“Catlina, Catlinìn e la vèggia di Oropa”, miti universali sardi e biellesi

Martedì 7 luglio, alle ore 21, a Graglia, nel Casolare dei Campra, in via Canale, 3 – XX edizione di “Vita d’Artista” – incontri – conferenze – musica – dibattiti – proiezioni di immagini – rinfreschi – ingresso libero e gratuito – prenotazione obbligatoria, tel.: 0152593649 – 3395405600

Gepin e la veciaDa vent’anni, si rinnova a Graglia un mese di luglio ricco di eventi chiamando a raccolta studiosi e artisti di cultura locale, sindaci e parroci, medici, farmacisti e musicisti, presidi, maestri e docenti di diverse discipline, agronomi e architetti, fotografi e viaggiatori a presentare i frutti delle loro ricerche, delle loro passioni, delle loro professioni, delle loro conoscenze.
Gli appuntamenti estivi molto apprezzati, inseriti nella rassegna “Hortus Otii”, si tengono nella suggestiva cornice di “la ca’ di Celeste e di Rosa”, esempio di casa a corte caratteristica dell’architettura biellese. L’antica abitazione di famiglia è messa a disposizione dal presidente dell’Università della Terza Età, Giuseppe Alfredo Campra, psicoterapeuta originario della Valle Elvo, residente a Torino.
Durante la serata di apertura – mercoledì 1° luglio, alle ore 21 – il sindaco di Muzzano, Roberto Favario illustrerà il ricco programma fitto di incontri che animerà la vita del paese da lui amministrato.
Tra gli appuntamenti in programma, l’incontro con Battista Saiu che svilupperà il tema: “Catlina, Catlinìn e la vèggia di Oropa”. Mito universale della Catlina presente nell’universo folclorico biellese; il cui temine permane in Sardegna nella parlata sassarese associato alla mantide religiosa, risalente alla lingua di Sumeri e Assiro Babilonesi. Nel presente, Catlina viene celebrata attorno al falò torinese la vigilia della festa patronale della Natività di San Giovanni Battista (23 giugno) sulle note della “Moferrina”. Popolarmente nota come figura bivalente di vita-morte, «Catlina dal custine sëche» – “Caterina dalle costole secche”, altrimenti nota come «Catlinìn dla ranza» – “Caterinetta dalla falce”, che indica la morte. L’altra “Catlinìn” biellese e “Caḍḍarìna pitzinna drappéra” sassarese sono associate a nubili apprendiste sarte o a giovani spose insidiate come nel caso del personaggio femminile del Carnevale biellese.

Salvatorica Oppes

Nell’immagine: “Gepin e la vecia, abito portato solo di Carnevale con l’aggiunta della maschera” (illustrazione di Estella Canziani, Piedmont, London 1913).

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