine corso del Laboratorio Linguistico 2009 di “Limba” del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella, rivolto ai giovani dagli otto ai quindici anni, dal titolo “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant“.
La serata vedrà la partecipazione di giovanissimi sardi e di alcuni coetanei sordi, coordinati da Valentina Magni dell’Associazione Vedo Voci di Biella, che tradurranno simultaneamente in linguaggio LIS (Lingua italiana dei Segni), i brani in Lingua sarda recitati dai Ragazzi di Su Nuraghe.
Durante la serata verrà distribuito un libretto di sala “Su Sardu Jocande“, con i testi di Maria Teresa Pinna Catte, scritti in sardo nelle varianti campidanese e Logudorese – e in italiano, di cui alleghiamo la breve prefazione.
Per l’occasione, le donne della famiglia Fosci prepareranno le gustosissime pardulas di Gonnosfanadiga da offrire a tutti i presenti.

Battista Saiu


La parola e il segno, il significato originale delle cose

Il Laboratorio Linguistico 2009 di “Limba” del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella, rivolto ai giovani dagli otto ai quindici anni, dal titolo “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant“, in omaggio ad un celebre verso della Divina Commedia di Dante («le genti del bel paese là dove ‘l sì suona»: Inferno, XXXIII, 80), si è inserita nel contesto delle attività di promozione e tutela linguistico culturale riconosciute nell’ordinamento giuridico nazionale dall’Articolo 6 della Costituzione e dalla Legge 15 dicembre 1999, n. 482, nonché dalla Legge Regione Sardegna 15 ottobre 1997, n. 26 e dalla recentissima Legge Regione Piemonte 7 aprile 2009, n. 12, relativa alla “Promozione delle tradizioni culturali delle minoranze linguistiche storiche non autoctone presenti sul territorio regionale“.

Questa iniziativa dall’alto significato culturale ha focalizzato in questa edizione la propria attenzione sulla lettura e sull’ascolto delle varianti vernacolari del Sardo, evidenziando il fatto di come vocaboli e modi di dire differenti, utilizzati in paesi e luoghi anche a breve distanza gli uni dagli altri all’interno dello stesso territorio, non siano altro che sinonimi riconducenti a medesimi significati e concetti. Questo fenomeno, caratteristica propria della realtà della “Limba” e della sua ricchezza di metafore, come evidenziato da numerosi scritti, tra i quali si ricorda Prefazione a M.L. Wagner (a cura di G.Paulis), La Lingua Sarda: storia, spirito e forma, Ed.Ilisso, Nuoro, 1997, nonché, da ultimo,”Aiutami“, nota di M.Codignola in S.Niffoi, Paraìnas – Detti e parole di Barbagia, Ed. Adelphi, Milano, 2009, conduce a profonde riflessioni.

L’uomo, osservando il mondo all’interno del quale vive, concentra da sempre la propria attenzione sui vari aspetti della realtà, ed attribuisce nomi ad eventi, aspetti e fenomeni (si pensi al passo dal valore universalistico di Genesi, II, 19 – 20, ove Adamo impone i nomi agli esseri viventi). Tuttavia, attraverso tale operazione, per comunicare concetti medesimi od affini, può utilizzare parole diverse. Un medesimo termine poi, può racchiudere in sé una sfumatura di significati ed aspetti non in grado di identificare con precisione il concetto cui si riferisce. Questo fatto evidenzia la circostanza per cui i vocaboli sono spesso incapaci di esprimere compiutamente, ed in modo semplice ed univoco, le realtà ad essi sottesi. Le molteplici dizioni, quindi, sebbene aspetto di ricchezza culturale, spesso possono essere fonte di divisioni e di distanza tra persone pur appartenenti a medesimi e limitrofi contesti. Tale fenomeno tende poi ad accentuarsi col trascorrere del tempo, con lo stratificarsi della successione degli eventi. Per ritrovare il significato originale delle cose l’uomo è costretto a ritornare alla natura, alla realtà empirica, a strumenti riconducibili a fenomeni concreti, che rendano accessibili ed identificabili il più compiutamente possibile significati, concetti e valori. Per raggiungere tale obiettivo l’uomo ricorre ai segni, i quali, con il proprio carattere di materiale percepibilità, riconducono in modo semplificato ai significati originali delle cose ed hanno il pregio di sintetizzare in una espressione sensibile un significato sotteso. I segni, sebbene convenzione arbitraria, non sono altro, quindi, che un mezzo percepibile di interpretazione delle parole, volti a rendere accessibili ad un maggiore pubblico possibile i concetti sottesi. In tal senso il linguaggio dei segni diventa linguaggio universale. Ed ecco così spiegata il perché dell’iniziativa di chiusura di questo primo ciclo del Laboratorio Linguistico, ossia la partecipazione, al saggio finale, di esponenti dell’Associazione Vedo Voci di Biella, i quali, attraverso il linguaggio dei segni dei sordi, offrono al pubblico una traduzione dei brani e delle poesie in “Limba” recitate dagli alunni di Su Nuraghe. Un’occasione ulteriore per evidenziare ancora una volta come gli individui appartengano tutti ad una stessa realtà esistenziale ed a come le diversità possano unire ed orientarsi alla moltiplicazione della condivisione delle reciproche ricchezze individuali e collettive.

Hanno collaborato al presente progetto:

  • Battista Saiu, Presidente del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella.
  • Biagio Picciau, Direttore della Biblioteca di Su Nuraghe.
  • Gianni Cilloco.
  • Raffaele Zanella.

Strumenti letterari utilizzati nel corso delle lezioni:

  • Fedro, Fiabe.
  • E.Blasco Ferrer, Ello Ellus – Grammatica della Lingua Sarda, Ed.Poliedro, Nuoro, 1994.

Strumenti multimediali utilizzati dietro autorizzazione dei soggetti aventi il relativo copyright:

  • Testimonianze ed interviste in Limba dai Comuni della Sardegna, reperibili sul sito: www.sardegnadigitallibrary.it, archivio della Regione Autonoma Sardegna.
  • Voci consultabili sul sito: www.ditzionariu.org, DitzionàriuOnline versione dell’opera di: M.Puddu, Ditzionariu de sa limba e de sa cultura sarda, Ed.Condaghes, Cagliari, 2002.
  • Brani e file tratti dal sito: www.sardegnacultura.it/cds/cd2/, versione 2006, a cura della Regione Autonoma Sardegna, dell’opera cartacea di: M.T.Pinna Catte, Su Sardu Jocande, Ed.Condaghes, Cagliari.

Nelle immagini: locandina del saggio di fine corso; ragazzi a scuola di sardo; giovani di Su Nuraghe.

ragazzi a scuola di sardo

giovani di Su Nuraghe

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