Francesca Lai, artista “celticherranea” biellese di origini sardo-venete

arpa e tamburo di Francesca Lai

Nelle scorse settimane, Palazzo Boglietti di Biella ha ospitato “Ali ancestrali”, concerto benefico di Francesca Lai, il cui ricavato è stato destinato alla Fondazione Clelio Angelino per la cura della leucemia.

Francesca Lai, in arte “Fralalai”, è un’arpista, musicista e cantautrice biellese di origini sardo-venete, residente in Olanda. “Definisco il mio stile “celticherraneo” – afferma Francesca – ovvero una specie di fusione tra universo celtico e mediterraneo” in quanto le loro sonorità sono intrise di atmosfere sognanti e mistiche, richiamano sia l’incanto delle musiche celtiche, che la profondità e l’intensità emotiva dei toni mediterranei. “Fralalai” si definisce una trobairitz (trobadour donna) neo-antica, che fonde stili e linguaggi diversi in una miscela interculturale con l’intento di collegare il nostro tempo con mondi antichi.
“Il termine ‘celticherraneo’ – spiega la giovane artista – ha preso forma non solo per via dei miei gusti musicali, ma anche grazie al mio patrimonio genetico”. Figlia di madre veneta delle montagne bellunesi e padre sardo di Tissi in provincia di Sassari, Francesca ha sempre sentito il richiamo di questi due mondi fatti di paesaggi, influenze culturali e vibrazioni molto ricche e diverse. “Sento nella mia essenza e nella mia espressività di avere sia elementi nordici che mediterranei”.
“Mia madre – sostiene – è stata il “portale” che mi ha aperto al folklore celtico, alle atmosfere dei boschi umidi del Nord e alle leggende legate agli spiriti della natura. Questi input – continua la giovane artista – mi hanno spontaneamente portata ad avvicinarmi all’arpa e a percepire e a trasmettere questi paesaggi sonori attraverso le vibrazioni delle corde e i toni sognanti della mia voce, mentre il ramo paterno è legato al mediterraneo, che percepisco come più viscerale, materiale, di terra. La Sardegna, la sua storia, il suo mistero e la sua forza di pietra mi hanno ispirato a creare musiche più arcane, in cui esprimo la parte di me più intensa e legata alla profondità del tamburo, quindi in un certo senso complementare al mio più etereo lato nordico”. A confermare la mia identità “celticherranea” è stata anche la ricerca sul mio cognome tipicamente sardo: “Lai”, parola presente anche nel vocabolario celtico con significati legati a musica e poesia. “Pertanto – conclude Francesca con sguardo sognante – la scelta del nome “Fralalai” nasce dall’unione del mio nome Francesca, che significa “franca, libera” e del mio cognome, “Lai”, ossia poesia accompagnata da musica”.
Nomen omen, dicevano gli antichi, vale a dire che “il nome è un presagio”, ossia, che in ogni nome così come in ogni cosa è nascosto un segreto, un segno, un filo che collega le cose; seguendo questo filo è possibile conoscere se stessi, le proprie origini, e ciò che ognuno di noi può portare nel mondo.

Simmaco Cabiddu

Nell’immagine: arpa e tamburo di Francesca Lai

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