Neve non è solo Piemonte, sole non è solo Sardegna

Biella, 11 aprile 2013 – Ad un anno esatto dalla morte di Alessandro Sanna, i soci di Su Nuraghe commemorano l’amico, uno dei fondatori dell’Associazione dei Sardi di Biella, affidando il ricordo alla poesia.

Alessandro SannaAttobia

Unu annu ch’est passadu
e in su coro su disizzu de ti podere faeddare
de medas cosas chi umpare amos vivìdu
a su Circulu sardu de Biella.
Attobia,
gai nos naras torra unu fattu de istoria.

Luisi Melis

Nel primo anniversario, alcuni soci hanno scritto brevi composizioni poetiche, altri hanno tratto dalla loro libreria il volume di poesie di Alessandro Sanna, pubblicate dal Circolo nel 1997 nella collana “Ammentos“, nei cui componimenti evidenti risaltano le caratteristiche dell’autore: Alessandro amava con identico amore le terre delle sue origini: Veneto, Piemonte e Sardegna; ai nonni sardi Giovannina e Gianuario, a Virginia, biellese e a Gaetano, veneto, aveva voluto dedicare le sue opere affidate alla stampa.
Già nel titolo della raccolta, “Terra di neve, Terra di sole“, indica due condizioni non solo climatiche della vita: può nevicare dappertutto ma in certi luoghi di più, il sole brilla ovunque ma in certi luoghi di più, vi sono terre nelle quali è protagonista.
La separazione netta dei due stati non esiste, le sfumature possono essere innumerevoli come le condizioni della vita, diverse ogni mattino e ogni sera. In Piemonte nevica di più, in Sardegna c’è più sole, ma i pensieri, le notazioni si compenetrano scambievolmente.Continua a leggere →

“Viaggio in Sardegna”, mostra fotografica ad Haifa, Israele

LocandinaLa terra dove Venerdì si dice “Chenapura”, la terra dove tutte le feste si dicono “Pasca”, la terra che da sempre ha accolto gli Ebrei, già prima delle grandi cacciate dell’Imperatore Tiberio e di Isabella di Castiglia, incontra la Terra dei suoi “Fratelli maggiori”, secondo la felice espressione del Servo di Dio papa Giovanni Paolo II, con la mostra “Viaggio in Sardegna”, che verrà inaugurata Lunedì 22 aprile 2013, ore 19.00, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Haifa, patrocinata dall’Ambasciata Italiana di Tel Aviv; la Camera di Commercio e Industria Israel-Italia; la Camera di Commercio di Cagliari, Centro Servizi per le Imprese; La Camera di Commercio di Oristano; l’A.S.P.E.N., Azienda Speciale della Camera di Commercio Industria Agricoltura Artigianato di Nuoro.
In Sardegna bastano quattrocento cognomi di origine biblica (1/5 dei cognomi sardi) a confermare una presenza iniziata almeno ai tempi di Salomone, allorché gli Ebrei di Dan e del regno secessionista d’Israele viaggiarono nel Mediterraneo assieme ai Fenici, arrivando in Sardegna. Successiva è la deportazione da Roma di 4000 Ebrei fatto da Tiberius nel 19 e.v. Con l’avvio del Cristianesimo (VI sec. e.v.) gli Ebrei dell’Isola, perseguitati come cristofoni, furono lentamente annientati. Oggi ne rinveniamo le tracce nei cognomi, in alcuni toponimi, in vari nomi comuni, in parecchi termini infamanti, in qualche reperto archeologico, in nove nomi di pani o dolci.
I pani sardi conservano nomi arcaici, legati ai momenti sociali e religiosi che ne determinarono la confezione. Ma la cantonalizzazione dell’isola creata per tutto il Medioevo e nell’Età moderna ha portato scompiglio semantico: tanti pani uguali con nomi diversi, tanti pani diversi con nomi uguali. Sui 300 nomi antichi, prevale comunque il nome còcco, coccòi, cocòne, dato a qualche pane comune, specialmente alle paste-dure, nonché agli elaboratissimi pani della festa.Continua a leggere →

Da Biella a Trino, un’intensa esperienza di spettacolo e cultura

antica sinagoga di Trino
Gruppo di partecipanti ritratti davanti al retro dell'antica sinagoga di Trino, su cui è stata apposta la targa che intitola la piazza Ai quattro Martiri dei lager.

