Su Rosariu cantadu, fede e cultura in Limba al Cottolengo di Biella

cortile e chiesa del Cottolengo di BiellaNel mese di maggio, caratterizzato dalla diffusa devozione mariana, in molte chiese, oratori e semplici abitazioni viene recitata la corona: momento di sosta, di incontro, riflessione e condivisione tra i convenuti. Da cinque lustri la Comunità sarda di Biella partecipa con la preghiera in limba mama, lingua materna, coinvolgendo nelle melodia di su Rosariu cantadu tutti i partecipanti. Ogni volta, per facilitare la preghiera corale, vengono distribuiti fogli di navata bilingui sardo-italiano, sebbene siano ben note in italiano le parole che compongono il “Deus ti salvet Maria”, l’Ave Maria e “su Babbu nostru”, il Padre nostro in lingua sarda, conosciute anche in lingua latina.
“Visitare gli ammalati” è opera di misericordia corporale, indicata da Gesù stesso nel Vangelo (Matteo, 25); è esercizio corale di fede e cultura, in armonica oscillazione tra devozione popolare dal sapore antico e apprendimento linguistico – specie per i neofiti, non solo sardi – di termini della lingua sarda. Una sorta di lezione “sui generis” che ogni volta si rinnova con nuovi discepoli, tramandando fede e cultura, veicolate, in questo caso, dalla lingua dei Sardi.
Domenica 17 maggio, alle ore 16, dopo i Vespri, a Biella, nella chiesa del Cottolengo, un gruppo di preghiera di Su Nuraghe intonerà su Rosariu cantadu nelle melodie di Atzara e di Belvì.
L’invito è rivolto a tutti coloro che vorranno partecipare, liberamente, accolti in un universo altro che ci attende, vicinissimo a noi.

Simmaco Cabiddu

Nell’immagine: cortile e chiesa del Cottolengo di Biella

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.