«Sa Die» a Biella, «festende e ballende» guardando al presente

Voci di Su Nuraghe e Paolo Mattinelli
Voci di Su Nuraghe con Paolo Mattinelli alla tromba per l'esecuzione di Procurade de moderare.

Biella, 28 aprile 2012 – La Comunità dei Sardi ha celebrato a Biella Sa die de sa Sardigna, la Festa del Popolo sardo, che in tutta la Sardegna ricorda i cosiddetti “Vespri Sardi”, l’insurrezione popolare della primavera 1794 quanto vennero allontanati da Cagliari il viceré Balbiano e i funzionari piemontesi a seguito del rifiuto da Torino di soddisfare le richieste ufficiali presentate dagli Stamenti, il Parlamento dell’Isola titolare del Regno di Sardegna.
La mattina, alle porte della città, sui pennoni dell’area monumentale di Nuraghe Chervu, sono state issate le bandiere.
La sera, alle ore 21, nelle sale della Biblioteca Su Nuraghe, si è svolta una breve cerimonia durante la quale il presidente Battista Saiu ha ricordato i fatti del 1794, attualizzati nel tempo presente, collegandoli alla sofferenza diffusa in ampie regioni della Penisola – Piemonte compreso, Biellese in particolare – che piaga particolarmente l’economia della nostra Isola fatta di licenziamenti, mancanza di lavoro e di prospettive. Drammatica l’insidia alla pastorizia, ganglio vitale dell’economia primaria isolana, che, sempre più, appare assaltata per costringere i Sardi a fuggire dalla terra dei padri, abbandonare campagne e paesi sempre più spopolati.
Subito dopo, le Voci di Su Nuraghe hanno intonato: “S’Imnu de su Patriotu sardu conta a sos feudatarios”, meglio noto con le prime parole del ritornello: «Procurade de moderare, barones, sa tirannia», “cercate di moderare, o baroni, la tirannia”, intercalato dagli squilli di tromba di Paolo Mattinelli.
La serata è proseguita in festa, “festende e ballende”, tra saggi musicali, balli isolani e continentali, intervallati da canti estemporanei in Limba.
Infine, immancabile “su cumbidu”, il rinfresco a base di dolci preparati con bravura dalla generosità dei soci.

Salvatorica Oppes

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