Il “Regno Segreto”, un po’ di Biella in Sardegna sabauda in mostra a Nuoro

pagina di Eco di Biella, edizione del 18 giugno 2020

Prestiti da Biella al MAN (Museo Arte Contemporanea) di Nuoro da Fondazione Sella, Generazioni e Luoghi, Biblioteca Civica
Il Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo (Biella) – riaperto da domenica 28 giugno 2020 (ore 15-19) – custodisce l’unica statua in marmo nota di “La madre dell’ucciso”, opera di Francesco Ciusa (Nuoro 1883 – Cagliari 1949) – copia in gesso è presente al MAN – Museo Ciusa di Nuoro.

Un po’ di Biella è in mostra al Museo MAN di Nuoro nella rassegna dal titolo “Il Regno Segreto: Sardegna-Piemonte: una visione postcoloniale” inaugurata il 29 maggio scorso con la riapertura dell’istituzione culturale sarda post Covid-19. La mostra, a cura di Luca Scarlini, sarà visitabile sino a domenica 15 novembre. Adottando una prospettiva postcoloniale il ricco percorso espositivo vuole far emergere le interazioni tra Piemonte e Sardegna a partire dal 1720 quando l’isola passò sotto il controllo sabaudo. E lo fa – come scrive il curatore Luca Scarlini – esplorando profili artistici, microstorie, fatti di costume, vicende ufficiali, situazioni politiche, aneddoti biografici, storie d’amore e guerra, documenti, illustrazioni, intrecci spesso dimenticati, o mai chiariti. I legami tra Piemonte e Sardegna sono fatti di segni e Scarlini cerca di non usare una visione preconcetta per ricostruire una vicenda che ritiene fondamentale nella recente storia italiana.
Tra le prestigiose istituzioni italiane da cui provengono opere d’arte, documenti, manufatti, testi letterari, illustrazioni, ceramiche, fotografie e spartiti musicali, c’è anche un po’ di Biella, perché se si parla di rapporti tra Piemonte e Sardegna non possono mancare illustri figure biellesi. E così dal Centro Studi Generazioni e Luoghi – Archivi Alberti La Marmora, che ha sede al Piazzo, sono partite in marzo per Nuoro 12 tavole estratte dalle carte di Alberto La Marmora conservate a Palazzo La Marmora. La Fondazione Sella ha dato in prestito 12 fotografie di Vittorio Besso che documentano la costruzione della ferrovia e l’attività di alcune miniere dell’isola. Dalla Biblioteca Civica di Biella ecco 3 opere a stampa relative al pittore sardo Giuseppe Biasi. Alberto La Marmora sbarcò in Sardegna, a Carloforte, il 7 febbraio 1819. Era in compagnia di Jacob Keyser, norvegese nonché naturalista e geologo, e il loro scopo era lo studio della fauna ornitologica. Giuseppe Cominotti ritrasse il La Marmora con tutto l’armamentario del geologo e del naturalista in una litografia che costituirà l’antiporta del volume Voyage en Sardaigne de 1819 a 1825 edito a Parigi nel 1826. Così i visitatori della mostra possono immaginarlo mentre percorre in lungo e in largo l’isola misurando, facendo schizzi, riproducendo. Ed ecco esposte tre delle illustrazioni, l’Aquila Sarda ad acquerello, Uccello palustre a matita e carboncino e il Francolino maschio a stampa, che quella fauna rendono non solo descritta, ma effettivamente percepibile. Le notevoli capacità di disegnatore sono ampiamente dimostrate nell’acquerello che ritrae il Golfo di Cagliari anch’esso in mostra. In ostra a Nuoro anche le tempere della nipote Philippine, che tra il 1854 e il 1856 compì alcuni viaggi in Sardegna sulla scia degli appassionati racconti dello zio.
Le fotografie della Fondazione Sella esposte in mostra sono di Vittorio Besso (1828-1895), tuttavia la scheda di catalogo è dedicata in particolare alla ricostruzione storica delle origini dell’azienda vitivinicola ‘Sella & Mosca’, fondata ad Alghero da Erminio Sella ed Edgardo Mosca Riatel con l’entrata in società, a partire dal 1902, del fratello del primo, Vittorio Sella. Si analizza inoltre la documentazione fotografica dei due fratelli Sella in Sardegna. Più rare e sicuramente meno viste sono le immagini di Besso, fotografo professionista a Biella che visitò la Sardegna nel 1880 per fotografare a Caprera Giuseppe Garibaldi e la sua famiglia. Le foto in mostra sono 12 stampe all’albumina e fanno parte di due reportage del 1884 e del 1886 sull’industrializzazione mineraria dell’Iglesiente e sulla costruzione di 600 km delle linee delle Ferrovie secondarie sarde da cui realizzò un album donato a Umberto I di Savoia.
Della Biblioteca Civica di Biella sono esposte in mostra: “Critica d’arte a Biella: lettera aperta a G. V. (Giuseppe Vernetti, ndr) critico d’arte de Il Popolo Biellese” edito nel 1943, il numero di novembre- dicembre del 1937 della rivista Illustrazione Biellese e l’opuscolo “La nuova Chiesa dell’Ospedale di Biella”, appartenente al fondo Giuseppe Gariazzo. Sul catalogo compare, a firma della direttrice della Civica Anna Bosazza, la scheda relativa alla presenza a Biella del pittore sardo Giuseppe Biasi, il cui successo venne contrastato al punto che, in seguito a una probabile montatura ai suoi danni, il Biasi fu accusato di essere una spia tedesca (a causa delle sue frequentazioni presso l’Albergo Principe a Biella, sede del Comando tedesco) e venne arrestato nel 1945. Morì assassinato il 20 maggio di quell’anno, durante un trasferimento ad Andorno Micca.

Roberto Azzoni

Nell’immagine: pagina di Eco di Biella, edizione del 18 giugno 2020.

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