Un fiore al mese da Su Nuraghe, Maggio: ape su fiore di melo

ape su fiore di melo

Per fare il miele le api raccolgono il nettare, un liquido zuccherino che si trova sul fondo della corolla dei fiori e poi lo concentrano aggiungendo sostanze proprie, in particolare enzimi. Ogni ape ha una sacca in cui riporre il raccolto: si chiama sacca melaria e può contenere fino a 40 milligrammi di nettare. Il numero di fiori che un’ape visita ogni giorno dipende dal tipo di fiore perché, a seconda delle piante, esso produce differenti quantità di nettare.
Si è stimato che in un solo giorno un’ape possa visitare migliaia di fiori. E’ stato calcolato che per ottenere un kilogrammo di miele le api devono effettuare un percorso equivalente a tre volte il giro del mondo.
Frutto dal sapore particolarmente gradevole, la mela, oltre ad avere un forte valore simbolico, gode anche di grande fama, tramandata sia dalla tradizione biblica che dalla mitologia.
Appartiene alla famiglia delle Rosacee (Malus communis, melo) e il suo albero, che può raggiungere fino ad 8 metri d’altezza, è il melo, originario dell’Asia centrale la cui comparsa risale al Neolitico, presente attualmente con circa 2000 varietà. Le foglie sono semplici, hanno i margini seghettati e i fiori si presentano con petali bianchi, leggermente sfumati verso il rosa. Questo frutto si può trovare in ogni stagione dell’anno, anche se la sua maturazione naturale va da fine agosto a metà settembre. Dopo la raccolta, i frutti vengono conservati a temperature basse, (attorno a 0 °C ) con umidità del 85-90%. Le mele infatti per essere consumate in modo ottimale, devono essere riposte in ambienti freschi.
Molto popolare in Europa, il consumo delle mele è di circa 20 kg all’anno (pro capite), pari ad una media di una mela e mezza al giorno. Negli Stati Uniti, invece,se ne consumano “solo” 9 kg l’anno, pari ad uno ogni quattro giorni. È sicuramente il frutto più diffuso in Italia, dove viene considerato sempre, sinonimo di salute e benessere. Per circa l’85% del loro peso le mele sono costituite da acqua. La restante parte è costituita sopratutto da carboidrati e da vitamine, tra cui la vitamina A, E, C. Numerosi sono i suoi utilizzi industriali: vengono impiegate per i dolci, per la produzione di succhi, liquori e creme. Nella nostra penisola la produzione di mele è abbondante e di ottima qualità, inoltre c’è possibilità di scegliere tra tantissime varietà: Golden delicius, Red delicius, Stark delicius, Bella di Roma, Jonathan, Renetta del Canada, Renetta ruggine, Granny Smith, Gala, ecc..

Origini
Recenti studi collocano l’origine del melo al Kazakistan, attorno alla cui capitale Alma Ata, che significa appunto “Padre delle mele”. Questa pianta sarebbe arrivata lungo il Mediterraneo e la Via della Seta, in particolare per i semi che, attraverso le deiezioni e i residui dei pasti, i carovanieri abbandonavano nel lunghissimo percorso.

