“Chie at tempus no ispetet tempus”/ “Chi ha tempo non aspetti tempo”

descrizioneDìcios e Peràula de Deus / Proverbi e Parola di Dio – immagini e nomi sardi di fiori – Laboratorio   linguistico transoceanico mensile tra “Su Nuraghe” di Biella e il Circulo sardo “Antonio Segni” di La Plata (Argentina).

Presentazione del proverbio: “Chi ha tempo non aspetti tempo”.

Il tempo è un bene senza prezzo. Nessuno l’ha fatto e nessuno ne è padrone. Ma tutti, poveri e ricchi, si trovano nel tempo, ci vivono e lo lasciano. Ognuno, del suo tempo, può farne buono o cattivo uso. Questo proverbio ci dice di essere solleciti e la Parola di Dio ci dà Maria, come modello di persona sollecita.

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Finestra sulla storia nel “Calendariu 2023” di “Su Nuraghe”: agosto, Biella e Sardegna unite nella Storia

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Al centro immagini delle pietre di memoria dei Comuni italiani presenti nell’area monumentale di “Nuraghe Chervu”, sulle quali è inciso

Il mito dei Diavoli Rossi, «gli eroici figli della Sardegna»

Le imprese portate a successo dagli uomini della Brigata “Sassari” nel corso della Grande Guerra furono determinanti nel far sorgere il loro mito. L’intercettazione di un messaggio criptato delle forze austroungariche, aveva rivelato il timore del nemico nei confronti dei Sassarini, menzionandoli come “Rote Teufel” – “Diavoli Rossi” -, per via del colore rosso delle mostrine e per l’irruenza nel combattimento corpo a corpo con il coltello “a serramanico” o con la baionetta. La stessa fama di militari straordinari tributata ai soldati della Brigata “Sassari”, di «guerrieri nati», accompagnò anche i Sardi che militarono in altre formazioni dell’Esercito.

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Nei giorni scorsi è mancato a Biella Efisio Tiddia di 83 anni di Teulada

descrizioneQuarto di nove figli, seguendo l’esempio di altri fratelli costretti, loro malgrado, a lasciare la Sardegna, alla fine degli anni Cinquanta si trasferisce a Milano.

Il lavoro lo porta successivamente a Biella, dove conoscerà la conterranea Luigia (Gina) Cabras. Diventerà la sua futura moglie dalla quale avrà 2 figli, Fiorella e Stefano.

Nel 1980, si trasferisce con la famiglia a Vermogno, frazione di Zubiena. Da subito, la sua casa, immersa nel verde della Serra biellese, diventa punto di riferimento per i tanti conterranei che, qualche anno prima, avevano fondato il Circolo sardo di Biella.

Grazie alla generosa disponibilità di Efisio e della sua famiglia, i pomeriggi domenicali sempre più frequentati della grande famiglia di “Su Nuraghe”, saranno un modo di anticiparne quella che sarebbe diventata la Festa nazionale dei Sardi, “Sa Die de sa Sardigna”, promulgata nel 1993 con apposita Legge Regionale.

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Agosto 2023, una parola sarda al mese: “A” come “ARIŠTÁNIŠ”

descrizioneARIŠTÁNIŠ = IŠTARĀNIŠ – Tra i due dizionari consultati (Chicago Assyrian Dictionary, in 25 volumi, ed il mono-volume A Concise Dictionary of Akkadian), trovo che il primo, nonostante la profluvie di citazioni in oltre 4 pagine, procede cautamente nella interpretazione di Ištarāniš, mentre è il secondo ad essere preciso e deciso. Il motivo è semplice: il volume n° 7 – I/J del CAD – fu pubblicato nel 1959, mentre il CDA fu pubblicato 41 anni dopo nel 2000. E sappiamo quante menti si applichino ancora oggi, diuturnamente, a risolvere passo passo i problemi interpretativi che una lingua di così recente scoperta (l’accadico) pone tuttora. Talché – come tutti sanno – il 10% del vocabolario mesopotamico non è stato ancora tradotto.

Nella “lingua mesopotamica” sono catalogati il sumerico, l’accadico, l’assiro, il babilonese. Ištarāniš compare nel neo-babilonese, e significa letteralmente ‘alla Dea’ (una voce che segue o precede verbi d’invocazione, d’invito ad apparire, invito al soccorso). Per quei popoli la Dea per antonomasia (o Dea Mater Universalis) era Ištar. Potremmo tentare una più completa traduzione di Ištar-āni-š come ‘Ištar-paredra-di Anu’ (Anu era il Dio Sommo dell’Universo). Il suffisso –š è un marchio territoriale accadico. Quindi sarebbe ora di riappropriarsi dei numerosissimi –s o –is di cui è zeppa la Sardegna (Karali-s, Sen-is, Mara-Calagon-is, Mil-is, ecc.), che per sentito-direattribuiamo al latino, spesso a rilassatezza fonetica, spessissimo al famigerato “campidanese rustico”, inventato dal Wagner quale comodo ripostiglio di tutti i problemi che non seppe risolvere.

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La “Bottega d’Arte Varia” al Museo delle Migrazioni di Pettinengo ha reso unica una giornata speciale

descrizione“Niente di meno che un sogno”, è il titolo dello spettacolo che domenica 6 agosto è stato presentato a Pettinengo, nell’ambito delle manifestazioni organizzate dai collaboratori del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella. Altrettanto sorprendente è stato vedere la Chiesa di Canton Gurgo popolarsi di persone che, dopo il richiamo della secolare campana, hanno effettuato con la “Bottega d’Arte Varia” questo viaggio musical teatrale tra storie di migrazioni, partenze e ritorni, di attese, speranze, dolori e aspettative: sensazioni e sentimenti che accomunano da sempre gli spostamenti dell’umanità in tutti i tempi, da e per tutti i luoghi. Emozioni condivise dai presenti che hanno gratificato gli artisti con silenzi carichi di partecipazioni ed occhi lucidi e che li hanno resi parte integrante e non solo spettatori dello spettacolo stesso.

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