Le lingue minori in Piemonte in un libro edito da Su Nuraghe

copertina testoVenerdì 23 novembre, alle ore 21, a Biella, nelle sale del Punto Cagliari, in via Galileo Galilei, 11, verranno presentati gli Atti del Convegno Nazionale “la lingua sarda ieri e oggi / Sa limba sarda deris et oe. Percorsi, testimonianze, studi tra lingue romanze alpine, parlate locali e lingue non autoctone presenti in Piemonte e Valle d’Aosta“, svoltosi a Biella, un anno fa, nell’autunno del 2011.
Il volume di 240 pagine, edito a Biella nella collana “Ammentos” del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe, accoglie i contributi 30 relatori e si apre con il saluto di Benedetto XVI, a firma del Segretario di Stato di Sua Santità, Cardinale Tarcisio Bertone.
Il Convegno è stato un primo momento di incontro tra diverse realtà, realtà etniche e linguistiche, a volte arroccate in torri d’avorio. È stata un’occasione per conoscere, comprendere cosa fa uno e cosa fa l’altro, apprendendo dall’uno e dall’altro, alternando esperienze linguistiche sarde, piemontesi, Arbëreshe e della Valle d’Aosta, partendo dal sanscrito, con sguardo attento all’utilizzo della lingua materna a livello istituzionale, primo fra tutti, in ambito religioso.
Questa operazione di osmosi e di comunione è ricerca che da sempre Su Nuraghe conduce.
Ma è a Tito Orrù, Professore Emerito dell’Ateneo cagliaritano, al quale va il merito del coordinamento scientifico del Convegno – afferma Battista Saiu nell’introduzione – che siamo debitori: l’individuazione dei relatori e le attivazioni dei contatti sono frutto della sua lunga esperienza accademica e scientifica, nonché del credito di cui la sua figura umana gode non solo in ambito universitario, dentro e fuori dell’Isola.
Al prof. Tito Orrù è dovuta gran parte dell’attività scientifica del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella, a far data dal Convegno nazionale “Eusebio da Cagliari, alle sorgenti di Oropa”, svoltosi sotto la sua direzione e guida a Oropa, il 21 e 22 settembre 1996.
Al prof. Tito Orrù, improvvisamente scomparso la notte di Capodanno 2011, il ringraziamento per quanto ha saputo donarci in questi anni di grandi collaborazioni, consigliando e guidando da buon padre e maestro.
È per tentare di colmare il vuoto di affetti e di sapere da lui lasciato che dovrebbero servire, ahimé, le parole che qui si fermano: nella memoria devota della sua figura, in segno di quell’amicizia, così sarda, così nostra, con la quale, proprio Lui, ha saputo onorarci e arricchirci!

Gli Atti, qui editi, sono un tributo alla sua persona e a quanto, con la sua finezza e con la sua squisita nobiltà d’animo, ha saputo insegnarci!

Giovanni Usai


Sit, hic liber donum humanitati, animi magnitudini et scientiae eius!
Sia, questo volume, il giusto tributo alla sua umanità e alla sua grandezza d’animo e di sapere!
Custu liberu siat su zustu reconnoschimentu a sa umanidade sua e a sa mannesa de s’animu et s’isientzia sua!

Sommario

p. 6 Programma del Convegno e delle manifestazioni collegate
p. 9 Battista Saiu, Presentazione
p. 10 Benedetto XVI, Saluto e Benedizione Apostolica
p. 11 Dino Gentile, Saluto del Sindaco della Città di Biella
p. 12 Sergio Milia, Saluto della Regione Autonoma della Sardegna
p. 13 Lorenzo Leardi, Saluto della Regione Piemonte
p. 14 Gabriele Mana, Saluto della Diocesi di Biella
p. 15 Mariella Biollino, Saluto della Provincia di Biella
p. 17 Tito Orrù, Presentazione dei lavori
p. 23 Battista Saiu, Introduzione
p. 27 Antonio Gioseffi, “Le minoranze linguistiche storiche al di fuori dei territori originari: l’esperienza di Vatra Arbëreshe a dieci anni dalla L. 482/99”
p. 33 Saverio Favre, “Iniziative a tutela delle minoranze linguistiche in Valle d’Aosta”
p. 39 Cristiano Becciu, Limba sarda comuna: bandiera insieme ai gonfaloni
p. 45 Antioco Piseddu, La Chiesa e le lingue materne
p. 51 Bachisio Bandinu, Il Sardo nella liturgia
p. 55 Mario Cugusi, Lingua sarda e liturgia, l’esperienza delle novene in Sardo
p. 59 Adian Hancu Viorel, Uso della lingua Arbëreshë nella divina liturgia bizantina
p. 61 Ferdinando Gallu, Diedi anni di catechesi in Lingua sarda a Biella
p. 65 Emanuela Verzella, Lingua “instrumentum regni”: l’imposizione dell’Italiano ai Sardi nelle riforme scolastiche del Settecento
p. 71 Roberto Perinu, Il sanscrito: il paradosso della lingua perfetta della Lingua sarda
p. 75 Paolo Bullita, Il contributo del canonico Giovanni Spano alla riscoperta e all’utilizzo della Lingua sarda. Un esempio di epigrafia funeraria ottocentesca
p. 95 Paolo Bullita, Documenti e immagini
p. 145 Luciano Carta, La lingua sarda attraverso il carteggio epistolare del canonico Giovanni Spano
p. 159 Paolo Amat di San Filippo, Reminiscenze ispaniche nella parlata cagliaritana
p. 161 Gianni Cilloco, Lingua e identità. “Isole” individuali e collettive tra scelte identitarie e percorsi di memoria
p. 179 Sergio Maria Gilardino, L’Italia e il dialetto: Breve storia di un colossale fraintendimento.
p. 189 Ilva Ines Gibba, Il Piemontese, una lingua viva nelle scuole. Il caso del Biellese
p. 195 Vincenzo Demontis, Scuola locale di lingua sarda, l’esperienza di Escalaplano
p. 199 Paola Londero, La lingua madre tra saperi e affettività
p. 203 Rosella Della Marianna, La lingua materna
p. 205 Biagio Picciau, Una biblioteca per i Sardi
p. 207 Piero Pinna, Atobius-Arrexionara in limba in su circulu sardu de Biella Incontri-Chiacchierata in sardo nel circolo Su Nuraghe di Biella
p. 209 Giuseppe Onnis, Vocaboli sardi e il Latino. Breve analisi sulle caratteristiche del sardo dopo la conquista romana (238 a. C.). Come il latino è diventato lingua sarda nell’evolversi dei secoli, con peculiarità proprie rispetto alle altre lingue neolatine soprattutto per l’influenza del sostrato
p. 233 Ruggero Marchesi, La sopravvivenza della lingua e delle tradizioni popolari sarde oltre l’Isola ed oltre la sua cultura: il caso di Sa Musca Maxedda

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