Miti e leggende
La maggior parte dei miti sul melo sono legati dal simbolismo che ha il suo frutto, la mela, ,nell’amore. Una delle storie più famose in questo senso è sicuramente quella legata al Simposio di Platone dove Aristofane spiega in cosa consiste l’amore: all’inizio ciascuno costituiva un intero non esisteva la distinzione uomo-donna, l’individuo era perfetto, era felice e bastava a sé stesso. Un giorno Zeus, che era geloso di questa perfezione, tagliò a metà la mela perfetta e così da quell’individuo ermafrodita derivarono maschi e femmine. Da quel giorno l’uomo iniziò a cercare disperatamente la sua metà, perché senza di lei egli si sentiva incompleto e infelice.
Eris, dea della discordia, furiosa per l’esclusione dal banchetto nuziale di Peleo e Teti, per vendicarsi dell’affronto portò agli invitati una mela d’oro, dichiarando che era destinata “alla più bella” fra le divine convitate. Le tre dee che la pretesero furono Era, Atena e Afrodite. Giove, per togliersi dall’ingrato compito, stabilì che questa decisione spettasse all’uomo più bello, cioè Paride principe di Troia. Ogni dea allora promise al giovane una ricompensa in cambio della mela: Atena, gli avrebbe donato la sapienza e l’intelligenza, Era lo avrebbe reso ricco, potente e glorioso e Afrodite gli offrì l’amore, concedendogli in sposa la donna più bella, Elena. Paride favorì quest’ultima scatenando l’ira delle altre due. La dea dell’amore aiutò quindi Paride a rapire Elena, moglie del re di Sparta Menelao, ponendo le basi per la guerra di Troia.
Nei racconti di Esopo e dei fratelli Grimm la mela era considerata alimento magico per eccellenza, ma uno dei simbolismi più forti è sicuramente quello legato alla religione e alla tradizione cristiana, che individua la mela come un frutto proibito, Eva che tentata dal serpente coglie il frutto del peccato. A conferma anche l’assonanza con in termine latino malum, che significa mela ma anche sofferenza, punizione, castigo e interpreta la condizione umana dopo la cacciata dal Paradiso Terrestre.
Nelle tradizioni celtiche, la mela è un frutto di scienza, di magia e di rivelazione ed è anche un nutrimento meraviglioso.
Nella mitologia scandinava invece questo alimento rappresenta l’eterna giovinezza, in linea con i racconti medievali che indicano le mele fatate come simbolo dell’immortalità e quelli romani per i quali questo frutto simboleggia il dominio universale.
La tesi del possibile potere delle mele di assicurare una lunga vita, incuriosì anche Alessandro Magno che, durante le sue spedizioni, avrebbe trovato mele capaci di prolungare l’esistenza di qualche centinaio di anni; peccato però che non gli fu possibile sperimentarlo fino in fondo, visto che morì piuttosto giovane.

La mela alimento funzionale
In 100 grammi di prodotto commestibile sono mediamente contenute: circa 85 grammi d’acqua, 0,2 grammi di proteine, 0,1 grammi di grassi, 11 grammi di zuccheri di diverso tipo, tra cui fruttosio, glucosio, e saccarosio, 2 grammi di fibre, per un totale di circa 45-50 calorie, e circa 4 grammi di sali minerali tra cui potassio, zolfo, fosforo, calcio, magnesio, sodio, ferro, oltre a tracce di rame, iodio, zinco manganese, e silicio. La mela è ricca anche di vitamine: C, PP, B1; B2, A, e contiene inoltre acido malico (circa 0,6-1,3 grammi). Sia nella polpa che nella buccia sono inoltre presenti eteri, tannini, alcoli, aldeidi e un elevato numero di terpeni che rende infinitamente vario il profumo e il sapore delle mele. I valori elencati sono indicativi e possono variare a seconda del grado di maturazione del frutto e della qualità, anche perchè in tutto il mondo oggi se ne contano migliaia di varietà.
Il famoso detto popolare “una mela al giorno leva il medico di torno” ha quindi un fondamento vero: la mela è considerata infatti un farmaco della natura, un rimedio per tantissimi problemi. Per esempio è ben tollerata dai diabetici perché ha il potere di “tenere sotto controllo” la glicemia, regolando quindi l’assorbimento degli zuccheri. Generalmente viene mangiata cruda e in questo caso ha un’azione astringente ma, consumata cotta, è un naturale e ottimo rimedio contro la stipsi.. Se consumate regolarmente, le mele abbassano il colesterolo cosiddetto “cattivo” (LDL) e aumentano quello buono (HDL) anche in pochissimo tempo e sono considerate preziose nella prevenzione di ictus e tumori. Uno studio americano rivela che la buccia delle mele denominate “Red Delicius”, avrebbe infatti proprietà antitumorali.

La mela in cosmesi
Per rassodare la pelle, basta tamponarla con succo di mela fresco e per “schiarirla”, basta mescolare il succo con il limone. Per attenuare le rughe si può ricorrere ad una maschera per il viso, preparata con una mela tagliata a pezzetti, cotta in mezzo bicchiere di latte. Per ottenere un effetto “tonico”, basterà applicare alcune fette di mela cruda sul viso e lasciarle “riposare” per 45 minuti. Una maschera a base di mele grattugiate e yogurt invece è particolarmente indicata per pelli secche o “spente”. Infine, la mela cotogna è in grado di contrastare l’invecchiamento della pelle, fungendo da idratante e combattendo l’insorgenza delle rughe.

Paolo Detoma

Nell’immagine: ape su fiore di melo (Malus domestica), foto di Davide Salgarella

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