Latino, sardo e italiano, «meda limbazos, sapidoria»

Via crucis a Pettinengo – venerdì 22 aprile, alle ore 20.30 – partenza dal piazzale della chiesa parrocchiale – arrivo all’oratorio di San Grato di Gurgo, gioiello architettonico salvato dai Sardi e recuperato alla Comunità di Pettinengo – distribuzione dei testi con traduzioni.

Pettinengo, Venerdì santo 2010, cantori di Su Nuraghe
Pettinengo, Venerdì santo 2010, cantori di Su Nuraghe.

Per il secondo anno consecutivo, a Pettinengo, pregheremo con canti in Limba per accompagnare la processione che rivive la passione di Gesù sulla via della croce. Verranno intonate antiche melodie di una tradizione profonda da condividere attraverso un percorso di fede e di musicalità; oltre e al di là dei significati delle parole, sonorità che rimandano al sacro: latino, italiano e sardo a formare un intreccio sempre più saldo attraverso la voce del cuore e i sentimenti dell’anima.
Bachisio Bandinu sostiene che “nella pratica di parola e di fede, italiano e sardo non vivono in contrasto, l’uno non esclude l’altro, anzi sperimentano un’interferenza e uno scambio produttivo. Pregare in sardo, pregare in italiano: due modi differenti di comunicare con Dio. C’è un differente investimento della parola nelle diverse lingue perché differenti sono le associazioni sensoriali, emozionali ma anche semantiche. Differenti esperienze psico-affettive. Viene a crearsi una relazione che trascorre liberamente da una lingua all’altra nel gioco di prestiti, di somiglianze e diversità. È stata superata la concezione sottrattiva delle lingue, quasi che l’una togliesse spazio di vita all’altra, come merci in concorrenza nel mercato.
Le lingue, se lasciate libere, vivono nella dimensione dello scambio di doni. Un proverbio sardo dice: meda limbazos, sapidoria. Nel vivere l’esperienza bilingue sardo-italiano avviene un gioco di interferenze di scambi, una connessione di differenti livelli di affettività legata ai due codici e alla concreta esperienza in ciascuna delle due lingue”.
“Anche nella parlata comune – continua Bandinu – avviene un inserimento di parole italiane nei discorsi in limba e di frasi sarde nel discorso italiano, ma non nel senso di un ibrido confusivo bensì nel gioco di scelte affettive e cognitive che testimoniano la profonda relazione tra le due lingue. È un fenomeno che conferma l’interrelazione, ne sottolinea lo scambio di arricchimento reciproco”.
Tra una preghiera in sardo e una in italiano si frappone un tratto intermedio, ciò che li separa e ciò che li unisce. Questo tramite gode il contributo di entrambe le preghiere: spazio creativo di sentimenti e di meditazione che è più della somma dei due universi linguistici. Entrambi producono un plusvalore di fede.Tra le due lingue, anche a differenza di potenziale, si crea un circuito di relazioni che non si riduce solo a un puro e semplice processo di traduzione”.
Bachisio Bandinu afferma che “un’esperienza bilingue anche nella pratica religiosa si pone come arricchimento spirituale: si stabilisce un processo di connessioni profonde tra i due codici linguistici determinando un complesso sistema di relazioni, non solo lessicale e semantica ma anche a livello più intimo di circuiti emotivi e affettivi. In realtà avviene una costante e dinamica rielaborazione, frammenti di tracce del passato si legano a emozioni presenti nell’unità esperienziale di vita religiosa della persona e della comunità. Questa ritualità e verbalità di tradizione e modernità vengono vissute secondo una contaminazione produttiva e arricchente anche da parte dei giovani che, avvertendo risonanze ereditate e loro conquiste attuali, diventano artefici del rinnovamento”.

Angelo Cau

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