Biella, visite guidate e prima produzione di miele all’Oasi delle Api

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A Biella, la Oasi delle Api “Casiddos di Nuraghe Chervu” è uno strumento di educazione ambientale con visite guidate gratuite a privati cittadini e a tutte le scuole che ne fanno richiesta (telefono Idillio: 334 345 2685).

La periodica visita all’alveare allocato presso l’Oasi delle Api ha riservato la piacevole sorpresa di una buona quantità di miele nel melario, nonostante la grave siccità che ci perseguita da mesi e che non è favorevole alla produzione di nettare da parte dei fiori. Presumiamo che si tratti di un millefiori con prevalenza di ciliegio e tarassaco ma solo l’esame microscopico dei pollini presenti lo potrà confermare o anche rivelarci la presenza di altre essenze anche perché la città di Biella ha molte aree verdi con molte piante nettarifere compresa l’area del nuraghe, ricca di flora mediterranea. Con l’occasione, grazie al Consigliere dell’Associazione Biellese Apicoltori Massimo Capellupo, sono state fatte delle riprese della visita da divulgare agli associati come lezione pratica ma anche per testimoniare che sul nostro territorio biellese le api stanno molto bene. E se vivono bene le api viviamo bene anche noi.

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“Su Nuraghe pro Ucraina”. Aiuti per terza missione da Biella

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Con lo slogan “Su Nuraghe pro Ucraina”, una nuova campagna in sostegno al popolo ucraino si aggiunge alle tante iniziative di solidarietà concreta a cui ha già dato risposta la generosità biellese, consegnando aiuti nei centri di raccolta sul confine rumeno e portandoli direttamente anche in zona di guerra.

Al ritorno in Italia, alcune famiglie, unitesi ai soccorritori, sono state accolte in comuni del nostro territorio.

Tuttavia, nell’immediato, è necessario raccogliere beni di prima necessità: pannoloni per adulti, assorbenti igienici, carta igienica, prodotti per l’igiene personale oltre ad omogeneizzati, latte in polvere, tonno, carne in scatola, cibi in busta.

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Na paròla piemontèisa al mèis: “c” come “Ca”

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Omaggio dei Sardi dell’Altrove alla terra di accoglienza, “omagià daj Sardagneuj fòra ’d Finagi”.

Nel seguente brano di prosa, opera di Michel dij Bonavé (Michele Bonavero), discepolo ed erede del grande maestro Milo Bré (Camillo Brero), troviamo la parola “ca”, che è il termine standard in piemontese per “casa”, anche se qui si tratta di una casa del tutto particolare, per metà di legno e per metà di pietra. Leggiamone la magistrale descrizione ed ubicazione:

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“Pasca chene cossolu/Pasqua senza conforto”, poesia di Tonino Mulas per il laboratorio linguistico di “Su Nuraghe”

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In tutte le epoche, di fronte al dramma della guerra la poesia pare riacquistare nuova vitalità raccontando sofferenza umana e disperazione in cerca di consolazione. In questo filone ben si inserisce “Pasca chene cossolu/Pasqua senza conforto” di Tonino Mulas di Dorgali (Nuoro), residente a Milano da una vita.

Nella mente riecheggiano versi epici: dalla terribile guerra tra Greci e Troiani raccontata nell’Iliade e quelli a noi più contemporanei di Eugenio Montale, Premio Nobel per la Letteratura (1975). Come per il “Poeta della disperazione”, anche per il Dorgalese contemporaneo la sofferenza non solo umana traspare tra le rime, divenendo universale, perché “mornit su zustu e su vile/nemos riparat cuile”, vale a dire: “muoiono il giusto e il vile/nessuno ha un ovile sicuro”.

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Il Comune di Bisaccia aderisce al progetto “Nuraghe Chervu” a memoria della Brigata “Sassari” e dei Caduti della Prima Guerra Mondiale

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Arriva dal Comune campano di Bisaccia, in Provincia di Avellino, la pietra di memoria che verrà inserita a Biella nel lastricato dell’area monumentale di “Nuraghe Chervu”. Bisaccia è un paesino in provincia di Avellino di circa 3.650 anime che ha contato 140 vittime cadute sui campi di battaglia della Grande guerra.

Il Sindaco di Bisaccia Marcello Arminio, nel nell’inviare la pietra del suo Comune alla Città di Biella, ha affermato: “Abbiamo deciso di aderire all’iniziativa “Nuraghe Chervu” a memoria della Brigata “Sassari” e dei Caduti della Prima Guerra Mondiale perché riteniamo sia fondamentale preservare la memoria dei soldati morti durante il Primo conflitto mondiale. L’idea di realizzare un’intera piazza per ricordare il sacrificio dei militari coinvolti nella Grande Guerra ci è sembrata fin da subito un’ottima iniziativa”.
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