Poste Italiane non consegna in Sardegna lettere spedite da Biella

Missa in Limba sarda a Narbolia (Oristano)
Missa in Limba sarda a Narbolia (Oristano).

Da oltre un mese, con inaccettabile ritardo, le Poste Italiane non hanno ancora consegnato ai destinatari in Sardegna le oltre mille lettere inviate da Biella prima di Natale. Tra i destinatari: i Sindaci dei 377 Comuni e i Parroci delle 622 parrocchie dell’Isola.
In ciascun plico, auguri di Natale, lettera di accompagnamento, Su Calendariu 2015 e copia di “Missa de unu santu o una santa martiri”, III volumetto della collana “Eucologicon Sardiniae”, stampato a Biella, edito dalla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, con la santa Messa in Limba, autorizzata “ad experimentum” dall’arcivescovo metropolita di Oristano, mons. Ignazio Sanna.
La spedizione, regolarmente accettata, pagata e fatturata da Poste Impresa al Circolo Culturale Sardo di Biella, è parte del progetto “Limba mama”, lingua materna, contributo concreto dal mondo dell’emigrazione in difesa delle radici cristiane, per favorire una partecipazione più incarnata e inculturata alla preghiera della Chiesa universale, secondo le indicazioni emerse durante il recente convegno di Oristano organizzato a novembre 2014 da Su Nuraghe di Biella, con altre realtà dell’Isola.
Pertanto, molte parrocchie a conoscenza della spedizione attendono le copie a stampa della “Missa” nella prospettiva della celebrazione eucaristica in Limba mama.
Dopo la segnalazione del mancato recapito, dalle Poste Italiane di Biella è iniziata la ricerca presso il C.M.P. (Centro Meccanografico Postale) di Torino, ma dal capoluogo piemontese non sanno dire se la posta sia arrivata all’omologo centro di Cagliari.
La Sardegna sempre più lontana, con posta ferma da oltre un mese, forse ancora a Genova in fondo a qualche container che aspetta di essere imbarcato.

Battista Saiu


3 commenti

  1. Una ‘irgonza manna ! … e nachi “privato è bello” – los han chelfidas privatizzare sas postas e custu est su resultadu. In cumpensu sun diventadas in zertas logos veros e proprio supermercados. Sunu unu pagu chei sas Farmacias ue bi endene puru calche meighina.

  2. …assolutamente nulla di nuovo, Battista!
    Quanto tu denunci non è malfunzionamento, è la norma!
    Ti risparmio considerazioni, racconti e barzellette (purtroppo reali) sulle PT.
    Un solo esempio: una cartolina spedita da Ponzone e indirizzata a Ponzone, viene smistata a Novara, trasferita a Torino, dove si perde e, se va bene, viene recapitata dopo qualche settimana…
    A fine Ottocento le Regie Poste prevedevano tre consegne giornaliere: una cartolina spedita da Torino veniva recapitata a Ponzone la mattina del giorno dopo (cfr. “Il paese dove io lavoro” Trivero nelle cartoline d’epoca).
    Giovanni

  3. Diciamo che Poste italiane “non consegna” e basta!
    Non è improbabile, però, che la colpa sia la nostra, mi spiego: di questi Tempi, rigorosamente tecnologici, gli asini da trasporto non esistono più, i cavalli corrieri sono venuti a mancare, le diligenze postali viaggiano a passo di lumaca per paura degli assaltatori dell’Isis, le triremi che solcano il Mar Tirreno o sono vittime del vento, oppure dei tanti pirati che solcano i mari oppure ancora sono comandate da qualche comandante che sa far tutto, tranne che comandare, i piccioni viaggiatori vengono abbattuti dai cacciatori….
    Poste italiane che cosa può fare contro questi inconvenienti macigno
    Saluti Cari Giovanna Elies

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