Una giornata storica per l’Associazione Brigata Sassari

…quando vidi i valorosi della Brigata “Sassari” sentii l’impulso di inginocchiarmi dinanzi a loro, perché vidi riassunte in Essi tutte le virtù dell’Esercito. L’Italia ha contratto con la Sardegna un grande debito di riconoscenza e questo debito pagherà… (On.Vittorio Emanuele Orlando, Presidente del Consiglio dei Ministri, tratto dal discorso tenuto alla Camera dei Deputati all’indomani dell’eroica resistenza opposta dalla Brigata sul Piave)

bandieraDomenica 14 giugno, alle ore 12, si è tenuta a Biella, nell’area monumentale di Nuraghe Chervu, la cerimonia della “Consegna della Bandiera” al Nucleo “Cap. Emilio Lussu” dell’Associazione Nazionale Brigata “Sassari”.
È stato il Gen Elio Cossu, appositamente giunto dalla Sardegna, accompagnato dal Luogotente Antonio Pinna, ad appuntare all’asta le nuove insegne della “Sassari”, affidate al Presidente fiduciario Magg. Giovanni Manunta, originario di Porto Torres.
Una cerimonia sobria e solenne, nella bella cornice dell’area monumentale di Nuraghe Chervu, intitolata alla Brigata “Sassari” nell’ottobre 2008, dedicata ai Caduti sardi e ai Caduti biellesi, presenti il Questore di Biella Dott. Cesare Poma, rappresentanze del comando provinciale della Guardia di Finanza, due ufficiali del Corpo Militare Infermiere Volontarie, i labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
Il presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro, Dott. Tomaso Vialardi di Sandigliano ha letto le motivazioni del conferimento delle medaglie al Cap. Emilio Lussu, dopo aver alzato sui pennoni le Bandiere con al centro il Tricolore, issate dai fucilieri di Su Nuraghe.
La prima parte della cerimonia è stata coordinata dal Cap. Roberto Bona, Presidente dell’UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo) con gli ordini impartiti dal Maggiore Alberto Sanna. Dopo la consegna della bandiera da parte del Gen. Elio Cossu, ha coordinato la cerimonia il Maggiore Giovanni Manunta.
La madrina, Signora Cosima Colaianni, scortata da due Soci di Su Nuraghe in abiti tradizionali a significare il privilegio del reclutamento regionale della Brigata “Sassari”, ha porto la Bandiera al Gen. Cossu che l’ha appuntata all’asta fieramente impugnata dall’Alfiere Giovanni Desogus.
La cerimonia è stata commentata da prof. Roberto Perinu, Socio fondatore del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe. Il Luogotenente Antonio Pinna ha letto i messaggi augurali del Gen. Comandante la Brigata Sassari”, Dott. Alessandro Veltri e dell’Ing. Antonio Quartu, Sindaco di Armungia, Comune natale del Cap. Emilio Lussu .
Le diverse fasi della manifestazione sono state scandite dal trombettiere di Su Nuraghe Paolo Mattinelli.

Battista Saiu

Saluto del Gen. Elio Cossu

43° Comandate del 152° – Presidente dell’Ass. Naz. Brigata “Sassari”

