La Sardegna prima della Grande Guerra

Batteria da 149

Su Calendariu 2016, inserito tra le iniziative accreditate quale progetto rientrante nel Programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale, è corredato da didascalie che offrono una lettura delle vicende italiane viste con occhio sardo. Ogni mese è anche illustrato da immagini inedite provenienti da Cagliari. Il mese di marzo introduce avvenimenti che portarono al Primo conflitto.

I primi quindici anni del ‘900 furono molto duri per la Sardegna, combattuta da problemi strutturali di antica data non attenuati dal tempo. Nel 1913 si verificò una grave emergenza idrica che devastò le campagne e provocò la morte di migliaia di capi di bestiame cui si aggiunsero, nel 1914, la fillossera dei vigneti e l’infestazione delle cavallette. Una situazione drammatica, dipinta dai giornali del tempo come le bibliche piaghe d’Egitto: le statistiche confermano la veridicità dei resoconti giornalistici, con la produzione di grano del 1914 dimezzata rispetto all’anno precedente, così come il calo drastico della produzione dell’olio e del vino. Nell’agosto 1914 si aggiunse la crisi del settore minerario per lo scoppio della guerra sui fronti europei: si determinò la chiusura dell’esportazione di grandi quantità di piombo con conseguente licenziamento in breve termine di circa seimila operai, per lo più ad Iglesias, sebbene le Autorità locali, a supporto, organizzassero efficaci interventi di assistenza ai disoccupati. I primi mesi del 1915 videro l’Isola attraversata da una imponente ondata di manifestazioni popolari di protesta, con casi – come a Porto Torres – di violenza, alcuni morti e diversi feriti. La preoccupazione per questi problemi distolse fino ad allora le masse popolari sarde dall’interesse sia per i fatti che avevano già portato il resto d’Europa alla guerra sia per la scelta tra intervento e neutralità da parte dell’Italia.

Gianni Cilloco

Nell’immagine: Batteria da 149 (Archivio Gen. don Giovanni Maria Garrucciu Melis)

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