Corso di ballo a Su Nuraghe per imparare e tramandare cultura

Biella, corso di danze caraibiche

Tra le diverse attività che Su Nuraghe propone agli associati, particolare importanza assumono i corsi e i laboratori frequentati da coloro che vogliano approfondire specifici argomenti. Così è – per esempio – per il Corso di filet attraverso il quale si apprendono e tramandano saperi della cultura materiale; il laboratorio linguistico in “Limba mama”, Lingua materna o l’attività ludico-sportiva con gare e allenamenti settimanali dei ragazzi che partecipano al campionato di calcio a 7, organizzato sotto l’egida di A.C.S. (Attività Sportiva Confederate), Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI.
Tra gli associati al Circolo etnico, la sezione “simpatizzanti” accoglie a pieno titolo gli amici della Sardegna.
Con l’inizio del nuovo anno sociale, da un paio di settimane è stato riattivato il Corso di balli continentali nella specialità di danze caraibiche, tenuto dall’insegnante Tiziana Perazzone, frequentato da allievi maschi e femmine. Tutti i martedì, dalle ore 21 alle ore 23, i ballerini si ritrovano nelle accoglienti sale di via Galileo Galilei 11, a Biella, per trascorrere una serata serena tra amici. In calendario, tra i diversi momenti associativi organizzati dai Soci, sono stati fissati anche alcuni appuntamenti coreutici pubblici.
Prima occasione il “Carnevale degli adulti”, sabato 18 febbraio, alle ore 21, al Circolo: festa in maschera con saggio di canto, musica, danze sarde e continentali. Momenti condivisi e partecipati con distribuzione di dolci tipici del Carnevale isolano preparati e offerti dai soci, premiazioni delle migliori maschere e occasione propizia per mostrare le abilità apprese durante gli esercizi settimanali guidati da Tiziana.
Info e iscrizioni al Corso di danze caraibiche: 3337739450.

Eulalia Galanu

Nell’immagine: partecipanti al Corso di danze caraibiche con al centro l’istruttrice Tiziana Perazzone.

1 commento

  1. Sono perfettamente d’accordo, il ballo è una delle espressioni più arcaiche dell’umanità nel ballo si concentrano gioie e dolori della comunità e dell’individuo; il ballo rappresenta coreograficamente la spiritualità di un popolo e la sua religiosità.
    Non a caso, nel testo “Rustici e buffoni” di Piero Camporesi è ben evidenziato il fatto che nella età giullaresca, in occasione di feste, matrimoni, ricorrenze si ballava non solo nel sagrato delle chiese ma anche all’interno.
    Solo più tardi, dopo il Concilio di Trento, si iniziò una sorta di discriminazione per la cultura delle masse e in particolare per il ballo e tutti gli elementi che lo contraddistinguevano in evidente contrasto con la cultura delle “pattuglie intellettuali” guidate da componenti della Chiesa a partire dal basso, ossia dai chierici.
    Il ballo, come per tutti gli elementi e le simbologie del passato, rappresentano lo zoccolo duro, le fondamenta del nostro essere autoctoni.
    Non si può pensare ad un futuro coerente ed illuminato se non si hanno ben chiari nella propria mente tutti gli avvenimenti del passato.
    Bravi, Giovanna Elies

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