Migrazione femminile in un film, quando eravamo noi a partire

Sabato 18 maggio, a Biella, alle ore 21, nelle sale del “Punto Cagliari”, in via Galileo Galilei, 11, nuovo appuntamento con “Su Nuraghe Film”, lezioni di cinema per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore – ingresso libero

Maria Assunta OrrùDurante la serata verrà presentato: “Marie-Maria”, un cortometraggio sulla migrazione femminile, della durata di soli 33 minuti, realizzato nel 2010 da Nicola Contini, inserito nel progetto “Storie di emigrati sardi”, promosso dall’Assessorato del Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna, dalla F.A.S.I. (Federazione Associazioni Sarde in Italia) e dalla Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari, al fine di raccontare, attraverso il cinema documentario e di fiction, il mondo dell’emigrazione dalla Sardegna nel corso delle vicissitudini storiche fino ai giorni d’oggi.
La serata verrà presentata da Maria Assunta Orrù, sarda di seconda generazione, nata nel 1961 a Vucht, in Belgio, da Emanuele e Teresa Argiolas, di Jerzu. Prima di cinque figli, a soli otto giorni di vita la sua famiglia rientra in Sardegna, richiamata dai nonni materni preoccupati dalla lontananza dei figli e dei nipoti che si affacciano alla vita. Nel 1964, dopo la nascita in Sardegna della secondogenita, la famiglia decide di riemigrare, arrivando nel Biellese dove il padre trova casa e lavoro, come muratore e, poi, come operaio.
Assolto l’obbligo scolastico, Maria Assunta, a quindici anni, l’11 febbraio, va a lavorare “il giorno della Madonna di Lourdes”, ricorda Maria Assunta: piccola operaia presso una delle innumerevoli filature presenti a Mongrando. Successivamente lavorerà a Biella presso la ditta Blotto Baldo di via Rosselli e presso la fabbrica ex Martex, fino a raggiungere la quiescenza.
Sono e mi sento sarda, anche se, da tempo, ho messo nel cassetto il sogno di tornare alla mia terra di origine. Credo che non sarei più capace di rientrare in quel mondo che, per me, resta ancora troppo chiuso – afferma Maria Assunta con una vena di malinconia negli occhi – perché mi sentirei un po’ come imprigionata. L’Isola che ho nel cuore l’ho qui a Biella, in quell’angolo di Sardegna che è il circolo Su Nuraghe di cui sono consigliere. In Sardegna, – continua – vado ogni tanto, l’ultima volta due anni fa a ritirare l’abito tradizionale che una signora anziana di Jerzu ha confezionato per me. È il mio vestito bello, quello delle grandi occasioni, che metto per le cerimonie importanti che facciamo a Biella con i miei conterranei, lo stesso che indosserò nel mio ultimo viaggio verso un’isola ancora più lontana”.

Efisangelo Calaresu

Nell’immagine: ritratto di Maria Assunta Orrù

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.