Caddarina sarda e “Catlina” biellese, una storia comune

Graglia, vita d'artista

“Caddarina”, nella variante della lingua sarda che si parla nel Sassarese, indica la mantide religiosa, ed è “pitzinna drappéra”, giovane sartina. Anche nella tradizione piemontese le “Caterine, o Caterinette”, sono le giovani migranti apprendiste sarte. Caterina “custin-e sëche” è la morte che si avvicina con la falce, la “ranza”, a livellare tutti i Cristiani. “A l’è pasaie la Catlin-a” si dice ancora oggi in Piemonte quando si avverte un brivido che non preannuncia niente di buono. Catlin-a è la vecchia, la véggia delle tradizioni popolari di molte valli piemontesi che, giunta alle soglie dell’esistenza terrena, sotto forma di fantoccio, viene bruciata nei falò del Carnevale o della festività di San Giovanni il 24 giugno, che corrisponde grosso modo al solstizio d’estate. Lo sposo di Catlin-a, ‘l Gipin, ha una sorta di alter ego nel gozzuto Giupin bergamasco dal costume verde bordato di rosso (mentre la maschera biellese ha i colori invertiti: abito rosso e bordi verdi) e rappresenta da sempre il carattere ostinato e cocciuto del montanaro refrattario ad ogni conversione.
Nel suo libro “L’insidia del Meriggio. il Biellese nelle sue tradizioni”, Virginia Majoli Faccio riporta sotto forma di racconto uno dei miti fondanti della “biellesità”: un montanaro scende al piano da Camandona, incontra un vecchio (il Padreterno sotto mentite spoglie) che gli chiede: «dove andate?» il montagnin gli risponde «vado al mercato» – «dite almeno se Dio vuole» – ribatte il vecchio. Il montanaro risponde «se Dio vuole o se non vuole, io vado al mercato».  Il Signore, per punirlo di tanta arroganza, lo trasforma in un rospo, un viscido babiàss, e lo scaraventa in una pozzanghera di fango. Passati 7 anni il Signore impietosito gli restituisce le fattezze umane e il suo grande ombrello rosso. Gli richiede dunque: «Dove andate?» e il montanaro: «Al mercato, se Dio vuole. E se Dio non vuole al guju l’è anco lì».
Di queste e di altre tradizioni legate alle “Caterine” in Piemonte e in Sardegna ha parlato l’antropologo Battista Saiu, presidente del circolo Su Nuraghe, durante la conferenza che ha tenuto a Graglia martedì 7 luglio scorso, davanti a una platea di appassionati uditori, nell’ambito della rassegna “Vita d’artista”, organizzata per il ventesimo anno consecutivo da Giuseppe Alfredo Campra.
La manifestazione proseguirà fino a fine luglio con molti altri interessantissimi interventi. Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie, causa Covid 19) telefonare al: 3395405600.

Michele Careddu

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