Pietre a Nuraghe Chervu di Biella dai comuni piemontesi e sardi

Annunziata Gallo, Valeria Varnero, Battista Saiu

È iniziata, presso l’area monumentale di Nuraghe Chervu, alle porte della Città di Biella, la posa di lastre di pietra locale provenienti dai comuni della Provincia di Biella, sulle quali sono incisi nome del paese e numero dei caduti durante la Prima Guerra Mondiale.
La fattibilità del progetto di pavimentazione ad opus incertum, formato da materiale lapideo di dimensioni massime 30x40x7 cm, è stata monitorata dagli Uffici “Parchi e Giardini” su indicazioni dell’Assessore Valeria Varnero, coinvolgendo inizialmente i 78 comuni viciniori, con deliberazione n. 409 del 30.10.2017, con la quale il Comune di Biella ha accolto la proposta del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” per il completamento dell’area monumentale con pietre delle regioni d’Italia.
Nelle scorse settimane, il prefetto di Biella, dott.ssa Annunziata Gallo ha esteso l’invito ai 1.917 comuni piemontesi e ai 377 comuni sardi, attraverso le locali autorità di governo presenti nelle due regioni. L’iniziativa è accredita quale progetto rientrante nel Programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli Anniversari di interesse nazionale.
La vasta area monumentale alle porte della città, denominata “Nuraghe Chervu“, prende il nome dal Torrente Cervo, luogo in cui sorge. Eretta nell’anno 2008, in Corso Lago Maggiore, è dedicata alla Brigata “Sassari” e ai Caduti biellesi della Prima Guerra Mondiale. Si tratta di un monumento formato da massi di melafiro estratti dalle cave di Curino, a ricordo degli studi scientifici che il geologo Alberto Ferrero della Marmora compì nel Biellese, prima del suo forzato trasferimento in Sardegna. Isola che La Marmora amò, al pari delle genti che l’abitavano, componendo su di essa oltre cinquanta lavori scientifici, iniziati nel 1819. Alla sua morte (1863), Quintino Sella volle che nella basilica di san Sebastiano, tempio civico della Città di Biella, tre lastre di melafiro, provenienti dalle ormai dismesse cave di Graglia, decorassero il monumento funebre dedicato all’amico Generale, Senatore del Regno di Sardegna, dimenticato e rimosso nella sua terra di origine.
La scelta dei blocchi di roccia biellese vuole significare l’antico legame tra Biella e la Sardegna. Le altre pietre, provenienti da ogni parte d’Italia, vogliono rievocare il dolore delle guerre e dei sacrifici che hanno contribuito alla creazione dell’Italia moderna. Una memoria collettiva affievolita che con Nuraghe Chervu si vuole rinvigorire e tramandare.

Simmaco Cabiddu

Nell’immagine: il prefetto di Biella, Annunziata Gallo, sopralluogo a Nuraghe Chervu con l’assessore della Città di Biella, Valeria Varnero e il presidente di Su Nuraghe, Battista Saiu

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