Dolci sardi di Carnevale e loro arcaici significati

Cari amici Biellesi, i tre dolci sardi da voi citati: “zippulas, cattas e arrubiolus“, proposti durante la recente “Gran favata” di Su Nuraghe. hanno le seguenti etimologie, delle quali vi faccio dono carnascialesco.

Felicia La Vecchia Vaccargiu
Arrubiolos di Felicia La Vecchia Vaccargiu.

ZÍPPULA, zèppola. Per la descrizione della confezione, vedi cattas. è la nota ‘frittella tonda’ di Carnevale, col buco al centro, famosa specialmente nel Campidano. Wagner fa il confronto col sic. e cal. zìppula; nap. e irp. zèppola; abruzz. zèppele. Non dà comunque l’etimo, che sembrerebbe provenire dal bab. ṣīpu ‘sommersione, infradiciamento, messa a mollo’: di campi irrigati, di carne cotta; ed anche ‘mattoni tinti o tessili tinti (per immersione nella tintura)’. Il confronto con le frittelle sarde può essere facile, tutto sommato, perché vengono fritte annegandole in copioso olio d’oliva o in copioso strutto.
Ma la vera base etimologica è l’akk. zīpu ‘stampo’ su cui versare la creta o la cera liquida. Per come vengono fatte tradizionalmente le zίppulas (versando la pasta liquida attraverso l’imbuto), l’etimo è perfetto.
CATTA variante del cgn Cata. Ma può anche corrispondere al sost. catta ‘zeppola’ ossia ‘frittella’, la cui base etimologica è l’akk. kattu(m) ‘che corrobora’ o kātu ‘impegno di rassicurazione’. Ma potrebbe essere un arcaico nome di fantasia, da sum. ka tum ‘to bring news, portare novità’ (riferito al nuovo anno che avanza). Questi antichissimi riferimenti, per la qualità del dolce che definiscono, sono tutto un programma. Is cattas o is zίppulas sono i dolci tipici del Carnevale, i dolci della festa più sfrenata.
ARRUBIÓLUS, dolci sardi caratteristici del Carnevale, e non solo. Il protagonista del dolce è il formaggio fresco, che si amalgama col rosso d’uovo, semola, un po’ di zucchero, buccia d’arancia; poi se ne fanno delle “noci” che s’insemolano e si friggono. per la rapidità dell’esecuzione, può essere considerato un dolce universale. Forse per questo ricevette l’appellativo accadico rubû(m) ‘principe, re’ + ulû ‘olio o burro o strutto tra i migliori’: in stato costrutto rubi-ulû, col significato di ‘re delle fritture’. A meno che l’arcaico significato non sia sumerico, da rub ‘andare’ + ul ‘affrettarsi’: rub-ul, col significato di ‘andare in fretta’ (tutto un programma).Continua a leggere →

Biblioteca Su Nuraghe e territorio, il caso di Mario Salamone

Mario Salamone
Pagina del giornale Il Biellese del 25 gennaio 2013.

Soddisfazione tra i Soci per i successi scolastici e di apprendistato di Mario Salamone

A seguito di una Convenzione di tirocinio di formazione e orientamento tra l’Istituto Tecnico Industriale Statale “Q.Sella” di Biella, e l’Associazione Circolo Culturale Sardo di Biella, il giovane studente Mario Salamone ha svolto attività di formazione per l’apprendimento delle tecniche di catalogazione presso la Biblioteca Su Nuraghe, al fine di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro e realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro nell’ambito dei processi formativi.
L’attività di formazione si è svolta dal 10 aprile al 30 giugno 2010, presso la sede di Su Nuraghe, in via Galileo Galilei, con il supporto dei soci e la collaborazione delle “donne del filet”, veri e propri angeli custodi che hanno seguito amorevolmente Mario nei momenti di permanenza a Su Nuraghe.
Durante il tirocinio è stato seguito direttamente dal bibliotecario Biagio Picciau e da Melinda Marroccu, incaricati dal presidente dell’Associazione, Battista Saiu.
Tra le ipotesi concordate tra Su Nuraghe e l’Istituto Tecnico Industriale Statale “Q.Sella”, il tirocinio ha avuto lo scopo di aiutare lo studente a potenziare e migliorare le proprie capacità di comunicazione in ambiti diversi da quello scolastico e da quello familiare, impegnandosi a comprendere quanto gli veniva insegnato e detto, rielaborandolo per farne una sua competenza da utilizzare in ambito lavorativo.
Ora, davanti a nuove prospettive lavorative e di vita, con il percorso formativo ultimato, gli Amministratori e i Soci di Su Nuraghe si uniscono alla gioia di Mario e dei genitori per gli ottimi risultati raggiunti.Continua a leggere →

Tenores di Neoneli, applauditi a Biella e a Bruxelles

Continua il successo dei Tenores di Neoneli – a Novembre, a Biella, nell’Auditorium di Palazzo Gromo-Losa – a Gennaio, a Bruxelles, tra i banchi del Parlamento Europeo – canto sardo “a tenore”, patrimonio immateriale dell’Umanità (Unesco 2005)

Tenores di Neoneli
I Tenores di Neoneli tra i banchi del Parlamento Europeo a Bruxelles.

