Rom deportati in Sardegna, caso studio dei ragazzi della scuola di Mosso

ragazzi e docenti della Scuola Media di Mosso

“Omaggio a Tavo Burat, Gustavo Buratti Zanchi” – immagini di Andrea Ciprelli – Mostra per adulti e studenti – visitabile per un anno – Info e prenotazione: Idillio, 3343452685 – Ingresso libero.

Nella pagina nazionale de La Stampa di Torino di domenica 21 ottobre (1 e 2) è stato pubblicato – con rimando nella prima pagina – un articolo a firma di Matteo Pria, dal titolo: “Ore 9, lezione di “Cold case” sulla persecuzione dei Rom”.
“Non solo lezioni di italiano, storia e matematica, ma alla media di Mosso (Biella), si va anche alla scoperta di quelli che potrebbero essere definiti dei “Cold case”, «delitti irrisolti», storie di cronaca poco conosciute finite in qualche vecchio scatolone” – scrive il cronista del quotidiano di Torino.
I ragazzi della scuola Media di Mosso, saliti alle cronache internazionali con il progetto: “Non si s-Buedelli l’Italia”, per aver impedito con la loro azione culturale e didattica la speculazione di una perla dell’Arcipelago sardo di La Maddalena, e “dopo aver raccontato i fatti che portarono alla morte dei soldati Frank Bowes, neozelandese e Harry Miller, australiano, uccisi assieme ai partigiani a Santa Liberata di Mosso”, accendono ora “i riflettori sulla deportazione in Sardegna di zingari nell’Italia fascista degli Anni Trenta”.
La presenza in classe del professor Battista Saiu, presidente del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, ha permesso di aprire alcuni “squarci istruttivi sulla realtà delle popolazioni Rom e Sinti presenti in Italia, ricche di tradizioni, storia, arte e musica… sterminati a migliaia nei lager nazisti insieme ad Ebrei, oppositori, malati di mente, disabili, Testimoni di Geova, omosessuali”. Le “indagini” continuano: a questa prima lezione altre seguiranno. In programma la visita alla mostra “Omaggio a Gustavo Buratti Zanchi, Tavo Burat”, allestita nella chiesa dei santi Grato ed Eusebio di Pettinengo, estensione degli allestimenti del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di via Fiume, 12. “Attraverso le immagini di Andrea Ciprelli – conclude il cronista de La Stampa nel riportare le parole del presidente di Su Nuraghe – la comunità dei Sardi di Biella ha voluto rendere omaggio a Tavo Burat, strenuo difensore di minoranze linguistiche e culturali, degli ultimi della terra, che ha voluto che il suo corpo fosse avvolto nella bandiera dei Sinti”.

Simmaco Cabiddu

Nell’immagine: ragazzi e docenti della Scuola Media di Mosso

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