Dicembre 2025, una parola sarda al mese: “M” come “MURISTÉNIS”

descrizioneRadici e semantica delle parole sarde rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico di storia e di cultura sarda a Biella

MURISTÉNIS in campidanese indica il recinto sacro attorno a una chiesa campestre; alla faccia interna del recinto s’addossano dei portici per i commercianti o persino casupole appartenenti ai novenanti che organizzano la sagra.

Poiché il termine è foneticamente simile all’it. monastèro < gr. μοναστήριον ‘dimora solitaria’, i filologi romanzi hanno assoggettato il termine sardo a quello greco-bizantino, il quale nel primo Medioevo era passato a significare il vero e proprio ‘monastero’ ossia il luogo dove convivono i monaci. Quella traduzione ha investito pure Muristénis, che è il nome sardo del paese oggi noto come Monastìr. In realtà questi due termini campidanesi sono arcaici, precristiani, ed hanno sempre indicato il témenos, ossia il recinto sacro entro cui viene edificato un tempio.

La base etimologica di muristénis, MuristénisMonastìr sta nel sumwro mur ‘vestire, vestirsi’ + assiro išteniš ‘insieme; in totale’; ištēnû ‘single’, ‘in accordo, unito’ < ištēn ‘uno’ enfatico dopo un nome o davanti a un nome; usato specialmente in matematica; è infatti il numero ‘uno’; ‘single’; ‘il primo’;ištēnâ ‘uno ciascuno, uno per uno’; a Mari (nell’alta Mesopotamia) significò ‘tutto insieme’. Il significato di murišteniš fu in origine ‘banda, rifascio unitario’, o’ ‘circolo che racchiude l’Unità’ (ossia che protegge il Dio risiedente nel tempio).

Però è possibile che il termine attuale muru ‘muro, muraglia’, pur passando per il sumero mur a indicare un “rivestimento” (di una corte, un cortile), possa ricavarsi dall’agglutinazione di sum. mu ‘crescere’ + ru ‘architettura’, col significato di ‘architettura in elevazione’, ‘struttura in elevazione’. Col che murišteniš significherebbe più semplicemente ‘muraglia unica’ o ‘muro che protegge l’Unità’.

Va da sé che il toponimo moderno Monastìr sia la corruzione di un antico Muristénis, e non è un caso che in campidanese il nome di questo paese abbia ancora l’arcaica pronuncia.

Salvatore Dedola, glottologo-semitista

Nell’immagine: l’incipit, “M”, in Giampaolo Mele (a cura di), Die ac Nocte. I Codici Liturgici di Oristano dal Giudicato di Arborea all’età spagnola (secoli XI-XVII), Cagliari: AMD Edizioni, 2009

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