Lo scorso 22 gennaio 2013, per la seconda volta, l’onda del Festival Sete Sóis Sete Luas ha raggiunto il Parlamento Europeo, trasformando in un grande palcoscenico la sala della Commissione Cultura di Bruxelles.
Un appuntamento che diventa sempre più sintesi del dialogo tra i vari popoli che si affaciano sul Mediterraneo, svolgendo un importante compito, che prevede interventi in Marocco, Palestina, Israele, Tunisia.
«Dare possibilità alla crescita di questo percorso – ha affermato Marco Abbondanza, direttore artistico del Festival – significa investire nella ricchezza che il dialogo e lo scambio portano con sé, ricchezza intellettuale ed anche economica. La diversità produce fantasia e creatività, valori che stanno alla base del bisogno che abbiamo di conoscere cose nuove, di visitare luoghi mai visti. Da qui, la valenza anche socio-economica del Festival, che propone un’idea intelligente di turismo. Alla scoperta del poco conosciuto, del non inflazionato, di ciò che non obbedisce alle regole standardizzate dei mercati dominanti, come quello della musica di derivazione anglofona».
Per gli euro-deputati, un’inedita gradita sorpresa nell’accogliere la delegazione del Festival, formata da persone provenienti da Italia, Portogallo, Spagna, Francia, Istria, con due assi in più nella manica: Sardegna e Andalusia. La grande Isola era rappresentata dai Tenores di Neoneli (nelle melodie polivocali più antiche al mondo); la regione meridionale più popolosa della Penisola Iberica, da Juan Pinilla, giovane talento del flamenco.Continua a leggere →

Farfalle sarde e biellesi… «ricordo un piccolo prato a Soprana»

Pavonia minore, Saturnia pavonia
Pavonia minore, Saturnia pavonia - Farfalla notturna abbastanza ben distribuita sino ai 1500 metri.

Anche a naso, tutti quanti noi sopra i quarant’anni, che abbiamo trascorso un’infanzia libera nei prati, ci rendiamo conto che il numero delle farfalle oggi si è notevolmente ridotto rispetto ad un recente passato. Mi ricordo di un piccolo prato a Soprana dove andavo a giocare da bambino e dove c’erano diverse zerinzia (o polissena Zerynthia polyxena): ora quel prato è stato occupato da un grosso caseggiato! Ho il ricordo di un frutteto dove vedevo le belle atalanta (o vulcano Vanessa atalanta) che venivano a suggere il liquido zuccherino che fuoriusciva dai fichi: ora quel frutteto è stato abbandonato ed è una boscaglia di robinie!
Ogni casa nella mia piccola frazione, Cerreia, negli anni Sessanta-Settanta aveva animali da cortile ed un suo letamaio. Sopra il letame crescevano rigogliose le ortiche, e sulle foglie dell’ortica vi erano tanti bruchi neri che le divoravano: erano larve di vanesse di varie specie. Ora non c’è più nulla di tutto questo!
Visto questo stato di generale degrado ci siamo chiesti se ripristinando la copertura vegetale nelle ex-miniere potevamo fare qualcosa di specifico per aiutare le farfalle, qualcosa di simile a quello fatto negli anni passati per gli uccelli.Continua a leggere →

Fave di Sardegna e legumi di carnevale oltre mare, Alpi e oceani

Cucinieri di Su Nuraghe
Cucinieri di Su Nuraghe.

Sabato 2 febbraio 2013, con la “Gran favata”, entra nel vivo il Carnevale dei Sardi di Biella, piatto tipico della tradizione contadina, che dal Mediterraneo, giunge e attraversa Alpi e oceani.
Nel periodo di Carnevale che culmina con il Martedì grasso, all’ombra del Mucrone, le associazioni che operano nei paesi e nei quartieri dei centri maggiori, preparano pubbliche fagiolate, secondo gustosissime e segrete ricette, rigorosamente tramandate oralmente. Per diffusione territoriale e per quantità di derrate consumate, Biella (e il Piemonte orientale) vanta un primato di tutto rispetto, incrementato negli ultimi 35 anni, della Gran favata dei Sardi.
Nel periodo di Carnevale, la pluridecennale costante presenza della cucina sarda ai piedi delle Alpi rende unico il panorama culinario biellese, se si considera la preparazione tipica isolana al pari della “casseula” brianzola, preparata con cotenna, puntine, salsiccia e una gran quantità di cavoli, o della variante presente nella vicina Svizzera ticinese, in cui, con l’aggiunta di speck, diviene “cazzöla“.Continua a leggere →