Domenica 7 aprile 2013 nel Teatro civico di Trino Vercellese, si è svolta la performance “La zona grigia” di Francesco Logoteta, con Fabio Lamanna e Marco Gallo, a cura del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella.
È stata una doppia occasione: lo “Yom ha Shoà”, Giorno del ricordo della Shoà e la recente intitolazione nei pressi dell’antica Sinagoga, della “Piazza ai Martiri dei Lager”, in ricordo di quattro Ebrei trinesi morti nei campi di sterminio nazista: Segre Ermelinda Bella, Segre Cesare Davide, Muggia Celeste Pia e Foa Giacobbe.
Il dovere di testimoniare è dovere di tutta la società civile – ha affermato Rossella Bottini Treves, presidente della Comunità Ebraica di Vercelli – e noi Ebrei abbiamo il dovere di interrogarci sul significato stesso di Memoria, sia per la nostra tradizione sia sulla percezione di ciò che ha provocato la Shoah, che non è solo commemorazione, ma intende far rivivere la nostra esperienza affinchè diventi un monito perenne contro ogni persecuzione e ogni offesa alla dignità umana rivendicando incessantemente il nostro posto e il nostro contributo alla costruzione della società civile.
Noi Ebrei siamo una piccolissima minoranza che vive nell’ambito di una società sempre più problematica e complicata. Ma rivendichiamo il nostro posto e il nostro contributo alla costruzione della società civile. Se riusciremo a tenere in vita i nostri ideali, tutte le manifestazioni offerte e sentite con affetto da chi ci ama e ci stima contribuiranno ad uscire dai confini della celebrazioni per entrare quotidianamente nel nostro patrimonio di vita vissuta con dolore, con speranza e con emozione
“.
Prima della rappresentazione di “La zona grigia“, la presidente della Comunità Ebraica di Vercelli, dopo aver letto i nomi degli Ebrei della Provincia di Vercelli morti nei lager, ha acceso i ceri che rappresentano la commemorazione e omaggio a tutte le vittime. Subito dopo, l’Inno nazionale di Israele, cantato da Baruch Lampronti di Torino e Paolo Bonato Zalman di Trino.Continua a leggere →

Un mare di attività al circolo sardo di Biella

Francobollo Bosa
Francobollo Serie tematica Il turismo, BOSA (Or).

Al Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella è sempre possibile trovare qualcuno con cui scambiare due parole, giocare a carte, fare una partita a calcetto, guardare la televisione, bere una birra insieme.
Ogni giorno, al mattino, da lunedì a giovedì è possibile passare nell’Ambulatorio Infermieristico Sardo, con accesso da via Costa di Riva, 12, per controllare lo stato di salute, misurare la pressione.
Al pomeriggio e alla sera, sono attivi alcuni corsi, di canto, teatro, filet.
Infine, chi vuole, può passare in biblioteca e scegliere tra i cinquemila volumi disponibili, particolarmente ricca la sezione riguardante la Sardegna.
Con una semplice telefonata è possibile accedere al servizio di bigliettazione per viaggi in Sardegna: verranno applicate le migliori tariffe e sconti per i nativi e per i Soci.

Nei mesi di aprile e maggio verranno proposte le seguenti iniziative:
Domenica 7 aprile, ore 16, Trino Vercellese, teatro civico, Yom ha Shoah, replica di “La zona grigia” di Francesco Logoteta, con Marco Gallo e Fabio Lamanna, testi di Primo Levi, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Vercelli, Biella, Novara, V.C.O. Intitolazione della piazza a 4 deportati di Trino; visita alla ex Sinagoga, (Info: 01534638).Continua a leggere →

Matrimonio in Sardegna tra pane, dolci, auguri, benedizione e scherzi

LocandinaSabato 13 aprile 2013, ore 21, a Biella, nelle sale del Punto Cagliari, nuovo appuntamento di “Su Nuraghe Film“, lezioni di cinema “per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore” – ingresso libero.
In cartellone, “Descrizione di un matrimonio“, opera di Gabriele Palmieri. La pellicola, della durata di 78 minuti, è stata messa a disposizione dall’I.S.R.E, l’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Regione Autonoma della Sardegna.
La serata verrà presenta da Ginevra Foglia Balmet Modesto, sarda di terza generazione, nata a Pavia, presente nelle attività del Circolo fin da quando era bambina.
Il film è stato girato in sei giorni, nel periodo cioè che ha immediatamente preceduto e seguito la celebrazione delle nozze tra due giovani di Orosei, paese della Sardegna centro orientale, che si sono svolte nell’ultima domenica del maggio 1986.
Le riprese hanno documentato in modo puntuale e rigoroso azioni, persone e cose, viste e sentite giorno dopo giorno, durante i riti del matrimonio. Il documentario si articola in due parti, la prima, più ampia, dedicata ai preparativi della festa, a loro volta divise in brevi capitoli, ciascuno dei quali preceduto da un titolo che ne sintetizza il contenuto. Ognuno di essi presenta un momento della lunga serie di episodi che caratterizzano il matrimonio (la preparazione del pane e dei dolci, i pranzi, lo scambio dei regali, gli auguri, la “benedizione”, lo “scherzo”, ecc.). I protagonisti e gli attori del documentario, ognuno autonomo ma legato agli altri da un preciso legame derivante dal rito di passaggio, rivelano con semplicità le finalità socio-antropologiche dell’opera.Continua a leggere →