Contributo della Sardegna ai 150 anni di storia d’Italia

Sabato 19 marzo 2011, ore 21, Biella, Chiostro di S. Sebastiano – serata organizzata dal Circolo Culturale Sardo Su nuraghe – conversazione del prof. A. Accardo (Università di Cagliari) – Intervengono B. Saiu, presidente del circolo Su nuraghe e il sindaco di Biella, D. Gentile – Dopo un breve indirizzo di benvenuto di B. Saiu e le belle parole introduttive del sindaco, D. Gentile, R. Perinu presenta il Relatore.

Gentile, Perinu, Accardo
Chiostro di san Sebastiano, il sindaco di Biella Donato Gentile, il prof. Roberto Perinu e il prof. Aldo Sardus Accardo mostrano il Calendariu Istoricu de s'Arma de sos Carabineris in Limba sarda, curato dalla Fondazione Istituto Storico Giuseppe Siotto di Cagliari, distribuito al pubblico presente in sala a Biella.

Nato ad Iglesias (1950), è docente associato di Storia contemporanea (facoltà di Scienze della Formazione) e di Didattica della storia (corso di laurea in Formazione primaria) presso l’Università degli Studi di Cagliari. Inoltre, è membro del Consiglio del C.I.R.D. dell’ateneo cagliaritano e del Comitato tecnico per l’insegnamento della storia (Direzione scolastica regionale della Sardegna); è direttore della Fondazione Istituto storico Giuseppe Siotto (ente morale riconosciuto per legge tra i 52 inseriti nella tabella del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali) e coordinatore del Comitato sardo per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Al suo attivo oltre trecento pubblicazioni su quotidiani nazionali e regionali, quali l’Unione Sarda, La nuova sardegna, l’Unità, Rinascita, Rinascita Sarda, l’Indice, Sardegna Autonoma, l’Almanacco di Cagliari, il Messaggero Sardo, Confronto.
Altrettanto cospicui i contributi scientifici, apparsi a partire dal 1976, in Atti di Congressi e Convegni di argomento storiografico: il terreno privilegiato in cui si muovono tutti i pubblicisti e gli specialisti. Accanto a questa ricca messe di pubblicazioni, vanno segnalati numerosi volumi, sia quelli in cui compare come coautore, sia quelli interamente di suo pugno. Per ovvie ragioni di spazio, dobbiamo limitarci a citarne solo alcuni, quelli che ci sono parsi i più rappresentativi: Cagliari, Bari 1996; L’isola della rinascita, Bari 1998; La Biblioteca di G. Manno, Electa 1999; La Sardegna tra autonomia, federalismo e Unione europea, Roma 1999; Introduzione a P. Martini, Storia di Sardegna dal 1799 al 1816, Nuoro 1999; Introduzione a G. Sotgiu, Vittorio Angius e i suoi tempi, Cagliari 2001; Prefazione a Una biblioteca borghese. Il catalogo dei libri della famiglia Siotto, Roma 2203; infine, in corso di stampa, Cultura e società nella Sardegna sabauda.

R. Perinu cede, poi, la parola al prof. Aldo Accardo. La sua esposizione, a sorpresa rispetto a quanto annunciato in precedenza, non tratta specificamente il Calendario, tradotto in sardo per la circostanza, dell’Arma dei Carabinieri; potrebbe essere genericamente intitolata Il contributo della Sardegna a 150 anni di storia d’Italia. A fine serata, comunque, a tutti i presenti, è stata donata copia del “Calendariu Istoricu de s’Arma de sos Carabineris”.

Partendo da una particolare interpretazione del termine celebrare, il prof. Accardo si è diffuso mirabilmente su tematiche che, trattate con la passione che sempre anima il vero ricercatore, lo hanno portato a considerare l’europeismo (Spagna, Gracia, Belgio, Germania, ecc.: non solo Italia) nelle lotte per l’indipendenza e la libertà; lotte combattute, sempre, da giovani desiderosi di affrancare le loro nazionalità dai sistemi politici, ormai scardinati dalla Rivoluzione Francese, servendo l’ideale di una nazione in cui il potere – feudale – fosse asservito alla legge, diversamente da quanto in atto fino all’epoca risorgimentale. Da qui, il passo all’italianità, opposta all’indipendentismo sardo, di molti e giustamente celebrati intellettuali sardi, da Mameli, a Tuveri, sostenitore (fin dal 1861) di un’idea di federalismo votata all’unione tra realtà federate, e non certo sorgente di divisioni che la storia stessa della nazione italiana ha reso comunque anacronistiche; ad Asproni, allo stesso Gramsci. Tutti personaggi la cui qualità principe è stata quella del sapersi affiancare a chi, diverso nelle idee, consentiva un’azione costruttiva e lungimirante. Bastevole in sé l’esempio della denominazione Eroe dei due mondi con cui Garibaldi stesso ha consacrato la sua azione liberatrice a fianco anche di chi, come i francesi della guerra franco-prussiana (unica vittoria, quella di Garibaldi, in una campagna militarmente disastrosa), erano pur stati i suoi grandi avversari sia a Roma nel 1849 sia a Mentana, prima della breccia di porta Pia del 1870. Tanto generosi, i sardi, e volti al futuro, da consentire quella che il prof. Accardo ha definito eutanasia di uno stato, quando, nel 1861, il regno Sardo-Piemontese ebbe fine, lasciando spazio al nuovo regno d’Italia, dei cui territori venne a far parte la Sardegna stessa, nel contesto del territorio italiano.

Un monito per l’oggi, in cui, spesso, si invita a fare un passo indietro, quando di un passo avanti, verso ben più fruttuosi consensi si dovrebbe trattare.

Al termine, vivaci interventi sia del pubblico sia del Sindaco stesso, concordi nel ritenere, in sintesi, le parole del prof. Accardo uno splendido contributo intellettuale dei sardi alla cultura dell’Italia e del mondo. In ogni caso, uno spaccato, esemplare, della grande cultura sarda, che si inserisce degnamente, e nobilita, quanto, nel tempo, i sardi hanno dato – e continuano a dare – all’Italia e al mondo.

R.P.

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