Pettinengo, ragazzi di paesi europei in visita al Museo delle Migrazioni

Pettinengo, Museo delle Migrazioni, ragazzi del Campo di Volontariato Internazionale

Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli , via Fiume, 12, Pettinengo – Aperto tutte le domeniche, dalle ore 14.30 alle ore 18.30 – Info e su prenotazione: Idillio, 3343452685 – Ingresso libero

Nell’ambito dello S.C.I. (Servizio Civile Internazionale) è giunto a Pettinengo un gruppo di giovani provenienti da Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Austria. Con loro un italiano di Roma e uno del Ghana richiedente asilo. Si fermeranno a Villa Piazzo fino all’8 settembre, ospiti di Pacefuturo, la ONLUS di Pettinengo che ha proposto un Campo di Volontariato Internazionale riservato a maggiorenni per confrontarsi su tematiche molto attuali, quali “rifugiati, immigrati e minoranze etniche”.
Nell’agenda dei ragazzi, la visita al Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli, cellula eco museale aderente alla Rete Museale Biellese. Particolarmente motivati della loro scelta, i giovani hanno ascoltato con molta attenzione le spiegazioni di Claudio Ceretti, guida del Museo che ha illustrato alcuni aspetti caratterizzanti diversi allestimenti, soffermandosi – su richiesta dei visitatori – nella sezione dedicata alla migrazione dei popoli Romanì. Attraverso le parole e il racconto espositivo i giovani sono entrati in contatto con un universo poco noto, quale la deportazione, la migrazione forzata di Rom e Sinti italiani perlopiù di origine istriana e friulana, confinati in Sardegna a seguito delle famigerate leggi razziali del 1938. Dopo il settembre 1940, si registrano anche Rom in regime di internamento: dai documenti d’archivio suffragati da rare testimonianze dirette, che ne registrano la presenza in vari paesi, la presenza degli zingari in Sardegna è registrata ad Arzana, Bortigali, Gairo, Illorai, Jerzu, Laconi, Lanusei, Loceri, Lodé, Lula, Martis, Nurri, Ovodda, Padria, Perdasdefogu, Posada, Seui, Talana, Tortolì, Ulassai, Urzulei, Ussassai.
In alcuni casi i Rom confinati e internati rimasero in Sardegna anche oltre la fine del conflitto mondiale.

Simmaco Cabiddu

Nell’immagine: Pettinengo, Museo delle Migrazioni, ragazzi del Campo di Volontariato Internazionale

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