Nuraghe Chervu, una memoria «tangibile»

Attenzione per il passato, senso del presente, fiducia nel domani

Delegazione della CCIAA di Nuoro a Nuraghe Chervu
Delegazione della CCIAA di Nuoro a Nuraghe Chervu

La Memoria, come ogni aspetto esistenziale umano, trova spesso la sua esplicazione nel mondo concreto attraverso oggetti materiali e percezioni sensibili, fatto menzionato di recente in diverse circostanze1. In particolare tale realtà si delinea essere tanto più evidente con riferimento ai defunti, onorati e commemorati con atti cerimoniali quali il silenzio, la deposizione di fiori a sepolcri e presso steli celebrative e votive. Le autorità ecclesiastiche2, a riguardo, hanno più volte ricordato come “città della memoria” siano proprio i cimiteri ed i sacrari, ed altrettanto è avvenuto anche nell’ambito del ricordo laico-civile3. In relazione, poi, a chi è venuto a mancare alla comunità dei viventi in circostanze tragiche, come nel corso di eventi bellici o tributando servizio e sacrificio per il bene altrui, si è anche evidenziato come la guerra sia spesso stata un’opportunità, un’occasione di compartecipazione, di sacrificio, di virtù, di condivisione e di scambio delle diversità dei soggetti coinvolti4.
Tale profilo si è evidenziato anche lungo il percorso storico di formazione della stessa Italia, processo che a cavallo tra XIX e XX Secolo ha visto un susseguirsi di cruenti conflitti armati. In tale contesto i Sardi sono stati coinvolti, attraverso il loro “contributo di sangue e sudore“, nella costruzione dell’Unità politica nazionale, della quale il 17 Marzo 2011 verrà celebrato il 150° Anniversario.
Diverse sono le testimonianze di tali importanti apporti. Per esempio a Torino, in piazza Castello, davanti a Palazzo Madama, è innalzato, sin dal 1859, la scultura commemorativa all’Alfiere Sardo, opera dell’artista Vincenzo Vela, monumento offerto al Comune di Torino dai fuoriusciti milanesi a ricordo degli eventi gloriosi e sfortunati del 1848, quale omaggio al sacrificio ed alle imprese dell’Esercito Sardo, come indicato nell’epigrafe posta ai piedi della statua. Sparsi sulla Penisola sono, poi, innumerevoli i monumenti e le targhe dedicati ai Caduti della Grande Guerra, tra i quali i figli dell’Isola, con 13.602 perdite, hanno fornito un contributo di vittime ponderoso in proporzione ed in rapporto ad altre regioni d’Italia, tale da testimoniare quella che è stata definita come la scomparsa dal tessuto sociale di una vera e propria generazione di giovani del tempo, molti dei quali inquadrati nelle fila della celeberrima Brigata Sassari5.

Alla luce di tale complesso quadro d’insieme si è mossa nel capoluogo piemontese l’iniziativa della costruzione dell’area monumentale di “Nuraghe Chervu” nel parco fluviale urbano del torrente Cervo. Tale manufatto, oggi ancora incompleto rispetto al progetto originario, potrebbe risultare, di per se stesso, percepibile come fenomeno avulso ed eccentrico, a primo acchito, alla cultura del territorio. Tuttavia, alla luce del disegno realizzativo da eseguire attraverso l’apporto di pietre sia delle cave locali sia di provenienza da tutti i Comuni d’Italia, tale architettura commemorativa porta in sé tutte le potenzialità per costituire la “sostanza” di un’operazione finalizzata “ad unire”, a creare coesione sociale e culturale attraverso una complessità di canali e linguaggi simbolici6. Il sito monumentale, infatti, è stato concepito quale forma “materiale” per rendere onore ai Caduti della Grande Guerra, Sardi, Biellesi e, più in generale, Italiani, in occasione della ricorrenza del 90° anno dalla fine del Primo Conflitto Mondiale ed in vista delle celebrazioni del 2011 per l’Unità d’Italia7. Tuttavia già il suo primo compimento, nel 2008, si è delineato essere l’opportunità per realizzare un inedito censimento dei 523 Caduti Biellesi del ‘15 – ‘18, un vero e proprio recupero dall’oblio dell’esistenza di alcune delle relative targhe commemorative8. Ma a queste azioni si è aggiunto in parallelo il leitmotiv del rapporto di continuità tra morti e vivi, attuato dapprima con una preventiva sensibilizzazione delle nuove generazioni per mezzo della partecipazione al concorso “Disegna un nuraghe“, manifestazione che ha visto la partecipazione di oltre 700 studenti piemontesi ed isolani9, seguita dalla piantumazione dell’area monumentale con specie endemiche sarde in occasione della nascita dei figli della comunità locale, dal coinvolgimento rituale dei cosiddetti “ragazzi delle spade10 e, successivamente, attraverso l’organizzazione di manifestazioni collegate all’area monumentale. Si è giunti, poi, al coinvolgimento della Brigata “Sassari”, istituzione che, come prima accennato, per la sua storia, i suoi valori e le sue gloriose imprese, si palesa quale simbolo emblematico nell’iter storico dell’Italia Unita11.

