Maggio, migrazione di vegetali: funghi di Piemonte e di Sardegna

Leccinum aurantiacum

La maggior parte dei fungaioli si limita a raccogliere poche specie di funghi, forse per prudenza o per scarsa conoscenza; i più preparati arrivano tranquillamente a raccoglierne fino a 50 qualità, tra cui specie prelibate che gli altri non conoscono o che prendono a bastonate. Pratica dannosa, quest’ultima, e per nulla rispettosa di una creatura, il fungo, che ha anch’essa diritto di vivere senza essere schiacciata.
I “fungiàt” biellesi ben conoscono le diffusissime “donne rosse”, funghi che ai piedi delle Alpi popolano i boschi autunnali, attirando nelle Baragge del Piemonte settentrionale veri e propri plotoni di cercatori, che sovente trasportano negligentemente i funghi nelle buste di plastica.
Simile al Leccinum aurantiacum, il Leccinum quercinum Pilát, popolarmente conosciuto con il nome “porcinello rosso”, nella parlata piemontese è detto “cravetta rusa”, “dona rusa”. Vive in simbiosi con betulle, querce, nocciolo, e soprattutto con pioppo tremolo.
In Sardegna viceversa è un fungo rarissimo, trovato solamente nel 1994 e nel 1995 sul massiccio del Limbara in località Vallicciola, montagna dai risvolti “alpini”, che ospita anche altre specie particolari del mondo animale, come alcuni uccelli tipici delle Alpi.

Lucio Bordignon

Nell’immagine: Leccinum aurantiacum (fotografia di Renato Tizzoni)

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