25 aprile, 28 aprile e 1° Maggio, bandiere a Nuraghe Chervu

Biella, Nuraghe Chervu
Biella, Nuraghe Chervu.

Sui pennoni dell’area monumentale di Nuraghe Chervu, 25 aprile, 28 aprile e 1° maggio, issate le bandiere nel giorno anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, per la Festa del Popolo sardo Sa Die de sa Sardigna e per la Festa dei Lavoratori.

Il 25 aprile 1945, Festa della Liberazione, ricorda la Resistenza, i Partigiani e gli Alleati che entrano vittoriosi nelle principali città italiane, mettendo fine al tragico periodo di lutti e rovine, dando così il via al processo di liberazione dell’Italia dall’oppressione fascista.
Il 28 aprile 1794, Festa del Popolo sardo Sa die de sa Sardigna, festa in tutto il territorio regionale, ricorda i cosiddetti “Vespri Sardi”, l’insurrezione popolare della primavera 1794 quando vennero allontanati da Cagliari il viceré Balbiano e i funzionari piemontesi a seguito del rifiuto da Torino di soddisfare le richieste ufficiali presentate dagli Stamenti, il Parlamento dell’Isola titolare del Regno di Sardegna.
Il 1° Maggio, Festa dei lavoratori, celebra ogni anno a livello mondiale l’impegno emancipatore del movimento sindacale, ricordo del sacrificio dei Martiri di Chicago: otto uomini arrestati per essere anarchici, sette di loro condannati a morte e impiccati l’11 novembre 1887 per aver organizzato l’anno precedente a Chicago scioperi rivendicando il diritto alle otto ore di lavoro.
In Europa, il Movimento sindacale ufficializza a Parigi, nel 1889, la celebrazione internazionale della Festa dei Lavoratori. In Italia, soppressa durante il fascismo, la ricorrenza venne ripristinata nel 1945.

Giovanni Usai

1 commento

  1. Cari amici, COMPLIMENTI per le bandiere del 25 e 28 aprile e del Primo maggio. Pare che le istituzioni centrali provino quasi vergogna a sventolare la bandiera! Questo mi induce ad un pensierino cattivo: ne hanno combinate tali e tante che un residuo senso di imbarazzo impedisce loro di mettersi in prima pagina! Buone feste ai Sardi ed agli Italiani tutti e, perché no?, anche oltre confine.

    Cordialmente,
    Corrado Mello Rella

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