Oggi è una giornata storica per la nostra Associazione, nasce il primo nucleo fuori dalla Sardegna, in Continente, così come noi Sardi usiamo chiamare il territorio Italiano.
Nasce per espressa volontà, dei Sardi del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” ed in particolare del suo Presidente.
Con la consegna della Bandiera, si consacra e si da vita attiva al nucleo “Emilio Lussu” dell’Associazione Nazionale Brigata “Sassari”, che concorrerà a mantenere alto l’Onore e la Storia della “Sassari” diffondendone la cultura e la storia tra i “Thatharinos Biellesos” e tottus sos Continentales.
L’Associazione, costituita a Sassari nel 1999 da un gruppo di Ufficiali e Sottufficiali in servizio ed in congedo, riconosciuta con decreto del Ministro della Difesa, ha tra le sue finalità quelle di incentivare la conoscenza della storia e delle gesta della Brigata “Sassari”.
La “Sassari” una comunità di Sardi al fronte, che usava il Sardo come codice di riconoscimento reciproco, uomini capaci di trasferire in guerra abilità ed abitudini di vita tipiche del mondo agro pastorale Sardo.
Uomini legati a dei codici etici, la fedeltà alla parola data, il rispetto e la dignità degli uomini, il senso del dovere da compiere.
È a Col del Rosso che il primo Tricolore viene sventolato in faccia al nemico, dopo la disfatta di Caporetto; ed è opera di due oscuri soldati della Sardegna, i soldati Giovanni Ariani di Sassari e del Soldato Salvatore Spanu di Tempio Pausania,
Essi, superando le munite difese nemiche, giunsero per primi sul Col del Rosso e vi piantarono il Tricolore.
Quel segnale, era il rinnovato spirito offensivo assunto dalle truppe della “Sassari”.
Ormai né il fuoco delle granate incendiarie o il fuoco delle mitragliatrici, poteva più fermare i fanti Sardi, che al grido “Forza Paris” si lanciavano compatti con impeto travolgente sia con il fucile e qualche volta senza, ma con la fedele “Pattadesa”, diventando impareggiabili gladiatori nella lotta corpo a corpo.
La Sardegna ha conquistato un primato di indiscussa nobiltà nel conseguimento del grandioso risultato della guerra 1915-1918 che ha assicurato alla Patria, insieme ai naturali confini, la più grande vittoria della sua storia, ma ha raggiunto anche il primato nel sacrificio essendo proporzionalmente la regione che ha dato il maggior numero di caduti.
“[…] e alla sera, ha scritto Camillo Bellieni, il mulattiere che saliva l’erta, cantava con voce sommessa: “Pro defender sa Patria Italiana / distrutta s’est sa Sardigna intrea” (Per difendere la Patria italiana si è distrutta l’intera Sardegna).
La prima Guerra Mondiale costò alla Sardegna lutti e desolazione di maggior portata rispetto alle altre regioni italiane. In un periodo in cui la Sardegna contava poco più di 800 mila abitanti, circa 100 mila uomini( quasi tutta la popolazione maschile adulta) partirono per la guerra, 13602 di essi non tornarono più nell’isola. Caddero 138 Sardi su ogni mille chiamati alle armi,una cifra di gran lunga superiore al 104 per mille della media nazionale. La maggior parte di essi combatté nella Brigata “Sassari”, Unità che, caso unico nell’Esercito Italiano, il Comando Supremo volle costituita da Soldati provenienti dalla stessa regione: la Sardegna
E furono tutti eroi, dal soldato della Barbagia a quello di Gallura, da quello del Campidano a quello del Logudoro, da quello di Cagliari a quello di Sassari. E non si dica che l’eroismo e lo sprezzo della morte di quei Fanti era un cieco istinto di primitivi, perché restringere ad una siffatta formula negativa il tutto, non solo è una stortura, ma rispetto al sacrificio di quella gente,un grave sacrilegio.
La Brigata “Sassari” ha additato alla storia militare moderna anche un raro esempio di fratellanza d’armi e di spirito di coesione: i reparti del 151° e 152° combattevano con un’anima sola scrivendo una pagina unica e non dissociabile,dimostrando una indomabile volontà di vincere,una lucida consapevolezza del dovere da compiere, coscienza degli ostacoli da superare,dignità umana e fiera singolarità di carattere di una granitica antica stirpe.
La Lingua Sarda divenne di fatto la lingua della Brigata.
A tal proposito le sentinelle di guardia negli avamposti, per riconoscere i commilitoni(dai nemici) davano come avvertimento: “si ses italinu, faedda sardu” (se sei italiano parla sardo)
Il grido di guerra, Avanti Savoia lanciato dal comandante prima dell’assalto” veniva spesso sostituito con quello “Avanti Sardegna”, cui faceva seguito il grido “Forza Paris“, che tradotto significa “Forza Insieme”.
Nel corso del primo conflitto mondiale la Brigata si distinse nelle principali battaglie sul Carso, sull’ Altopiano di Asiago, sul fiume Piave e nella Battaglia di Vittorio Veneto.
