La zona grigia, il dovere di ricordare e tramandare memoria

LocandinaVenerdì 8 novembre, alle ore 21.15, al Teatro “Don Minzoni”, a Biella – Nel gennaio di quest’anno il Circolo Su Nuraghe, per la Giornata della Memoria allestì il bellissimo spettacolo di Francesco Logoteta, “La zona grigia”, con grandissimo successo. Questa settimana esso viene replicato su iniziativa della Chiesa Valdese, al Teatro Don Minzoni, venerdì 8 novembre alle ore 21,15.
La “zona grigia” è un concerto in acustico pensato come uno spettacolo teatrale per la Giornata della Memoria; canzoni di Niccolo Fabi, Carmen Consoli, Cristina Donà, Edoardo Bennato, Fabrizio De André, Roberto Vecchioni; testi di Primo Levi, Nezdad Maksumic, Mariangela Gualtieri, Etty Illesum, Leonardo Tondelli, George Bernard Shaw.
Citazioni varie di Giovanni Falcone, Indro Montanelli, dati storici estratti da testi sulla Shoa e sulla guerra.
Giorni or sono le cronache ci hanno riportato alla mente, con le vicende di uno dei più noti criminali che si sono macchiati di infamia con le loro gesta, ma non è abbastanza. Dobbiamo fare in modo che la Shoa non venga dimenticata, non venga tramandata alle future generazioni come una favola, seppure tragica. Vigiliamo perché i disegni dei negazionisti non prevalgano come è loro disegno scellerato. I vari Priebke, oltre non pentirsi delle loro stragi si sono detti sempre orgogliosi d’aver fatto il loro dovere. Noi dobbiamo avere costantemente l’orrore che suscitano quei luoghi di morte che anche dei fortunati nostri Soci, nei giorni scorsi, hanno potuto vedere nel loro viaggio a Cracovia. Non stanchiamoci mai di raccontarlo ai nostri figli, ai nostri nipoti, affinché ciò non possa mai più ripetersi.
La serata sarà a sfondo benefico, ad offerta libera.
Gli autori presentano lo spettacolo.
«Mi sono avvicinato alla costruzione di uno spettacolo sulla Giornata della Memoria spinto da una profonda esigenza personale. Il fenomeno storico che abbiamo il dovere di ricordare appare unico nella storia, ma in realtà è stato solo l’esempio più lampante della natura umana e delle sue profonde contraddizioni.
Sono passati quasi 70 anni dalla liberazione di Auschwitz, eppure continuiamo a essere testimoni del perpetrarsi dell’orrore della morte ricercata sistematicamente e dell’odio razziale. Sofocle diceva: “Molte sono le cose terribili, ma nulla è più terribile dell’uomo.”
Ed è proprio da qui che nasce il mio viaggio creativo, dall’analisi sull’essere più complesso che abita il nostro pianeta. Ammetto che non è stato semplice selezionare il materiale. Ho inevitabilmente attinto dalla fonte a mio avviso più onorevole, Primo Levi, e da quella che non è solo una testimonianza, ma una profonda disamina dei vizi e delle virtù insite nell’animo umano.
Ed è esattamente questo che troverete nel mio spettacolo: racconti, riflessioni e canzoni incentrate su educazione, prevaricazione, odio e guerra; in due parole, le diverse facce della stessa medaglia, l’essere umano. Al quale mi sento di dare un’ultima possibilità di riscatto, che si manifesta nelle note di Roberto Vecchioni e nelle parole di Mariangela Gualtieri che invitano le nuove generazioni a sognare ed a credere ancora. E sullo sfondo grigio del manifesto, l’immagine di un Levi meravigliosamente sorridente».

Simona Fusetta e Francesco Logoteta

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