Canti e preghiere in Limba sarda e controcanto gastronomico alpino

Accoglienza dei Sardi davanti all'oratorio di Pettinengo

Martedì 30 maggio, sul far della sera, gli abitanti di canton Gurgo di Pettinengo hanno accolto la nutrita rappresentanza del Circolo Culturale Sardo di Biella per la chiusura del mese mariano. Un percorso di Fede e cultura che si rinnova e continua nel tempo presente nel nome di Maria “Deipara”, Madre di Dio, secondo la predicazione evangelizzatrice di Sant’Eusebio da Cagliari, primo vescovo di Vercelli, Patrono del Piemonte, inviato nel IV secolo da papa Giulio Primo a cristianizzare queste terre ancora pagane. Per trenta giorni, nell’aula del seicentesco oratorio di San Grato d’Aosta, liturgicamente intitolato anche a Sant’Eusebio da Cagliari, sono risuonate preghiere in italiano e in latino, culminate con le antiche melodie di “Su Rosariu cantadu”, il rosario cantato in lingua sarda. La Sardegna, luogo di deportazione di Cristiani, Giudei ed Egiziani ridotti in schiavitù – spesso “damnati ad metalla”, condannati a lavorare e morire nelle miniere del Sulcis-Iglesiente – è stata una delle culle del cristianesimo dei primi secoli dove, da sempre, poesia e preghiera si fondono nel canto “a tonu sardu”.
Percorso di Fede e cultura accolto e condiviso, oggi come allora, dalle popolazioni locali; culminati con il ricco ristoro offerto dagli abitanti di Pettinengo che hanno preparato caratteristici dolci della festa a base di cioccolato, tipici dell’arte culinaria alpina di qua e di là dei monti: controcanto gastronomico popolare ai più noti gianduiotti di Torino o all’esclusivo cioccolato svizzero.

Simmaco Cabiddu

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