Lastra di Monselice per il monumento ai Caduti di Nuraghe Chervu

descrizioneLa città di Monselice, in provincia di Padova, aderisce «con profondo coinvolgimento» al progetto del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, dedicato alla commemorazione dei caduti della Grande Guerra di tutti i Comuni italiani.

La pietra di memoria, fatta recapitare tramite corriere agli uffici del Comune di Biella, porta inciso il nome del Comune veneto e il numero 274, pari a quello dei suoi Caduti durante il conflitto del 15/18. È una lastra di riuso, recuperata nei magazzini comunali, in trachite euganea, tipica pietra da costruzione utilizzata per palazzi, piazze, monumenti e pavimentazioni di Padova, Venezia e Vicenza.

La seconda posa del lastricato monumentale ai piedi del Nuraghe Chervu, che comprende in totale circa 750 pietre, verrà inaugurata il 20 novembre prossimo, alla presenza della Brigata Sassari e di molti Sindaci dei Comuni aderenti all’iniziativa.

La Sindaca di Monselice, Giorgia Bedin, nella nota che accompagna la pietra, sottolinea la valenza educativa del monumento in via di realizzazione, che definisce privo di retorica «nella sua materiale e immediata concretezza».

Il progetto, varato ormai cinque anni fa dal Circolo culturale sardo “Su Nuraghe”, in collaborazione con la Prefettura e il Comune di Biella, non ha termini di scadenza e ha come obbiettivo raccogliere le pietre di memoria di ciascuno dei 7904 Comuni italiani, avviandosi a diventare uno tra i più “partecipati” d’Italia.

La pietra di Monselice reca il numero 274, quanti furono i soldati monselicensi che persero la vita durante il conflitto. Il numero è riportato da Annibale Mazzarolli, nella sua opera “Monselice. Notizie storiche”, pubblicata a Padova nel 1940. «Ulteriori recenti ricerche – si legge nella nota – ad opera del bibliotecario e archivista Flaviano Rossetto hanno ampliato il numero a 336, comprendendo tra le varie cause di morte anche la malattia e la prigionia. Tuttavia, essendo il dato fornito da Mazzarolli l’unico ufficiale pubblicato, si è ritenuto opportuno trasferire questo nella lastra commemorativa».

Il lastricato, conclude Bedin, sarà «uno strumento di quella memoria patria che non possiamo cancellare, ma dobbiamo trasmettere alle giovani generazioni a sostegno dei valori civili».

Riccardo Pozzo

Nell’immagine, il sindaco Giorgia Bedin con la pietra inviata a Biella 

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