Lingua e identità: pregare in sardo e in piemontese a Pettinengo

Pettinengo, partecipanti al Rosario cantato e recitato in lingua materna

L’ultimo mercoledì di maggio, al termine del mese mariano, gli abitanti di Canton Gurgo di Pettinengo hanno accolto nella seicentesca chiesa intitolata ai santi Grato di Aosta ed Eusebio da Cagliari una nutrita rappresentanza di Su Nuraghe per pregare assieme nelle rispettive lingue materne: momento conclusivo di un percorso di Fede e cultura.
Tutte le sere del mese di maggio, nell’antica navata sono risuonate le lodi a Maria, invocata nella variante linguistica di Pettinengo intrecciando memoria e identità: laboratorio linguistico con al centro preghiere e parole per esprimere la Fede in lingua materna, ricomponendo la frattura linguistica tra generazioni.
Il percorso virtuoso, in perfetta sintonia con il magistero di Papa Francesco, è stato inserito nell’ambito di un progetto su valorizzazione di Beni Immateriali promosso dal Circolo Culturale Sardo di Biella, sostenuto dalla Regione Piemonte e dalla Regione Autonoma della Sardegna. A Pettinengo, le poste del Rosario, recitate e cantate in sardo e in piemontese, sono state coronate dai “Gosos”, le “Lodi per Nostra Signora di Oropa”, composte in occasione delle celebrazioni eusebiane (1995), per i 1650 anni della nomina di Eusebio sulla sede vescovile di Vercelli (16 dicembre 345), la prima nel Piemonte ancora pagano. Al santo sardo si fa risalire l’introduzione del culto mariano di Oropa.
Non basta solo arrivare in un posto e occupare un territorio, – ha affermato il Papa a Lima lo scorso gennaio, rivolgendosi ai vescovi peruviani – bisogna poter suscitare processi nella vita delle persone perché la Fede metta radici e sia significativa. E a tale scopo dobbiamo parlare la lingua degli altri“.
La serata è terminata con un momento di fraternità tra squisitezze sarde e biellesi preparate dalle abili e generose donne di Gurgo e di Su Nuraghe.

Salvatorica Oppes

Nell’immagine: Pettinengo, partecipanti al Rosario cantato e recitato in lingua materna, in sardo e in piemontese

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