Sport, i colori della Comunità sarda difesi da Mario Secci

Mario Secci
Mario Secci

Sordevolo, domenica 17 luglio – Le condizioni meteorologiche avverse non hanno scoraggiato i 115 atleti che, puntualissimi, si sono presentati al nastro di partenza per partecipare alla Seconda edizione della “Valle Elvo Sky Running“, gara podistica di 12 chilometri, valida quale Prova unica del Campionato provinciale individuale di Corsa in montagna.
Sotto la pioggia che a tratti diveniva più intensa e bucando le nuvole, i podisti hanno affrontato i 1.650 metri di dislivello fino a raggiungere il rifugio Coda, situato a oltre 2.300 metri di quota.
Diverse le Società Sportive rappresentate, provenienti perlopiù dal Biellese, dalla Valsesia e dalla Valle d’Aosta, con atleti di Gattinara e dell’Atletica Canavesana; numerosi e al gran completo i corridori locali del “G.S.A. Pollone”.
I colori della Comunità sarda sono stati difesi da Mario Secci, responsabile della “Sezione sportiva di Su Nuraghe di Biella”, in gara con le insegne della “A.S. Gaglianico 1974”, arrivato 38° nella classifica generale, Primo tra i “Master M4M, Fidal MM65-CP”, con un tempo di 1:59:51.
Una nuova vittoria che va a sommarsi al Primo premio assoluto conquistato sul Campo comunale di Santhià il 30 giugno u.s., con i 5.000 metri “bruciati” in soli 20 minuti e 59 secondi e ai lusinghieri risultati raggiunti all’8° Campionato provinciale su strada, svoltosi a Candelo il 29 maggio u. s., con 10 chilometri percorsi in 44 minuti e 15 secondi.
Inconfondibile tra gli atleti, Mario Secci, nativo di Triei, in Provincia di Ogliastra, veste sempre i colori rosso-blu con l’inconfondibile stemma dei “Quattro mori” e di “Su Nuraghe” di Biella, cuciti all’altezza del cuore, porta alti, anche nello sport – alle pendici delle Alpi – i segni inconfondibili della sua amata Sardegna.Continua a leggere →

Graglia, leggere i “codici” dei linguaggi simbolici e popolari

Conferenza “specialistica” del prof. Battista Saiu tratterà di Mitologia della Valle dell’Elvo – Giovedì 28 Luglio, h. 21:00, a Graglia (BI), in via del Canale, 3 – ingresso libero – cocktail per tutti

orso
L'orso totemico della tradizione europea, attestato nei nomi della flora popolare alpina e in toponimi locali, è presente nell'araldica civica del Biellese; l'animale mitico del letargo compariva anche nell'antico stemma del Comune di Graglia qui riprodotto; testimoniato a Sordevolo, riappare ciclicamente nella sacra rappresentazione della Passione di N.S. Gesù Cristo.

Figure, simboli e miti legati al mondo del “Selvatico” abitano in modo talora discreto e misterioso la quotidianità contemporanea, nutrita di una razionalità e munita di una tecnologia mai raggiunte in epoche precedenti. In un reticolato di memorie e di tradizioni si sono conservate e sono giunte a noi, uomini e donne del presente, le vestigia di antichi saperi connessi al rapporto umano con la natura e, in modo particolare, con la sfera degli animali.
La figura dell’orso, a riguardo, è baricentro di numerosi significati e suggestioni. Effigie totemica, essa testimonia il desiderio di identità e di vita, nonché il bisogno di comunità, che pervadono da sempre l’individuo umano europeo, come ben evincibile dall’osservazione dell’araldica e delle feste “rituali” de calendari popolari. L’area territoriale del Biellese, in particolare, conserva e promuove con eccezionale costanza, sia negli stemmi dei suoi enti territoriali, sia nelle manifestazioni della sua cultura locale, quali, tra tutti, il Carnevale e la sacra rappresentazione della Passione di Sordevolo, l’immagine-simbolo dell’orso. Così facendo, le genti che abitano alle pendici di Oropa ascrivono la loro realtà e la propria storia ad un contesto che denota l’esistenza di antiche e perduranti relazioni con i restanti popoli dell’Europa, in un connubio di peculiarità e di interconnessioni che dalla profonda area continentale si estende sino al bacino del Mediterraneo. Gli studi antropologici, nella specie, hanno evidenziato come la simbologia dell’orso trovi un suo ripetersi in varie e – talora quasi inaspettatamente – in distanti e “separate” zone del Vecchio Continente, come le grandi Isole. Scoperte inattese, queste, ma solo in apparenza, in quanto i paradigmi della cultura popolare si muovono nel tempo, come tutti gli archetipi, lungo le vie, talora “sotterranee”, dei rapporti e degli intenti umani.Continua a leggere →

A Biella come se mi trovassi ancora nella “mia Isola”

Ho vissuto in Sardegna per soli 4 anni della mia vita – grazie ai soci e alla direzione di Su Nuraghe, impartisco lezioni di Ballo Sardo – non mi sono passati inosservati gli argomenti relativi alla creazione dei cosiddetti “circoli virtuali

Giovanni Chergia
Giovanni Chergia.

