Sardi di Biella tra storia biellese e storia sarda

Sa Die de sa Sardigna a Biella – alimentare i granai della memoria – “Abbiamo bisogno di continuare a creare granai di umanità ai quali l’uomo del presente può attingere proficuamente quando l’inverno della cultura si fa più rigido e disumano” (P. Grimaldi)

Andrea del Mastro delle Vedove
Andrea del Mastro delle Vedove, Assessore della Città di Biella, ritratto con alcuni Soci di Su Nuraghe.

Martedì 27 aprile, la Comunità dei Sardi di Biella ha celebrato l’evento di Sa die de sa Sardigna con la proiezione del filmato Sardi biellesi ad Oropa, continuità di fede e cultura, opera di Guido Re. Il documento testimonia l’attualità del messaggio eusebiano – Maria Deipara, madre di Dio – e unisce ancor più Sardi e Biellesi: esemplare esempio di possibile fraterna convivenza armonica di identità diverse.
Alla serata ha partecipato Andrea del Mastro Delle Vedove, Assessore alla Cultura della Città di Biella.
Nel portare il saluto, il Presidente di Su Nuraghe ha ringraziato il gradito ospite per aver voluto onorare con la sua presenza i Sardi e la volontà del Consiglio Regionale che istituiva la celebrazione della ricorrenza con Legge n° 44 del 1993; volontà riconfermata dalle recenti delibere di Maria Lucia Baire, Assessore della Pubblica Istruzione e dei Beni Culturali della Regione Autonoma della Sardegna (Cagliari, 13 aprile 2010).
In diverse parti dell’Isola, nella giornata odierna vengono organizzate feste e manifestazioni. Significative quelle proposte nelle sedi istituzionali dell’Istituto Superiore Etnografico della Sardegna, a Nuoro, volte a riaffermare l’identità di popolo delle genti di Sardegna, con proiezioni continuative di alcuni classici del cinema etnografico attinenti alle feste e alle attività tradizionali, elementi fondamentali dell’identità storico-sociale della Sardegna.
In questo filone si colloca l’iniziativa biellese con il dichiarato obiettivo di arricchire di nuovi frutti i granai della memoria dei Sardi residenti fuori dall’Isola. La loro storia è fortemente intrecciata con quella del territorio di adozione in cui convivono genti provenienti da diverse parti e con diversa origine.
La storia dei Sardi di Biella è storia biellese e, ad un tempo, è storia sarda.
Da oltre 1650 anni i Sardi contribuiscono alla formazione della complessa risultante identitaria locale attraverso il loro antesignano sant’Eusebio da Cagliari, introduttore del culto mariano ad Oropa e Patrono del Piemonte. I rapporti con le genti alpine si intensificano a partire dal 1720 con la dinastia Sabauda e il Principato di Piemonte, la Contea di Nizza e il Ducato di Savoia che diventano “possedimenti di Terraferma” del Regno di Sardegna. L’antico Regno sardo cambia nome il 17 marzo 1861 in Regno d’Italia da cui nasce l’attuale Repubblica Italiana.

Con le grandi migrazioni del periodo postunitario verso altri continenti, anche i Sardi approdano su terre lontane. Si stima in circa due milioni il numero dei Sardi nel mondo, a fronte di 1.600.000 residenti sull’Isola. Nei primi anni della Repubblica la migrazione del boom economico fa approdare a Biella molti isolani. La popolazione adulta biellese attuale è di 38.524 unità, di cui 17.536 i nati a Biella, compresi i 689 nati a Cossila e a Chiavazza, gli antichi Comuni inglobati nell’attuale Città. Dei 20.988 Biellesi di adozione, circa 2.400 sono Sardi residenti in città: nativi, di prima, di seconda e di terza generazione.

La traccia delle emigrazioni piemontesi si riscontra nel significativo manipolo di Biellesi che mantiene legami con la città di origine attraverso la doppia nazionalità, pur essendo nati e vivendo in alcuni stati africani, in America del Sud, specie in Argentina, negli Stati Uniti, in Australia o in alcune isole del Pacifico.

Battista Saiu

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