Immagini del convegno nella sezione Fotografias

Sabato, 24 novembre, con il titolo de «La lingua dei popoli», si è tenuto a Biella, presso la sede di Su Nuraghe, il convegno sulle lingue ancestrali. Vi hanno partecipato i rappresentanti di ben sette idiomi storici: il walser, il provenzale, il piemontese, il sardo, l’algonchino, l’urone, il cri. Come ha spiegato Sergio Maria Gilardino nella sua relazione d’apertura, tutte le lingue parlate da un popolo per centinaia, a volte migliaia di anni, sono lingue ancestrali, cioè lingue dei padri, lingue degli antenati. Che poi in tempi più recenti siano andate lentamente in disuso non vuole dire che non hanno mai avuto tutte le parole necessarie alla vita di un popolo. «Non esistono lingue superiori o lingue inferiori» ha precisato il relatore, «ma solo lingue conosciute e parlate bene e lingue conosciute e parlate meno bene». Il nucleo delle parole storiche, ha spiegato il coordinatore del grande dizionario della lingua germanica dei walser e ora di quella del provenzale alpino, consiste invariabilmente di circa 40.000 parole, non solo per nominare piante, erbe, animali, lavori, tempo, ma anche religioni, miti, tradizioni e sentimenti. I giovani d’oggi invece utilizzano un lessico di poco meno di 3.000 parole e sanno sempre meno cos’è l’ancestralità e cosa sono le tradizioni dei popoli.Continua a leggere →