Su Calendariu 2016, Sardi protagonisti nella Prima Guerra Mondiale

Biella, Nuraghe Chervu, inaugurazione monumento ai Caduti

Sabato 19 dicembre, ore 21, a Biella, nei saloni della biblioteca di Su Nuraghe, serata di auguri – presentazione di Su Calendariu 2016 donato in omaggio ai soci – inaugurazione mostra fotografica “I Sardi nella Grande guerra” – inizio tesseramento nuovo anno sociale – saggio di danze e balli sardi e continentali – cumbidu/rinfresco – ingresso libero

Le didascalie curate da Gianni Cilloco a corredo di Su Calendariu 2016 ripercorrono le vicende del biennio di guerra 1914-1915. Le stesse costituiscono la prima parte di un lavoro volto ad analizzare le vicende della Grande Guerra da un punto di vista prettamente isolano e che avrà seguito nei prossimi futuri due calendari del Circolo Su Nuraghe di Biella, fino al 2018, quando si celebrerà il Centenario dalla fine del primo scontro bellico globale.
La narrazione esordisce con una contestualizzazione sullo scenario generale politico, sociale ed economico agli inizi del ‘900, per poi focalizzarsi sulla relativa posizione “attendista” dell’Italia e sulla condizione disagiata e sempre “ai margini” dei Sardi. Una situazione problematica sull’Isola di portata tale da distogliere fino al 1915 «le masse popolari sarde dall’interesse sia per i fatti che avevano già portato il resto d’Europa alla guerra, sia per la scelta tra intervento e neutralità da parte dell’Italia».
Oltre che l’opinione pubblica interna, anche il mondo dell’emigrazione nazionale premeva per un ingresso italiano nel conflitto contro gli Imperi centrali. Protagonisti furono soprattutto gli Italiani presenti in Francia, i quali si raccolsero volontari intorno alla figura del nipote dell’Eroe dei Due Mondi, Giuseppe Garibaldi jr., costituendo il nucleo della futura Legione Garibaldina inquadrata nell’Armata francese. Tra gli stessi si distinsero sardi noti e di valore, quali Alberto Cannas di Ulassai, il giornalista cagliaritano Augusto Alziator ed il repubblicano Ernesto Butta di Sassari, il cui sacrificio valse «a scuotere l’Italia ufficiale dal suo torpore».
Dall’interno dei confini lo scenario politico interventista fu animato da figure come Jago Siotto, capo storico del socialismo isolano e redattore dell’Unione Sarda, ed i sindacalisti rivoluzionari operanti in Sardegna guidati da Attilio Deffenu.
In questo scenario l’Italia scese in guerra al fianco della Triplice Intesa il 24 Maggio 1915 ed i Sardi furono subito protagonisti sui fronti di battaglia con quella che a breve sarebbe diventata la celeberrima Brigata “Sassari”, distinta dall’insegna dei 4 mori inquartati nei colori della croce di S. Giorgio e dal reclutamento su base regionale. Altri Sardi si contrassegnarono pur non servendo la Patria in prima linea, quali Giovanni Garrucciu di Fluminimaggiore, capo-ufficio del cd. Ufficio I dei servizi informativi dell’Esercito. Ed ancora di più le masse isolane, in quanto, con l’inizio della Grande Guerra la Sardegna «subì la subordinazione dell’intera economia isolana a esigenze e a problemi esterni, spesso in contrasto con i bisogni e le necessità della popolazione locale», tra le denunce e le proteste pubbliche da parte di figure di spicco come il magistrato Giovanni Maria Lei-Spano.
Ma con l’ingresso nella Grande Guerra i Sardi trovarono dopo secoli di storia anche simboli ed espressioni d’identità e di unità, esprimendo un’atavica quanto costitutiva fedeltà esistenziale «pro sa Patria».

Ivan Solinas

Nell’immagine: Biella, Nuraghe Chervu, inaugurazione monumento ai Caduti sardi e ai Caduti biellesi con i soldati della “Sassari” nelle divise storiche della Prima Guerra Mondiale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.