L’iniziativa nel suo complesso, pertanto, si è sviluppata nell’ottica della continuità dei rapporti fraterni che uniscono da lungo tempo il Piemonte, la Sardegna e, più in generale, tutte le regioni della stessa Penisola, relazioni che a Biella hanno trovato nel tempo sussistenza soprattutto attraverso il mondo del lavoro e della migrazione12. Un monumento, il Nuraghe Chervu e l’area limitrofa, per la Memoria di tutti gli Italiani, quindi, perché “costruendo” fosse tangibile l’attenzione per il passato, il senso del presente e la fiducia nel domani.

Gianni Cilloco

Nell’immagine: Biella, 7 giugno 2010 – Delegazione della Camera di Commerico Industria Artigianato e Agricoltura di Nuoro, guidata dal Presidente Romolo Pisano con il Vicepresidente Pinuccio Meloni e i Consiglieri Salvatore Mastio e Tonino Bruno, accompagnata dal Presidente di Su Nuraghe, Battista Saiu, fa sosta a Nuraghe Chervu prima di recarsi a Città Studi per partecipare al Convegno sulle Lane autoctone piemontesi.

  1. Si vedano i riferimenti e gli esempi segnalati a riguardo negli articoli pubblicati nell’ultimo anno su sunuraghe.it. []
  2. Cfr. da ultimo l’intervento di mons. Ignazio Sanna, vescovo di Oristano, su L’Unione Sarda di Venerdì 15 gennaio 2010, p. 36. []
  3. Per tutti emblematici i versi de I Sepocri di Ippolito Pindemonte. []
  4. Si veda in un’ottica problematica: G.L.Mosse, Le guerre mondiali. Dalla tragedia al mito dei caduti, Laterza, Roma-Bari, 2007, pp. 37 e ss. []
  5. Cfr. F.C.Casula, Breve storia di Sardegna, Carlo Delfino, Sassari, 1994, p. 253; A.Pinna, I “Diavoli Rossi”. La Brigata “Sassari” nella Grande Guerra, Comando Brigata “Sassari”, Sassari, pp. 15 e ss. []
  6. Cfr. B.Saiu Pinna (a cura di), Le pietre e il sacro. Disegna un nuraghe, Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” – Collana Ammentos n. 12, Biella, 2008, pp. 12–28. []
  7. Cfr. V.Barazzotto, Nuraghe Chervu, in B.Saiu Pinna, cit., p. 7. []
  8. Cfr. B.Saiu Pinna, cit., pp. 16-28. []
  9. Cfr. B.Saiu Pinna, cit., pp. 12 e ss. []
  10. Si vedano i riferimenti bibliografici precedentemente citati e gli articoli a riguardo su sunuraghe.it. []
  11. Cfr. per tutti: A.Pinna, cit., p. 15 e ss. []
  12. Cfr., quali esempi di tali dati storici, i contributi presenti in: P.Corti e C.Ottaviano (a cura di), Fumne. Storie di donne, storie di Biella, Cliomedia, Torino, 1999, pp. 266-299; B. Saiu Pinna (a cura di), Impresari biellesi in Sardegna. La costruzione dello stabilimento “Sarda Ammonia” al Coghinas, Ed. Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” – Collana Ammentos, n. 9, Biella, 2004, pp. 18 e ss. []

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