“In altu s’Istendardu!” – Alzabandiera a Nuraghe Chervu

Costituzione ufficiale della Brigata Sassari: Sinnai e Tempio Pausania, 1° Marzo 1915 – Biella, 1° marzo 2009

videoSarà il trombettiere Paolo Mattinelli, reduce da Sanremo dove ha cantato tra le “giovani promesse”, a ritmare con gli squilli della sua tromba l’Alzabandiera mensile voluto dai “Sassarini biellesi” a Nuraghe Chervu, il monumento alla Brigata “Sassari” intitolato nell’ottobre scorso ai “Caduti sardi e ai Caduti biellesi” della Grande Guerra.
Per l’occasione giunsero a Biella i “Dimonios“, i soldati della Banda Musicale della Brigata “Sassari”, con il loro Generale Comandante dott. Alessandro Veltri, accolti dalla Comunità sarda, benedetti con l’antico rito del grano da trenta donne – tante quanti gli anni di vita dell’Associazione – del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe.
Domenica 1° marzo, a Biella, alle ore 12 in punto, alla presenza delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, sul pennone centrale dell’area monumentale di Nuraghe Chervu verrà issato il Tricolore tra i vessilli della Città di Biella e della Brigata “Sassari”, della Regione Piemonte e della Regione Autonoma della Sardegna.
Una cerimonia semplice che ha lo scopo di tenere vivo il fuoco del ricordo, non dimenticare il sacrificio di quanti hanno contribuito a formare l’Italia moderna in cui noi oggi viviamo. La manifestazione verrà ripetuta ogni prima domenica del mese, alcune volte in forma solenne, secondo un calendario concordato, che di volta in volta celebrerà le ricorrenze delle diverse Armi dell’Esercito Italiano. Il 28 gennaio scorso si è iniziato con la “Festa della Bandiera della Brigata “Sassari”, in contemporanea con le manifestazioni organizzate a Sassari.
Un’iniziativa – al momento unica – che i promotori vorrebbero venisse imitata e replicata in vista dei festeggiamenti del 2011, 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ricorrenza che i Sardi di Biella si apprestano a festeggiare adeguatamente.
Il 17 marzo 1861, il Regno di Sardegna dava al nascente Regno d’Italia nome e fondamento giuridico; 54 anni dopo offriva i suoi giovani figli per completare il lungo e difficile processo unitario.
La Prima Guerra Mondiale, la Quarta Guerra Risorgimentale, ha portato a compimento l’unificazione italiana. In quel conflitto, in cui furono coinvolti tutti gli Italiani, i Sardi diedero un contributo altissimo; moltissimi i mobilitati nei due Reggimenti della Brigata “Sassari”.

Scheda Brigata “Sassari”

(di Giovanni Manunta)

