Il 60° della Liberazione: “Radio Sardegna”

prima voce libera dopo l’8 settembre 1943 ad annunciare la resa dei Tedeschi

In un giorno di fine inverno è morto, all’età di ottantasette anni, Jader Jacobelli, storico direttore delle “tribune elettorali” dal 1964 al 1986. Mancherà il suo equilibrio, la sua indipendenza per cui riteneva che ciascuno è in grado di formarsi un’opinione, se solo adeguatamente informato. La scomparsa di un galantuomo riguarda tutti ma in questo caso ad essere toccati sono in particolare la nostra Isola e la Terra biellese.
Jacobelli (bolognese) infatti con Fred Buscaglione (originario di Graglia), fu uno dei protagonisti di Radio Sardegna, prima voce libera subito dopo l’8 settembre 1943.
All’inizio trasmettevano da un camion impiegato per trasmissioni radiotelegrafiche militari all’interno di una grotta nel territorio di Bortigali.
Poi il sottotenente di artiglieria Jacobelli, il soldato Buscaglione ed altri trasmettevano dalle grotte di Tuvixeddu a Cagliari, dove l’emittente trova rifugio dal gennaio 1944. Prima tra le radio che nascevano nelle regioni “liberate”, sotto il controllo del Psychological War Bureau (PWB) dell’esercito americano.
Nel luglio 1944 Emilio Lussu, dai microfoni di Radio Sardegna, salutò i Sardi dopo lunghi anni d’esilio. Con loro Amerigo Gomez, ultimo direttore della radio e Armando Rossi, futuro direttore della RAI.
Radio Sardegna, battendo di venti minuti la BBC, sarà la prima ad annunciare la resa dei Tedeschi nel 1945. Ferdinando (Fred) Buscaglione vi organizza i suoi primi, mitici, Asternovas tra cui vi sono i Cagliaritani Berto e Franco Pisano, bassisti e chitarristi jazz di tutto rispetto.
Dall’ottobre 1943 al 1952, l’emittente esistette autonomamente prima di essere assorbita dalla RAI.
Poi da Cagliari vennero Biagio Agnes, altro direttore generale della RAI e Tito Stagno, il telecronista della prima discesa dell’uomo sulla luna. Jacobelli e Buscaglione già da tempo erano tornati in Continente, ognuno per la sua strada, iniziata straordinariamente su un camion in una grotta, quasi a far rivivere ai tempi nostri l’antico mito delle “domus de janas”.

Alessandro Sanna

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