Numerose sono state le testimonianze(la più nota delle quali è certamente “Un anno sull’altopiano” di Emilio Lussu che hanno consegnato alla memoria delle future generazioni l’esempio e la testimonianza dei combattenti Sardi che,in un momento particolarmente delicato della vita dell’Italia, anteposero al proprio interesse personale il bene comune, il bene della Nazione e diedero una splendida testimonianza del senso del dovere verso le istituzioni dello Stato, combattendo lealmente per difendere le sorti del Paese.
Due Medaglie D’Oro al Valor Militare alle Bandiere dei reggimenti (151° e 152°) e, individualmente, 6 Ordini Militari di Savoia, 9 Medaglie d’ Oro, 405 d’ Argento e 551 di Bronzo rappresentano il più alto tributo di eroismo e di gloria, mai eguagliato da nessun altra unità nel corso del Primo Conflitto Mondiale.
La Brigata “Sassari” è la prima unità ad essere citata sul Bollettino del Comando Supremo.
Le quattro citazioni sul Bollettino del Comando Supremo, ampiamente riportate dalle cronache dell’ epoca, imposero la Brigata, e quindi la Sardegna, all’ attenzione del Paese che le riservò sentimenti di ammirazione e stima. Ancora oggi , non c’è famiglia sarda che non vanti di aver avuto almeno un combattente nella “Sassari” i cui soldati, fin dai primi mesi di guerra, venivano chiamati dal nemico “Roten Teufels” Diavoli Rossi per il colore delle mostrine e per la violenza dei loro assalti. Fra tutti gli Ufficiali Sardi si distinsero: il Capitano Emilio Lussu da Armungia (CA), il Maggiore Giuseppe Musinu da Thiesi (SS) il Tenente Alfredo Graziani da Tempio Pausania (SS).
Durante il conflitto, furono molte le promesse fatte, i Sardi combattenti, ll Presidente del Consiglio dei Ministri Vittorio Emanuele Orlando nel discorso tenuto alla Camera dei Deputati all’indomani dell’eroica resistenza opposta dalla Brigata sul Piave disse: “…quando vidi i valorosi della Brigata “Sassari” sentii l’ impulso di inginocchiarmi dinanzi a loro, perché vidi riassunte in Essi tutte le virtù dell’Esercito. L’Italia ha contratto con la Sardegna un grande debito di riconoscenza e questo debito pagherà…”
L’isola comunque non ha mai smentito l’innate virtù e le più gloriose tradizioni militari.
I soldati che tornavano a casa avevano acquisito una coscienza nazionale, maturata nei quattro anni di vita in trincea.
Ancora oggi, ovunque chiamati, in Albania, in Bosnia, in Kosovo, in Irak,(dove hanno pagato un grosso tributo di sangue ) in Afganistan i soldati della “Sassari”(ancora oggi a reclutamento regionale) hanno suscitato sentimenti di ammirazione e stima, facendo onore alla Sardegna e all’Italia intera, come i loro nonni che ne onorarono il nome sui campi di battaglia.
Per il comportamento, il coraggio, lo spirito di sacrificio ed il sangue versato in questi ultimi teatri di impiego, in difesa della Pace, le Bandiere del 151° e del 152° sono state insignite della Medaglia d’Oro al valor dell’Esercito.
I Reggimenti con Bandiera e Banda, Il due giugno, sfilando in testa a Roma in occasione della festa della Repubblica,hanno ancora una volta riscosso, l’applauso della folla, che festante seguiva la Parata, segno che ancora oggi, è vivo nella gente il ricordo di quanto hanno fatto e fanno per l’Italia.
Concludendo questo escursus storico, permettetemi di ringraziare tutti coloro che oggi, con la loro presenza hanno dato un alto significato a questa cerimonia, un grazie particolare ai rappresentanti delle consorelle Associazioni Combattentistiche e d’Arma,che svolgono un opera di alto profilo, affiancando di volta in volta iniziative di carattere Patriottico ad una attività sociale, sempre con l’obbiettivo di rafforzare il concetto di Patria che è alla base dell’esistenza di ogni singolo popolo, che si riconosce in un’unica Bandiera.
Esse perpetuano il ricordo di tutti i Caduti che, senza distinzione di religione, classe, ed ideologia politica, hanno portato nel mondo l’eroismo del Soldato, Patria comune di vincitori e vinti; grazie ai Soci del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe, al Prof. Battista Sàiu, per la collaborazione ed il Suo impegno dato all’Associazione.
Al Maggiore Giovanni Manunta, Fiduciario dell’Associazione, che da oggi sarà al fianco delle Associazioni consorelle, i miei più fervidi Auguri di buon lavoro, sicuro che il nuovo Nucleo è in ottime mani.

Viva l’Italia, Viva la “Sassari”
E Sempre “FORZA PARIS”

Il Presidente
Gen. B.(ris.) Elio COSSU
43° Comandante del 152°


Nella foto: i “Thatharinos biellesos” del Nucleo “Cap. Emilio Lussu” a Nuraghe Chervu con il Questore di Biella Dott. Cesare Poma e le altre Autorità.

Nella sezione fotografias di questo sito è possibile vedere le immagini della cerimonia della Consegna della Bandiera.

Thatharinos biellesos ed autorità

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