Emigrati italiani in Francia nella Grande Guerra prima dell’Italia

Batteria di mortai da 210

Su Calendariu 2016, inserito tra le iniziative accreditate quale progetto rientrante nel Programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale, è corredato da didascalie che offrono una lettura delle vicende italiane viste con occhio sardo. Ogni mese è anche illustrato da immagini inedite provenienti da Cagliari. Il mese di Maggio parla del contributo degli italiani emigrati in Francia. Tra loro settanta sardi.

Il 31 Luglio 1914 un gruppo di Italiani residenti a Parigi, con sei dei sette figli di Ricciotti Garibaldi, figlio dell’Eroe dei Due Mondi, si fece promotore di un intervento armato a fianco della Francia che, in fase di mobilitazione e di difficoltà nella guerra, decise di utilizzare i volontari stranieri. Raggruppatisi a Lione agli inizi di settembre, venne costituito il “4° Reggimento di marcia del I Straniero” al comando del colonnello Giuseppe Garibaldi jr, di circa 3 mila volontari, impiegati poi sul Fronte dell’Est ed inquadrati nella X divisione francese nelle Argonne. Il battesimo del fuoco ebbe luogo il 26 dicembre 1914 e notevoli furono le perdite, con la morte prima di Bruno Garibaldi e, il 5 gennaio 1915, di Costante Garibaldi. Si contarono alla fine 93 morti, 136 dispersi e 337 feriti. Il 6 marzo 1915, improvvisamente la Legione venne sciolta dal ministro francese della guerra con incorporazione dei superstiti nella Legione Straniera. La partecipazione di Sardi alla campagna volontaria si inserì nel solco della presenza e della perdurante vitalità della tradizione garibaldina isolana, con la Sardegna canale storico privilegiato di espatrio, con mezzi sia legali sia illegali, anche con finalità politiche. In tale contesto le Autorità di polizia provvidero a disporre una particolare vigilanza sulle coste sarde, con episodi di fermo causa di scalpore e salace commento sulle pagine dei quotidiani locali.

Gianni Cilloco

Nell’immagine: batteria di mortai da 210 (Cagliari, archivio Gen. don Giovanni Maria Garrucciu Melis)

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