Frontespizio videoLa Brigata Sassari nasce a fine gennaio 1915, quando comincia a formarsi a Tempio (Sassari) e a Sinnai (Cagliari) con elementi sardi e continentali tratti dal 45° (152°) e dal 46° (151°) di Ozieri. L’1 marzo è formalmente dichiarata costituita, con le mostrine bianco-rosse, lo stemma sardo coi due leoni e il motto “Deus et su Re“.
Il 24 maggio scoppia la guerra, ma i Reggimenti sono ancora in completamento a Roma. Il 27 maggio, con l’arrivo di 200 richiamati dal deposito di Roma nord-est, la Brigata è finalmente messa sul piede di guerra. Il 31 maggio è trasportata in tradotta alle retrovie, dove completa l’addestramento, e riceve le Bandiere di Guerra il 20 luglio (152°), e il 21 luglio (151°). Gli eventi precipitano. Il 24 luglio la Brigata attraversa l’Isonzo, e si porta in prima linea. Il 25 luglio i Reggimenti ricevono il battesimo del fuoco a San Michele, nei tre settori d’attacco di Bosco Cappuccio, Bosco Triangolare, e Bosco Lancia, che conquista a carissimo prezzo.
Il Trincerone, Sella San Martino, Castelnuovo sono le successive tappe di sangue e di gloria. Il 24 settembre sono insigniti di medaglia d’argento il Sergente Salvatore Laj da Sinisi, del 151°, e il Caporal Maggiore Antonio Chessa da Siligo, del 152°. Il 13 e 14 Novembre i “Diavoli Rossi” conquistano le trincee delle “Frasche” e dei “Razzi”. Quest’ultima è frutto di una vera e propria bardana, progettata e guidata dal capitano Francesco Dessì, del I Btg. 151°, che, geloso del sangue dei suoi uomini, rifiuta di bruciare il reparto in stupidi attacchi frontali.
Nessuno dei 172 Bollettini di guerra sinora pubblicati dal Comando Supremo aveva menzionato le unità che si erano particolarmente distinte. Il semestrale silenzio è rotto dal Bollettino del 15 novembre 1915, n. 173 che cita ” … gli intrepidi Sardi della Brigata Sassari… “.
Il generale Cadorna, Comandante Supremo, non tarda ad capire che i Sardi hanno il loro modo particolare di fare la guerra, e il 3 dicembre 1915 dispone che tutti i militari sardi dei reggimenti di Fanteria siano trasferiti d’urgenza alla Brigata Sassari, così come tutti gli ufficiali sardi che ne facciano richiesta. La brigata diviene così, e tale rimane, un reparto a reclutamento regionale come gli alpini. E con gli alpini dei Battaglioni Morbegno, Argentera e Val Maira fraternamente combatte, sull’altipiano dei sette Comuni, dal 5 giugno 1916 al 16 giugno 1917.
Il 29 Agosto la Brigata è schierata in prima linea sull’Altipiano della Bainsizza, ed il 30 va all’attacco alla Conca di Kravec. Il 15 Settembre Raimondo Scintu di Guasila cattura da solo cinque nemici, quindi con pochi compagni fa altri quaranta prigionieri. Ferito, torna nelle trincee nemiche e si riporta a casa un gruppo di ufficiali austriaci. Ottiene la più bella medaglia d’oro della Brigata, e non è poco, vista la stoffa dei concorrenti.
Il 25 ottobre 1917 gli Austriaci sfondano a Caporetto. Viene ordinata la ritirata generale. Seguono giorni di disperazione, confusione, tradimenti, diserzione. La Brigata è comandata in riserva strategica, le si confida la protezione della ritirata, compito che esegue con eroica abnegazione. Il 27 ottobre, tagliata fuori dal nemico durante i confusi combattimenti di retroguardia, lo elude passando il Tagliamento a guado. Il 9 novembre l’ VII/152° attraversa per ultimo l’ultimo ponte rimasto intatto, quello della Priula. Il battaglione arriva all’imbocco del ponte. Impassibile sotto il fuoco nemico, il capitano Musinu, comandante, lo riordina – guai a chi manca – e gli fa passare il ponte in colonna di quattro, a passo cadenzato e col fucile a bilanc-arm. Arrivato all’altezza del generale, ordina l'”attenti a destra” e rende impeccabili onori sotto il fuoco ostile. Musinu è l’ultimo a sparare sul nemico mentre i genieri fanno saltare il ponte, ed i suoi uomini gridano torvi all’austriaco che hanno tante volte battuto: “state tranquilli, che già torneremo ad aggiustarvi“.
Ed infatti, i conti cogli austriaci se li aggiustano in fretta, il 28 gennaio 1918, a Col d’Echele e Col del Rosso, noncuranti delle perdite spaventose, tra cui il Ten. Col. Aprosio, Babbu mannu del 151°, i Sassarini offrono alle armi italiane la prima vittoria dopo Caporetto. Il capitano Emilio Lussu compie coi suoi uomini, che lo adorano, atti di straordinario valore. Il 30 gennaio, ad obiettivi raggiunti, la Brigata viene premiata da una citazione nominativa nel Bollettino n. 981 del Comando Supremo, insieme alla IV Brigata Bersaglieri, al 1°, 2°, 4° e 16° Reparti d’Assalto ed ai Battaglioni Alpini Val d’Adige, Stelvio, Monte Baldo e Tirano.