Salludusu a tottusu. Il mio nome è “Zuanne“, Giovanni, e sono nato dall’amore tra un giovane Carabiniere sardo ed una tenera operaia biellese, a Borgosesia (VC), 26 anni or sono. Posso dire che molti, tra amici, conoscenti e, persino, parenti, rimangono stupiti quando, nel parlare con me, vengono a conoscenza del fatto che ho vissuto in Sardegna per soli 4 anni della mia vita. Ciononostante parlo discretamente il Sardo, quella che sento essere la mia Lingua, canto le nostre canzoni ed insegno le danze della tradizione isolana al Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella di cui faccio orgogliosamente parte.
Dopo un’infanzia passata tra le vigne del novarese, all’età di 14 anni con la mia famiglia mi trasferii in un piccolo paesino del Campidano, Solarussa, “sa idda de sa Vernaccia“, dove ho continuato il mio iter scolastico e, soprattutto, culturale, iniziando a frequentare il Gruppo Folk del mio paese. Terminati gli studi, dopo aver lavorato nelle campagne isolane per diverso tempo, senza riuscire a trovare un lavoro stabile e consolidato, ho deciso di raggiungere il Piemonte, quella che, effettivamente, devo riconoscere come la mia terra nativa, pur, mio malgrado, ritenendola diversa da quella cui appartiene il mio essere, ossia quella che ormai era diventata la mia Madre Terra, la mia Sardegna. Sono arrivato, così, ai piedi delle Alpi Biellesi, ad inverno inoltrato e, vi assicuro che non ricordavo che la stagione fosse così fredda e, ancora pru friusu candu penzasa a babbu ponende sa linna a su fogu e fradi tou in pari cun mamma preparendi sa mesa po pappai tuttusu in pari, un calore inestimabile. In queste circostanze quante volte ho sentito la nostalgia di casa, del profumo della nostra campagna che mi svegliava la mattina, dei colori dei nostri costumi, delle nostre feste e delle nostre tradizioni!!! Ogni giorno mi sono chiesto sempre più cosa ci facessi veramente qui a Biella!!! Fino a quando vi ho ritrovato “un angolo di Sardegna“.Continua a leggere →

Il meglio dell’arte culinaria isolana alla festa di Pettinengo

Immagini della festa nella sezione Fotografias.

festa patronale di Pettinengo
Volontari della festa patronale di Pettinengo ritratti con i cucinieri di Su Nuraghe e il sindaco Vincenzo Amoruso.

Domenica 17 luglio, dopo la funzione religiosa, sotto appositi tendoni allestiti sul piazzale della chiesa parrocchiale di Pettinengo, è stato servito il pranzo sardo, l’atteso momento conviviale della festa patronale di San Giacomo. Per l’occasione, i migliori spiedi di Su Nuraghe hanno offerto il meglio dell’arte culinaria isolana, ricevendo il plauso da parte dei commensali.
L’iniziativa, organizzata dalla locale Pro Loco e patrocinata dal Comune di Pettinengo, ha coinvolto moltissimi giovani e giovanissimi del paese, coordinati dagli Amministratori, con il Sindaco Vincenzo Amoruso in testa che, smessa la fascia tricolore al termine dei momenti istituzionali, aiutava i collaboratori per il buon funzionamento della festa.
Nonostante la pioggia battente e le temperature particolarmente basse, l’atteso incontro si è svolto serenamente, all’insegna dei sapori della tradizione, in amicizia e in allegria.
Il parroco don Ferdinando Gallu, deposta la talare, accoglieva gli invitati, offrendo dalla sua cantina bottiglie di cannonau e vernaccia di Sardegna.Continua a leggere →

Tradizioni sarde a Biella, “20 spiedi diritti” a incoronare il fuoco

Immagini della festa nella sezione Fotografias.

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Sagliano Micca, gli spiedi diritti di Juanne Santoru, Franziscu Flore, Franziscu Manca, Salvadore e Lucianu Piredda.

Anche l’edizione 2011 di “Incontri sui portoni”, svoltasi sabato 16 luglio a Sagliano Micca, ha visto la partecipazione della Sardegna con la spettacolare cottura “a spiedi diritti” e a fuoco indiretto, in uso nelle Barbagie e presso le popolazioni delle montagne sarde.
Specialisti di questa particolare tecnica, un gruppo di giovani Isolani residenti nel Biellese, colleghi ed amici di Alessandro Salaris di Suni (Oristano), agente di polizia penitenziaria tragicamente scomparso nel 1997, al quale è stata intitolata la caserma della Casa Circondariale di Biella. Fu proprio su proposta di Alessandro, residente a Sagliano Micca, che per la prima volta i Sardi parteciparono alla festa del paese; così, attraverso la continua presenza alla festa, gli amici di oggi, tengono fede all’impegno di ieri.
Pertanto, da tre lustri circa, è possibile assistere nel paese natale di Pietro Micca, cuore della “biellesità”, alla messa in scena di una tradizione culinaria arcaica, arrivata ai piedi delle alpi attraverso i Sardi contemporanei, risalente a circa 350.000 anni fa, alla scoperta del fuoco e alle prime tecniche di cottura del cibo.
Nel Biellese, nel tempo presente, gli spiedi di ferro hanno sostituito quelli in legno di olivastro o di altre essenze dure ed aromatiche, per altro ancora in uso in certe preparazioni domestiche.Continua a leggere →