Presepe a Maria, “donna del pane” – alla Sardegna, “terra del pane”

Un presepe dedicato a tutte le donne che faticosamente, ogni giorno “fanno il pane”; a tutti coloro che vivono la fatica della disoccupazione e precarietà; alla Sardegna, “terra del pane”; a Mamoiada, che come Betlem, piano piano, sta diventando “luogo del pane”

Presepe Mamoiada
Mamoiada (Nuoro): presepe allestito nella Chiesa di San Giuseppe, opera di Salvatorina Atzeni.

«E lo mise a dormire nella mangiatoia di una stalla». Nel giro di poche righe l’evangelista Luca ripete, tre volte, la parola “mangiatoia”. Se è vero che nella mangiatoia si mette il pasto per gli animali, non è difficile leggere in quella collocazione l’intendimento di presentare Gesù come cibo del mondo. Anzi, come pane del mondo e, accanto alla mangiatoia, come dinanzi a un tabernacolo, la fornaia di quel pane.
Maria aveva capito bene il suo ruolo fin da quando si era vista condotta dalla Provvidenza a partorire lontano dal suo paese, lì a Betlem: che vuol dire, appunto, “Casa del Pane”. Maria, portatrice di pane, dunque. E non solo di quello spirituale. Deformeremmo la sua figura se la sottraessimo alla preoccupazione umana di chi si affatica per non lasciare vuota la mensa di casa.
Sì, ella ha tribolato per il pane materiale e, qualche volta, quando non riusciva a procurarselo, avrà pianto in segreto. Gesù deve aver letto negli occhi splendidi di sua madre il tormento del pane quando manca, e l’estasi del suo aroma quando, caldo di cenere, si sbriciola sulla tovaglia in un arcipelago di croste.
Per questo c’è nel Vangelo tanto tripudio di pane, che dividendosi si moltiplica, e passando di mano in mano sazia la fame dei poveri seduti sull’erba, e trabocca nella rimanenza di dodici ceste.Continua a leggere →

Sulcis Iglesiente, ritrovare le storie delle migliaia di italiani migranti

Serate dedicate alla popolazione del Sulcis Iglesiente – Drammatiche emergenze del presente – Ricordo di tutti coloro che hanno perso la vita nelle viscere della terra – Il Teatro Sociale di Pescara approda in Sardegna con un allestimento drammaturgico intitolato “L’uomo carbone” che si ispira al tragico incidente di Marcinelle

LocandinaIglesias, 5-6-7 gennaio 2013 – Nell’agosto del 1956 nella miniera di Bois de Cazier a Marcinelle, in Belgio, si verificò un tremendo incidente sul lavoro in cui trovarono la morte 262 minatori di tantissime nazionalità. Fra questi c’erano 139 italiani, di cui 60 abruzzesi. Erano emigranti, partiti alla volta del Belgio all’indomani della ratifica dell'”Accordo Uomo-Carbone” che portava la firma di Alcide De Gasperi, capo del Governo di Unità Nazionale.
L’Accordo, firmato il 23 giugno del 1946, venne chiamato, non a caso, “Uomo-Carbone” perché in esso si stabiliva che l’Italia trasferisse 50.000 operai nelle miniere del Belgio, per sopperire alla carenza di manodopera conseguente alle ingenti perdite di vite umane causate dalla guerra, che rischiavano di compromettere la riapertura delle miniere in quella terra.
Il Belgio, come contropartita, garantiva all’Italia (da sempre povera di materie prime, indispensabili per l’industria metallurgica) almeno 2.500 tonnellate di carbone all’anno, ogni 1.000 operai inviati.
Purtroppo dietro le esigenze “istituzionali” si nascondevano veri e propri drammi umani: la miseria, la disoccupazione, l’emigrazione, l’emarginazione sociale, le condizioni di vita della manodopera italiana, il rischio altissimo di incidenti, la silicosi.
La punta massima fu raggiunta nel 1952, quando nel distretto minerario, degli oltre 119 mila operai, dei 67 mila stranieri, 48 mila 598 provenivano dall’Italia: soprattutto abruzzesi, calabresi, sardi e siciliani, veneti e friulani. In quegli anni decine sono stati gli incidenti in miniera, migliaia i morti. L’Italia ha pagato il tributo più alto: 867 gli operai italiani morti in miniera dal 1946 al 1963.Continua a leggere →

Un regalo sotto l’albero da alcuni soci di Su Nuraghe

Pozzomaggiore, comunità alloggio
Pozzomaggiore, il personale e alcuni ospiti della comunità alloggio dedicata alla SdD Edvige Carboni.

Un graditissimo, indispensabile e inaspettato regalo sotto l’albero per i tanti anziani che risiedono nella Comunità Alloggio “San Giorgio” di Pozzomaggiore: un nuovissimo lettino polifunzionale per la fisioterapia e la riabilitazione motoria, donato da alcuni soci del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” e dal Mobilificio Cau di Biella.
L’iniziativa è stata coordinata direttamente dal Presidente del Circolo Culturale, Battista Saiu, e dalla Segretaria Maria Bosincu, entrambi originari del piccolo centro del Mejlogu, che hanno dapprima preso contatti con i responsabili della struttura e successivamente si sono adoperati affinché il prezioso dono arrivasse a destinazione.
La Comunità Alloggio “San Giorgio”, inaugurata a metà dell’anno 2006, ospita nei suoi accoglienti locali decine e decine di anziani del luogo e di altri paesi della Sardegna; la struttura, che in pochi anni ha saputo ritagliarsi un ruolo importante nel settore, è dedicata alla Serva di Dio Edvige Carboni (1880 -1952), anch’essa pozzomaggiorese, per la quale si spera arrivi al più presto, da parte della Congregazione della Causa dei Santi, la tanto attesa beatificazione.
I responsabili della Comunità, nel ringraziare ancora di cuore i benefattori per il nobile gesto, ricordano che il lettino è a disposizione di tutti coloro che ne avessero necessità e fossero impossibilitati a recarsi nei centri specializzati dell’isola.Continua a leggere →

Sardi a Biella, istantanee di vita, di individui e collettività

serata di auguri
Biella, serata di Auguri, saggio di balli sardi.

Una ricca, partecipata e vivace serata si è tenuta lo scorso Sabato 15 Dicembre presso i locali del Circolo Sardo Su Nuraghe di Biella. Vari i temi e le “varietà di colori” che hanno caratterizzato l’evento, in un salone gremitissimo ed addobbato a festa, grazie alle decorazioni, all’allestimento ed all’impegno offerti con generosità da soci di varia età.
Una serata di cultura, attraverso la presentazione della mostra dedicata alle immagini di Su Calendariu 2013, nuova edizione dell’almanacco sociale realizzata attraverso gli studi del naturalista biellese Lucio Bordignon e dedicata alle farfalle che, in Sardegna e in Piemonte, possono “tornare a volare” in  siti geo-minerari oggetto di operazioni di ripristino ambientale.
Una serata di comunità, che ha visto l’apertura delle nuove iscrizioni e del rinnovo delle tessere associative. Nel segno del legame e della condivisione con la città ospitante e lungo il filone del succedersi delle generazioni, la tessera numero “uno” è stata assegnata al sindaco Donato Gentile, la tessera numero “due” al socio più giovane, Raffaele Zanella Maolu, la “tre” al presidente Battista Saiu.
Molto gradite anche l’adesione e la presenza di Nicoletta Favero, consigliere comunale di minoranza, da sempre vicina alla vita ed alle attività proposte dalla grande famiglia dei Sardi di Biella.Continua a leggere →