Un fiore al mese da Su Nuraghe, Ottobre: ape su fiore di rosa

Rosa rugosa

Le immagini di fiori visitati da api, pubblicate in Su Calendariu 2019, edito dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, ci accompagnano con cadenza mensile per conoscere il mondo delle api e i preziosi prodotti da esse ottenuti.

Il veleno d’ape è prodotto da specifiche ghiandole delle api di sesso femminile, collegate a una sacca contenitrice e a un pungiglione: le api operaie ne sono dotate per difendere l’alveare, attaccando eventuali aggressori. È una sostanza complessa, principalmente composta da elementi che provocano vasodilatazione e fluidificazione del sangue, favorendo reazioni infiammatorie e agendo sul sistema nervoso centrale di chi è punto. Le virtù terapeutiche del veleno d’api sono state studiate da scienziati dell’Europa dell’Est e da Francesi. È stato dimostrato che può essere utile nei casi di infarto per la sua azione sul sangue, nei casi di artriti, reumatismi, nevralgie. Può essere somministrato, sempre sotto controllo medico, con puntura diretta dell’insetto o a mezzo di pomate. In soggetti allergici può dare reazioni avverse molto gravi fino allo shock anafilattico che può essere mortale.
Il genere Rosa appartiene alla famiglia delle Rosacee che comprende circa 150 specie, originarie dell’Europa e dell’Asia: cespugliose, sarmentose, rampicanti, striscianti, arbusti e alberelli a fiore grande o piccolo, a mazzetti, pannocchie o solitari, semplici o doppi, frutti ad achenio contenuti in un falso frutto (cinorrodo); le specie spontanee in Italia sono oltre 30, tra cui: Rosa canina, la più comune; Rosa gallica, poco comune nelle brughiere e luoghi sassosi; Rosa glauca, frequente sulle Alpi; Rosa pendulina, comune sulle Alpi e l’Appennino settentrionale; Rosa sempervirens, meglio conosciuta come rosa di San Giovanni.
Le rose moderne sono il frutto di ibridazione delle specie originarie. Il capostipite è un ibrido di rosa Tea “La France” del 1867. I colori delle rose moderne abbracciano tutti quelli dello spettro, tranne il blu scuro.

UTILIZZI
Le rose hanno molteplici utilizzi: dal giardinaggio alla medicina ma anche in cucina. Sono innanzitutto piante ornamentali nei giardini, per macchie di colore e bordure, per ricoprire pergolati, tralicci o recinzioni. Le specie nane dalle tinte brillanti e con fioriture prolungate possono essere coltivate anche in vaso sui terrazzi. Alcune varietà a fusto eretto e fiore grande vengono utilizzate come fiore reciso.
I petali vengono poi utilizzati sia per l’estrazione dell’essenza di Rosa e degli aromi utilizzati in profumeria, nell’industria essenziera, nella cosmetica, pasticceria e liquoristica, ma anche in medicina per le proprietà astringenti.
Le foglie hanno proprietà antidiarroiche, i frutti, ricchi di vitamina C, sono diuretici, sedativi, astringenti e vermifughi.
I semi hanno azione antielmintica.
Le galle prodotte da alcuni insetti, sono ricche di tannini ed hanno proprietà diuretiche e sudorifere.
All’olio di rosa vengono attribuite proprietà afrodisiache, sedative, antidepressive, antidolorifiche, antisettiche, toniche del cuore, dello stomaco, del fegato, regolatrici del ciclo mestruale.
In cucina le rose sono utilizzate sia come elemento decorativo che come alimento, ma è importante che le piante non siano state trattate chimicamente. Ad esempio, le giovani foglie delle rose spontanee servono per la preparazione di un tè di rosa, i petali possono essere consumati in insalata, i frutti della rosa, in particolare quelli della rosa canina, sono impiegati nella preparazione di confetture.

METODI DI COLTIVAZIONE
La rosa si adatta a qualunque tipo di terreno purché lavorato in profondità, ben concimato con stallatico maturo. Le piante vengono collocate a dimora in autunno o alla fine dell’inverno nelle zone con forti geli, la concimazione si effettua all’inizio della ripresa vegetativa, incorporando nel terreno letame maturo.
La potatura delle piante è importantissima per una buona fioritura: le varietà rifiorenti si potano alla fine dell’inverno o inizio primavera, togliendo i rami vecchi e accorciando quelli nuovi e lasciando da 2 a 6 gemme per ramo a seconda del vigore e varietà (generalmente le potature energiche favoriscono la fioritura). Eliminando man mano i rametti che hanno già fiorito si stimola la produzione di nuovi fiori. Le rampicanti si potano in base al vigore vegetativo, asportando i vecchi rami e accorciando quelli nuovi.
Le varietà non rifiorenti, che hanno forti cacciate lunghe anche alcuni metri, richiedono l’eliminazione dei rami di 3 anni e la curvatura delle cacciate di 1 anno che fioriranno nell’anno successivo.

MOLTIPLICAZIONE
La moltiplicazione avviene di norma per talea di getti dell’anno già lignificati e piantati in cassone a fine estate, o per innesto ad occhio vegetante in primavera estate.
Nelle coltivazioni industriali con le varietà coltivate per il fiore reciso, viene praticato l’innesto su soggetto Rosa indica varietà major che fornisce al nesto il giusto vigore.
Per avere piante resistenti alla siccità o al gelo si utilizza come soggetto la Rosa canina ottenuta con la semina.
Le rose sono soggette a diverse malattie dovute a cause differenti malattie parassitarie da fungo, come la ruggine delle rose, il mal bianco, la ticchiolatura, la peronospora, il marciume basale o la muffa; malattie da insetti o parassiti animali, come i pidocchi (o afidi), gli argidi, le cocciniglie, le cicaline e i ragnetti rossi; malattie ambientali, dovute ad un trattamento scorretto delle rose e da problemi derivanti dall’alimentazione o dall’irrigazione.
Molte di queste malattie sono prevenibili attraverso buone pratiche colturali come potatura, irrigazioni e concimazione. Per quanto riguarda l’irrigazione non bisogna dare troppa acqua perché le radici soffrono molto il ristagno, dando luogo ad un problema noto come “asfissia radicale”. Meglio poca e frequentemente. La concimazione va fatta con concimi organici specifici per rose e va ripetuta frequentemente.

Paolo Detoma

Nell’immagine: Rosa (Rosa rugosa), foto di Giorgio Bello

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