Difendere la Memoria dai pericoli dell’oblio: quattro iniziative con Su Nuraghe

un momento di In fila per uno, serata curata da Mirko Cherchi alla Biblioteca civica di Biella

La data del 27 Gennaio è divenuta simbolo della Shoah per delibera delle Nazioni Unite nel 2005, ma in Italia la ricorrenza ufficiale è stata istituita cinque anni prima, su iniziativa del Parlamento – Per commemorare il 75° Anniversario dell’abbattimento dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuto per mano dei soldati sovietici il 27 gennaio 1945, la comunità biellese ha sostenuto diverse iniziative, di cui almeno quattro – come i mori sulla bandiera dell’isola – in collaborazione con il Circolo dei Sardi di Biella.

La prima è la mostra “Ricordiamo. Perché non accada mai più”, organizzata da ANFFAS e da Su Nuraghe, inaugurata al castello Vialardi di Verrone il 25 gennaio scorso. L’esposizione, allestita nel Salone Nuovo di Falseum (il museo del falso e dell’inganno), sarà visitabile ancora fino al 29 febbraio. Riguarda l’eliminazione dei disabili fisici e mentali – tra cui moltissimi bambini – perpetrata dal regime nazista, dalla fine degli anni Trenta al 1945. «Lo sterminio di cui oggi si ricordano gli orrori – si legge in uno dei pannelli – ha colpito Ebrei, dissidenti politici, minoranze etniche, omosessuali e anche persone con disabilità. Queste ultime in particolare considerate come “vite non degne di essere vissute”, inquinatori della razza e come un costo economico inutile per le casse dello stato tedesco».

La seconda è la conferenza tenutasi lunedì 27 gennaio nell’aula magna del Liceo Scientifico “Amedeo Avogadro” di Biella, che ha visto la partecipazione di molte autorità locali e, soprattutto, quella attiva degli studenti, con letture di brani dedicati all’Olocausto e una performance musicale in omaggio alla senatrice Liliana Segre. In quest’occasione l’antropologo Battista Saiu, presidente di Su Nuraghe, ha parlato ai ragazzi del progetto “Aktion T4” del Terzo Reich, che prevedeva l’eliminazione sistematica dei tedeschi disabili, al fine di “depurare” la razza ariana secondo le linee-guida allora in voga dell’eutanasia passiva (sterilizzazione e/o soppressione). Ha infine invitato tutti i presenti a vistare la mostra di Verrone.

La terza è la benedizione della lapide che ricorda le vittime biellesi della Shoah, posta nelle vicinanze dell’antica Sinagoga di Biella di vicolo del Bellone. I ragazzi del Liceo Scientifico “Amedeo Avogadro”, accompagnati dal preside Dino Gentile, sono saliti a piedi (sia per rendere omaggio all’esodo ed alla diaspora degli Ebrei, sia per non rischiare di rimanere bloccati nella funicolare), fino al Piazzo, dove hanno trovato ad attenderli le donne di Su Nuraghe che, vestite nei loro abiti tradizionali, con una breve cerimonia partecipata hanno officiato il rito della benedizione con semi di grano e petali di rosa.

La quarta e ultima iniziativa si è svolta venerdì 31 gennaio nella Biblioteca civica di Biella di Piazza Curiel, nell’ambito della nona edizione dell’evento “Biella per il Giorno della Memoria”, organizzata dal Comune di Biella e dalla locale Chiesa Evangelica della riconciliazione. Mirko Cherchi, attore, già responsabile del laboratorio teatrale del Circolo Su Nuraghe, ha letto, insieme a numerosi colleghi e a un coro, brani tratti da: Il Manifesto della razza – testo che, pubblicato nel luglio del 1938 sul Secolo d’Italia, costituirà la base ideologica e pseudo-scientifica della politica razzista dell’Italia di Mussolini; Il diario di Etty Hillesum, giovane ebrea olandese morta nei campi di sterminio con tutta la sua famiglia; e da “Se questo è un uomo” e “La tregua” di Primo Levi.

Un lungo viaggio nella memoria, dunque, attingendo da testi, documenti, filmati e testimonianze come da una fonte da preservare assolutamente “attiva” perché, come ci ricorda proprio Mirko Cherchi: «ancora per poco tempo avremo qualche viva testimonianza di quel periodo; quelle persone sono da guardare e ascoltare con assoluto rispetto, con religioso silenzio. Sappiamo che i nostri figli non avranno questo prezioso e sacro tesoro educativo, se non nella forma della memoria visiva e scritta e pertanto è nostro dovere difenderli dal pericolo dell’oblio».

Michele Careddu

Nell’immagine: un momento di “In fila per uno”, serata curata da Mirko Cherchi alla Biblioteca civica di Biella

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