Da Pavia a Biella per “La madre dell’ucciso” e “Nuraghe Chervu”

Biella, foto ricordo a Nuraghe Chervu

Domenica scorsa, primo giorno di apertura della Rete Museale Biellese, un pullman di Sardi è arrivato da Pavia per venire a visitare il Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli recentemente inaugurato a Pettinengo ed ammirare la statua marmorea “la madre dell’ucciso” di Francesco Ciusa, presentata in gesso alla Biennale di Venezia del 1907.
Poter contemplare l’opera di Ciusa, capolavoro col quale la Sardegna irrompe nella storia dell’arte italiana ed internazionale del Novecento, vale ben un viaggio sulle Alpi biellesi attraverso strade che portano e finiscono qui.
Nella Malpenga, una delle ville più maestose e lussuose del Biellese, per 75 anni è stata custodita l’importante opera dell’artista sardo, arrivata in Piemonte grazie alla munificenza del conte Vittorio Buratti.
Prima tappa della comitiva pavese: Oropa, partecipazione alla Messa festiva e incontro con mons. Salvatore Pompedda di Ozieri (Sassari), collegiale in servizio al Santuario Eusebiano Alpino di Santa Maria del Monte, sulle orme di Sant’Eusebio da Cagliari, patrono del Piemonte, introduttore del culto mariano ad Oropa ancora pagana. Poi pranzo a Biella seguito da visita all’area monumentale di Nuraghe Chervu e al giardino mediterraneo, meta sempre più proposta da operatori turistici.
Quindi, l’atteso incontro con i conterranei nella sede del Circolo di via Galileo Galilei, 11, rinfresco, visita alla biblioteca Su Nuraghe inserita nel Polo Bibliotecario attraverso la Biblioteca Civica di Biella e all’Ambulatorio Infermieristico Sardo intitolato alla “dott.ssa Emilia Cavallini”. Infine, prima di rientrare a Pavia, passaggio d’obbligo nel “Punto Cagliari”, sede di rappresentanza e di promozione culturale tra le province di Biella e di Cagliari in virtù del gemellaggio stipulato e firmato nel palazzo Vice regio del capoluogo isolano nell’anno 2005.

Simmaco Cabiddu

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