In arrivo a Biella la pietra della memoria della cittadina di Scordia, in provincia di Catania

Sindaco e Giunta Municipale di Scordia

L’amministrazione del Comune siciliano di Scordia in provincia di Catania ha aderito con entusiasmo al progetto di completamento del monumento ai Caduti della Prima guerra mondiale in allestimento presso l’area monumentale del Nuraghe Chervu, alle porte di Biella. Il lastricato commemorativo in corso d’opera è composto da pietre di riuso provenienti da moltissimi comuni italiani con inciso sulla superficie il nome del Comune e il numero dei Caduti nella Grande Guerra. L’iniziativa, partita qualche anno fa dai Sardi di Biella riuniti nel vivace circolo culturale cittadino “Su Nuraghe”, è stata fatta propria da Palazzo Oropa che la sostiene con forza occupandosi della gestione delle pietre in arrivo, della cura del verde dell’area monumentale e delle relazioni con i Comuni che vi hanno sinora aderito.
«Durante la Prima guerra mondiale – si legge nella nota che accompagna la pietra – Scordia in provincia di Catania contava circa diecimila abitanti. L’alta mortalità infantile, frequenti epidemie e una forte emorragia migratoria verso le Americhe, frenavano la crescita demografica».
L’economia si basava sulla coltivazione di agrumi, cereali e ulivi. Ai soci della Lega dei Lavoratori della Terra venivano subaffittati alcuni terreni incolti, consentendo loro di sfamare la famiglia, spesso numerosa.
Con lo scoppio della guerra molte braccia vennero a mancare. La conseguente crisi economica e la già precaria condizione sociale portarono la popolazione alla fame.
Il Sindaco Giuseppe Millesoli fece appello ai ceti più abbienti affinché contribuissero a sostenere le famiglie dei militari in guerra. Nessuno raccolse l’appello, tranne la Lega dei Lavoratori e il Comitato Cattolico. Il Sindaco affidò dunque la gestione dei fondi pubblici a un comitato composto da persone estranea alla comunità locale (una maestra, il pretore, il funzionario di polizia, il comandante dei carabinieri).
Il Comune di Scordia, con delibera del novembre 1917, stanziò 700 lire a favore del comitato di accoglienza dei profughi delle terre del Nord Italia invase, i quali vennero accolti “con simpatia e fratellanza”. Nell’immediato dopoguerra si costituì una nuova “Cooperativa Agricola fra ex Combattenti” e vennero assegnati licenze commerciali e terreni da coltivare ai reduci, mutilati o invalidi, nonché alle vedove e agli orfani di guerra.
Scordia prestò alla nazione in guerra circa 1700 giovani e meno giovani, di cui 189 non fecero ritorno. La cittadina aderì all’invito del governo di creare un luogo delle “rimembranze” piantando un albero per ogni Caduto, si scelse l’attuale corso Garibaldi, ma delle piante oggi non è rimasto nulla.
«Resta invece alla memoria dei Caduti – si legge infine nella nota inviata dal sindaco Francesco Barchitta – una statua della Vittoria Alata e una grande lapide con incisi i nomi dei morti di tutte le guerre, onorati ogni IV novembre con una cerimonia pubblica».

Riccardo Pozzo

Nella foto: Sindaco e Giunta Municipale di Scordia

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