“Italiani dell’Altrove – Sardi”. Lingua, cultura e valore delle diversità

Roma, Claudia Firino

Claudia Firino, assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport ha portato il saluto ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna ai suoi figli lontani – Italiani dell’Altrove – che vivono fuori dai confini regionali. “Gli Italiani dell’Altrove – Sardi”, è parte del progetto del MiBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che ha visto tra gli organizzatori BIA, Beni Immateriali e Archivistici di Milano e il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella.
Un programma intenso che attraverso la presentazione delle dodici comunità facenti capo ad altrettante Lingue storiche presenti in Italia, intende contribuire a mettere in luce la realtà storica e contemporanea delle Minoranze Linguistiche d’Italia con il loro patrimonio culturale immateriale. In particolare intende richiamare l’esperienza storica condivisa di accoglienza e integrazione, ma anche di conservazione dell’identità, senza dimenticare l’attualità del tema dell’immigrazione nel nostro Paese.
Giornate come queste – ha affermato l’assessore – sono importanti per valorizzare la nostra identità isolana. Lingua significa anche letteratura, musica, canto a tenore e cultura enogastronomica, feste e rituali anche legati alla religiosità. E oggi, grazie al grande lavoro dei circoli sardi e del MiBACT, tutto ciò viene esposto, testimoniato e rappresentato con grande competenza ed orgoglio“. “Oggi – ha continuato Firino – abbiamo avuto la testimonianza più lucida di quanti sardi, sparsi per la penisola e per il resto del mondo, sono ambasciatori della nostra identità e dei nostri valori; svolgono una preziosa funzione di conservazione e promozione delle nostre tradizioni linguistiche, letterarie e gastronomiche con cultura e passione“. “La nostra lingua deve ancora ricevere pieno riconoscimento e – ha concluso tra gli applausi – in questa direzione abbiamo orientato il nostro impegno promuovendone tra le nuove generazioni la conoscenza nelle scuole, perché la lingua sia messaggio di modernità e riconoscimento del valore delle diversità“.

Simmaco Cabiddu

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