Terra Amada/Terra amata, i Sardi di Biella per sa Die 2020

Martedì 26 maggio, ore 21:00, appuntamento con il Laboratorio linguistico sardo-piemontese-castigliano – collegamento transoceanico con il Circolo sardo “Antonio Segni” di la Plata (Argentina) – Tra i testi, la poesia Terra amada di Nicola Loi di Ortueri (Nuoro), scritta in occasione di Sa Die de sa Sardigna 2020.

descrizioneAmore e odio.
“Amore e odio”, come diceva Catullo, “odi et amo”: il sentimento che vorrebbe perfetta l’amata, perché per lei, e da lei, si vuole tutto; il sentimento che gioisce e teme, nello stesso tempo.
E, la nostra Terra, la nostra amata, ha tutto. Ha tutti i tesori, Lei stessa è il tesoro: feste, cibi, bellezze, eroi. Tutti doni che temiamo di poter perdere.
Quella del 28 di Aprile è la festa per la nostra Amata, quella per cui i campanili suonano, in memoria: perché la memoria conservi tutti i doni che sono la Terra.
Amata, certo, e quanto, e anche maleitta maledetta, perché l’amore soffre, patisce proprio quando Lei promette, offre, dona tutto ciò che ha; e, nel contempo, lo nega, lo rifiuta, se ne ritrae o così sembra fare al nostro cuore fragile e timoroso di perdere tanto dono.
Nel cuore, dove Lei abita, la Festa è il luogo sereno e pacificato, ove tutte le lotte, tutti i timori, tutte le inquietudini cessano e si dissolvono. Lì c’è la gioia ininterrotta dell’amore sereno.
Però, nel cuore, proprio lì, proprio in quel profondo dove a nessuno è dato di entrare, lì c’è un giardino di rose: e di spine. Che fare? Nel regno dei sentimenti, la ragione non vale. Non vale invocare la concretezza del buon senso; a nulla vale odiare l’Amata – per le troppe spine che temiamo ci dia; odiandola e amandola, la facciamo esistere e, con Lei, esistiamo anche noi, noi che, senza di lei, non siamo che nulla. Solo se Lei, l’Amata, esiste, esistiamo noi.
Questo è il monito che il Poeta trae dalla Terra e rivolge a chi la ama. Perché la Terra, nel giorno della Festa, non è più solo l’Amata che ci dà vita e a cui diamo vita. In quel giorno, nel suo giorno, la Terra è la Madre che tutto dona, che ci dona la vita, che è la nostra vita: quella vita fatta per gente fiera e degna, degna dei grandi nomi che sono il nostro passato. Quel passato di cui siamo fieri, ma di cui dobbiamo essere degni: che amiamo e che temiamo, nell’ansia di non esserne all’altezza.
Senza fierezza e senza dignità – ben coglie chi siamo, il Poeta – non c’è nemmeno amore – e nemmeno il dolce amato odio.
Restano solo l’aridità e la tristezza dell’odio violento e cieco, cocciuto e stupido: non è, questo, per gente fiera e degna. La gente vera ha un solo cuore e un solo ricordo: lì, nel profondo dell’animo, si ricompone il patto con la Madre, l’alleanza in cui si stempera l’ambivalenza del sentimento: nella pace dell’intimo insondabile, lì dove si dispiega quella dolcezza infinita che tutto appaga e che tutto pacifica; e lì, nel profondo, la Terra vive: e per questo è Terra Amata.

Pietro R. Borenu


Terra amada

Cun totu custas bestias berveghinas,
Casu faghimus a totu su mundu,
Rujolos, seadas, casadinas,
Totu sas festas sunt fatas a bundu.

Casu martzu cun pane carasau,
Butariga, vernatza e malvasia,
Nascu, cun nieddera e cannonau,
Custos sunt frutos de sa terra mia.

La festamus su vint’otto de abrile,
Cun totu custos frutos e s’istoria.
Tochet a festa dogni campanile,
Totus ammenten cudd’antiga gloria.

Una terra chi est semper in sedda,
E de fiores mustrat una mata.
Emiliu Lussu e Gratzia Deledda,
Antoni Gramsci, Bustianu Sata.

Eleonora, s’antiga reina,
Chi at lassadu sa Carta de Logu.
Nos at difesu in mont’e in marina,
Dae cuddos chi ‘atian solu fogu.

Terra chi dae semper ses sa tita,
Pro chi famida ses semper latosa.
Terra de paghe, terra maleitta,
De amistade semper disizosa.

Terra chi ses pro vida in s’intragna,
Terra ses su piantu de chi est fora.
Terra de mare e birde campagna,
Posimos mannos as in sinu ancora.

Terra chi de amore dispensera [,]
Ses che perla in mare istuzada.
Ses tostorruda, forte e fiera,
Chi torras a su ciafu s’istocada.

Ma ti tenimus che giardinu ‘e rosas,
E connoschimus sas ispinas puru.
As de laore campuras undosas,
Sas dispenseras de trigu maduru.

Dedicare cheria custu cantu,
A chie festat oe sa Sardigna.
Che mama bona est lead’a bantu,
Pro custa zente fiera e digna.

Nigolau Loi, 28 de abrile 2020

Terra amata

Con tutte queste pecore,
Formaggio facciamo a tutto il mondo,
“Rujolos, seadas, casadinas”,
Tutte le feste sono fatte in abbondanza.

Formaggio “martzu” con pane carasau,
Bottarga, vernaccia e malvasia.
Nasco, con (vino) nieddera e cannonau,
Questi sono frutti della terra mia.

La festeggiamo il ventotto aprile,
Con tutti questi frutti e la storia.
Suoni a festa ogni campanile,
Tutti ricordino quell’antica gloria.

Una terra che è sempre in sella,
E di fiori mostra una pianta,
Emilio Lussu e Grazia Deledda,
Antonio Gramsci, Sebastiano Satta.

Eleonora, l’antica regina,
Che (ci) ha lasciato la “Carta de Logu”.
Ci ha difeso in monte e in marina,
Da quelli che portavano solo fuoco.

Terra che da sempre sei il seno,
Per chi è affamato sei sempre ricca di latte,
Terra di pace, terra maledetta,
Di amicizia sempre desiderosa.

Terra che sei per la vita nelle viscere,
Terra sei il pianto di chi abita fuori.
Terra di mare e verde campagna,
Grandi tesori hai in seno ancora.

Terra che di amore dispensatrice
Sei quale perla nel mare conservata.
Sei ostinata, forte e fiera,
Che restituisci allo schiaffo la stoccata.

Ma ti teniamo come giardino di rose,
E conosciamo le pure spine.
Hai di frumento campi ondeggianti,
Le dispensatrici di grano maturo.

Dedicare volevo questo canto,
A chi festeggia oggi la Sardegna.
Come mamma buona e portata a vanto,
Per questa gente fiera e degna.

Nicola Loi, 28 aprile 2020


Nell’immagine: Chynara cardunculus L. Nome Italiano: carciofo selvatico; Nome sardo: ardu/aldu reu, gureu, gureu de sattu, cartzofa areste, cuguzza/cugudda, cartìdu biancu.

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