A Biella «andare dai Sardi»: storia isolana e vicenda subalpina

Biella, Sardi emigrati al bar Mighela

Mese di Aprile. Su Calendariu 2017 è il messaggio, tangibile e visivo, attraverso il quale la Comunità dei Sardi di Biella vuole fornire il proprio contributo alla memoria quale elemento fondamentale per la consapevolezza nell’affrontare il presente e costruire il domani.

A Biella «andare dai Sardi». La storia dei Sardi di Biella è storia isolana e, parallelamente, vicenda subalpina. Nel 1901, Salvatore Mighela di Villagrande Strisaili (NU) aprì in centro città un negozio ad insegna “Vini di Sardegna”. Ottimi prodotti isolani e spiccate capacità imprenditoriali ed umane catturarono da subito la fiducia dell’allora clientela biellese, sempre assidua per l’aperitivo o per il caffè pomeridiano. Nel 1904 egli garantì a Biella la possibilità di assaporare il “caffè espresso”, installando una delle prime macchine per il caffè espresso prodotte in Italia. Sempre al passo coi tempi, Mighela introdusse poi nel suo locale un arredamento rinnovato, decorazioni del pittore Rossetti e illuminazione a “sistema moderno, che danno una luce sfarzosa e abbondantissima”, non risparmiandosi nei sacrifici e negli sforzi. Seguito poi dai nipoti, il bar fondato da Salvatore Mighela rimase aperto fino alla chiusura del 1968, racchiudendo nella sua vicenda la storia della città ospitante, in quanto luogo di intreccio di rapporti umani, di appuntamenti d’affari e riunioni, di decisioni in campo politico, sportivo, sociale, culturale.
Negli anni dell’apertura fu luogo di ritrovo per Sardi e Biellesi, ma anche, progressivamente per Bergamaschi e Polesani, Veneti e Lombardi che arrivarono via-via a Biella con la loro valigia di cartone sulle spalle, per prestare la loro opera nelle fabbriche e nelle officine, per contribuire con la loro opera ed il loro sudore a rendere grande e prospera la patria d’elezione.

Gianni Cilloco

Nell’immagine: Biella, Sardi emigrati al bar Mighela (primi anni Sessanta del Novecento).

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