Omaggio alla memoria condivisa tra Veneto, Sardegna e Piemonte nel segno della Brigata “Sassari” e del fondatore Alessandro La Marmora
BIELLA – Sabato 19 luglio, una folta delegazione di Bersaglieri provenienti dalle sette province del Veneto ha reso omaggio ai Caduti di tutte le guerre, visitando i luoghi simbolo della memoria biellese. Un percorso intenso e sentito che ha unito idealmente Nord e Sud del Paese, nel segno della memoria condivisa e dei valori fondanti della Repubblica. A guidare i fanti piumati veneti, Antonio Bozzo, con la presenza del Col. Gabriele Vacca, comandante dell’11° Reggimento Bersaglieri di Orcenico Superiore (Pordenone), accompagnati dallo storico presidente dei Bersaglieri biellesi Giuliano Lusiani.
Il primo tributo è stato rivolto ad Alessandro La Marmora, fondatore del Corpo nel 1836, la cui tomba è custodita nella cripta della Basilica di San Sebastiano, Tempio civico della città. I Bersaglieri hanno raggiunto l’area monumentale del Nuraghe Chervu, dove si erge il maestoso monumento dedicato ai Caduti sardi e biellesi, intitolato alla Brigata “Sassari”, simbolo del coraggio e dell’identità dell’Isola nel contesto della storia italiana.
In quel luogo carico di significato, i Bersaglieri veneti hanno individuato e onorato le pietre provenienti dai loro territori d’origine – Cittadella, Oderzo, Arcade, Nervesa della Battaglia, Castagnaro e Jesolo – poste accanto alle centinaia di altre pietre donate dai Comuni italiani, che compongono il lastricato monumentale del Nuraghe Chervu, uno dei più significativi esempi di memoria inclusiva presenti in Italia.
Giunti nell’area monumentale, i Bersaglieri veneti sono stati accolti da Francesco Fosci, fiduciario del Nucleo biellese dell’Associazione Nazionale Brigata “Sassari”, e da Battista Saiu, presidente del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe”, promotore dell’iniziativa. A dare il benvenuto, un gesto delicato ma potente: le donne di “Su Nuraghe”, hanno cosparso petali di fiori sulle pietre di memoria, un tributo silenzioso e vibrante ai nomi incisi nella roccia. I petali, offerti dai florovivaisti Rosa e Alessandro Serra, hanno reso ancora più suggestivo il momento dell’alzabandiera, celebrato con solennità davanti al Nuraghe, simbolo della Sardegna eroica e laboriosa.
Il monumento, costruito in melafiro biellese – una roccia effusiva vulcanica locale studiata nel 1819 dal geologo e cartografo Alberto La Marmora, fratello del fondatore dei Bersaglieri – è stato scelto proprio per onorare l’amore che egli ebbe per la Sardegna, terra nella quale visse gran parte della sua vita, descrivendola e illustrandola in oltre cinquanta opere scientifiche. Il Nuraghe Chervu diventa così non solo segno di pietra ma luogo vivo di incontro tra storie, popoli e territori: un ponte tra isole e terraferma, tra passato e futuro.
Dall’area monumentale, la delegazione si è poi diretta nel cuore della città, presso la cripta della Basilica di San Sebastiano, dove è custodita la tomba di Alessandro La Marmora, fondatore del Corpo dei Bersaglieri, figura centrale del Risorgimento e padre di una tradizione militare che unisce rapidità d’azione, disciplina e profondo spirito patriottico. Ad accoglierli, i Frati Francescani Minori, custodi del Tempio civico, in un momento di raccoglimento e riflessione sul significato del servizio, del sacrificio e della memoria.
Un momento particolarmente sentito è stato dedicato anche al ricordo del sottotenente Giovanni Leccis (Domusnovas, 6 marzo 1921 – Tobruch, 20 giugno 1942), Medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria, al quale è intitolata la caserma di Orcenico Superiore dove ha sede l’11° Reggimento Bersaglieri. Leccis, figura esemplare di coraggio e dedizione, è un ponte simbolico tra Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Veneto, tra storia e attualità, incarnando i valori più alti dell’Esercito italiano e della tradizione bersaglieresca. Ricordarlo a Biella, nel contesto di questa visita, ha significato unire idealmente le radici sarde ai territori veneti e piemontesi nel nome della Patria comune.
La visita si è conclusa nel suggestivo Palazzo La Marmora, dimora storica della nobile famiglia, nel cuore del borgo antico del Piazzo. Qui i Bersaglieri hanno incontrato Francesco La Marmora, ultimo discendente della famiglia dei quattro generali – Alessandro, Alfonso, Alberto e Carlo Emanuele – protagonisti del Risorgimento italiano. A fare gli onori di casa anche il sindaco di Biella, Marzio Olivero, che ha sottolineato l’alto valore simbolico dell’incontro e l’importanza del legame tra memoria storica e identità civica contemporanea.
L’iniziativa – resa possibile dalla sinergia tra le istituzioni locali, l’Associazione Nazionale Bersaglieri, il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” e l’Associazione Brigata “Sassari” – si inserisce nel più ampio orizzonte del turismo culturale e delle radici, capace di attivare nuove forme di conoscenza del territorio e stimolare flussi turistici di prossimità legati alla storia familiare, ai valori patriottici e all’identità condivisa. Un esempio concreto di come la memoria possa trasformarsi in risorsa, capace di generare non solo emozione e consapevolezza, ma anche opportunità economiche e culturali, valorizzando luoghi meno noti ma carichi di significato.
A Biella, il Veneto ha lasciato un segno profondo, riaffermando la forza dell’Italia quando si riconosce unita nel ricordo, nella gratitudine e nel rispetto delle proprie radici comuni.
Simmaco Cabiddu
Allegato: mosaico di immagini della visita a Biella dei Bersaglieri veneti