Il 15 Giugno 1918 inizia l’ultima offensiva austriaca sul Piave. Il nemico passa il Piave a San Donà, entra in territorio Italiano. Gli austriaci accerchiano l’ottava compagnia del 151° e le intimano la resa. Ma il Capitano Lussu la dispone in quadrato, baionetta spianata, sfonda combattendo l’accerchiamento nemico, e la riporta a casa. Il 15 e 16 giugno la Brigata viene pubblicamente elogiata alla Camera dall’On. Nitti e poi dal Min. Orlando.[1]
Il nemico viene fermato, battuto, ricacciato oltre il Piave. Il 23 giugno, alle due del mattino, il 152° ritorna per primo sul Piave. Il 27 ottobre giunge nella notte l’ordine per l’attacco finale. Nella notte del 28 la Brigata guada il Piave, e si unisce all’ultima offensiva, Il 4 Novembre, mentre la Brigata si appresta a proseguire la marcia oltre il Tagliamento, il nemico chiede, ed ottiene l’armistizio.
Sos Istendardos tornano a casa vittoriosi e gloriosi ma laceri ed insanguinati. Si fanno i conti. 1 Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia e due Medaglie d’Oro al Valor Militare per ciascuna Bandiera. Ai Sassarini vanno 6 Ordini Militari di Savoia, 9 Medaglia d’Oro al Valor militare, 405 d’argento, 551 di Bronzo, moltissime Croci ed Encomi Solenni. Il prezzo della gloria è terribile: oltre 2.100 Morti, 12.449 fra Mutilati, Feriti e Dispersi. 1 caduto ogni sei sassarini arruolati (tra cui molti sono i continentali), una media di 166,7 morti su mille, molto al di sopra della media nazionale (104, 9 morti su mille).
La storia della Brigata Sassari prosegue fino ad oggi. Dal quel lontano 1915 si è trasformata, ha visto crescere e diversificare le proprie attività. Nell’intervallo tra le due guerre, a richiesta della popolazione di Trieste, la Brigata Sassari è stata di stanza a Trieste. Nella seconda guerra mondiale è stata inviata a combattere nei Balcani, dal 1941 al 1943, fino a quando all’approssimarsi della disfatta dell’Italia fascista, è stata trasferita a ricostituirsi a Roma, che difende dai Tedeschi l’ 8 di Settembre a Porta San Paolo e Porta San Pancrazio. Il disfacimento dell’Esercito susseguente all’armistizio obbliga anche la Brigata a sciogliersi il 10 settembre 1943 . Ma non ci sono navi per rientrare a casa, ed i reparti tedeschi iniziano subito rastrellamenti e deportazioni. Così i militari sardi seguono il destino degli altri militari italiani: darsi alla macchia nei monti attorno a Civitavecchia, ricongiungersi con l’Esercito del Sud o con quello di Salò, la lotta partigiana o ancora la deportazione e i lavori forzati nei campi di concentramento alleati o tedeschi.
Nel 1958, il 151° Reggimento viene inquadrato nel Comando Truppe Trieste e stanziato a Trieste con il compito operativo di difenderla da eventuali aggressioni Iugoslave, mentre il 152°, divenuto reggimento C.A.R., rimane in Sardegna. Nel 1976, anche il 151°Reggimento si trasferisce in Sardegna.Divisi organicamente dal 10 settembre 1943, i due Reggimenti sono nuovamente riuniti nella rinata Brigata Sassari il 1 dicembre 1988 con una commovente cerimonia, cui vengono invitati a testimoniare il passaggio ideale delle consegne tutti i decorati e tutti gli alfieri viventi.
Da allora, la Brigata ha partecipato con onore a tutte le più importanti operazioni condotte dall’Esercito Italiano in Italia ed all’Estero sui diversi fronti del presidio del territorio, dell’assistenza alle Forze di Polizia e del Corpo Forestale sul territorio nazionale alle molte operazioni di Peace keeping e Peace enforcing nei Balcani ed in Medio Oriente, sino agli attuali periodici impegni NATO nel territorio Iracheno e sulle montagne Afghane.
Sassari, Avanti! E Forza Paris!

Per saperne di più
Nei giorni precedenti la manifestazione, sui monitor “televetrine”, posizionati lungo la centralissima via Italia e nei pressi del Municipio della Città di Biella, sarà possibile vedere il secondo videoclip realizzato dalla Yukon di Vigliano per pubblicizzare l’evento.

Battista Saiu

[1] On Nitti (15 giugno): “La Sardegna è la regione che ha dato il maggior numero di combattenti, che ha il maggior numero di decorati e la minore percentuale d’imboscati“. Min. Orlando (16 giugno): “Quando vidi quei valorosi della Brigata Sassari, sentii l’impulso d’inginocchiarmi davanti a loro, perché vidi in Essi riassunte tutte le virtù dell’Esercito“.


Nelle immagini: il Trombettiere Paolo Mattinelli a Nuraghe Chervu; frontespizio del video realizzato da Paolo Acquadro per l’Alzabandiera a Nuraghe Chervu.

Paolo Mattinelli

Paolo Mattinelli

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