Lingua sarda in poesia e nuraghi verso l’UNESCO

Dualchi, nuraghe Ponte

Con la poesia “Sa vida/La vita” di Nicola Loi di Ortueri (Nuoro), riprendono gli incontri mensili del Laboratorio Linguistico “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant”, per imparare a leggere e scrivere in lingua materna contemporanea.
Due comunità di immigrati divisi dall’oceano che uniscono Europa e America Latina: i circoli sardi “Su Nuraghe” di Biella e “Antonio Segni” di La Plata (Argentina) continuano in poesia il loro percorso di “Gemellaggio tra Nuraghes” attraverso la lingua materna che parla del presente. Un progetto a regia regionale su indirizzo assessoriale di Alessandra Zedda, Assessore del Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna, che trova eco nei versi di Nicola Loi.
Il Poeta invita a superare le difficoltà perché anche se “Sa vida, a boltas, paret ispinosa / La vita, a volte, sembra spinosa”, “resta sempre il miglior fiore/ restat semper su menzus fiore”.
Poesia e immagini come la maestosa torre di “Nuraghe Basoru” di San Vito. Migliaia sono le opere millenarie che trapuntano il territorio sardo in attesa di essere riconosciute dall’Unesco quali bene culturale dell’umanità.
Dopo la pausa di gennaio, corrispondente nell’emisfero australe alla nostra estate, gli appuntamenti riprenderanno venerdì 26 febbraio 2021, alle 21:00 ora italiana, ore 17:00 dall’altra parte dell’oceano, attraverso la piattaforma di “Google Meet”.

Simmaco Cabiddu


*Sa vida*

Sa vida, a boltas, paret ispinosa,
E intendes in sinu su dolore.
Pero ammenta est comente sa rosa,
E restat semper su menzus fiore.

Mancari chi la ‘idas in pigada,
Tue de issa sebera su bonu.
Ca dae sa die chi t’est arrivada,
Seguramente est su menzus donu.

A dies a peleas e fadigas,
E che la passas murrunza-murrunza.
Mancari siant pagas sas ispigas,
Finas su pagu est bona-incunza.

Sa vida istrinat dolos e amores,
Ma tue gosa bene su segundu.
Mira sa die cun bellos colores,
Ca ti pienat s’animu profundu.

Chie amorosa giughes a costazu,
Cun risu raru dae primu manzanu.
E ti pienat cun dulche limbazu,
Est un’istrina de su Soberanu.

E sos passos chi ‘etas donzi die,
In logos chi abberu sunt ispantu.
E custos logos, nara, sunt pro chie?
Paret ch’intendas su suave cantu.

Pasidamente cando ti la vives,
E ti leas e das sa bona-paghe.
Mai de zente amiga no ti brives,
E s’unione tue a modu faghe.

Comente a totus faghes festa e times,
Ma totucantu in contu lu pones.
In cuddas oras feas no frastimes,
Sa die sonas, pintas e cumpones.

Ammenta dae macos e dae fogu,
Ne tropu atesu, ne tropu acanta.
Leadila in allegria e a giogu,
E semper rie-rie, canta-canta.

Gratzias cheria narrer’ a sa vida,
Pro custu bellu e raru giardinu.
E finas pro sa prenda pius nodìda,
Sa chi apo istudada intro ‘e sinu.

Nigolau Loi, su 18 de bennarzu 2021

La vita

La vita, a volte, sembra spinosa,
E senti nel seno il dolore.
Però ricorda è come la rosa,
E resta sempre il miglior fiore.

Anche se la vedi in salita,
Tu di essa scegli il buono.
Perché dal giorno che ti è arrivata,
Sicuramente è il miglior dono.

A giorni di lotte e di fatiche,
E la trascorri mugugna-mugugna.
Qualora siano poche le spighe,
Anche il poco è buon raccolto.

La vita porta dolori e amori,
Ma tu godi bene il secondo.
Ammira il giorno con bei colori,
Perché ti riempie l’animo profondo.

Colei che amorosa hai a fianco,
Con sorriso raro dal primo mattino.
E ti colma di dolci parole,
E’ una gratificazione del Sovrano.

E i passi che fai ogni giorno,
In luoghi che davvero sono meraviglia.
E quei luoghi, dici, sono per chi?
Pare che intenda il soave canto.

Placidamente quando te la vivi,
E ti prendi e dai la buona pace.
Mai di gente amica non ti privare,
E l’unione tu a modo fai.

Come a tutti fai festa e temi,
Ma tutto quanto il conto lo poni.
In quelle ore brutte non bestemmiare,
Il giorno suoni, dipingi e componi.

Ricorda dai matti e dal fuoco,
né troppo lontano, né troppo vicino.
Prendila in allegria e a gioco,
E sempre ridendo-ridendo, cantando-cantando.

Grazie vorrei dire alla vita,
Per questo bello e raro giardino.
E anche per il tesoro più notevole,
Quella che ho spento dentro il seno.

Nicola Loi, 18 gennaio 2021


Nell’immagine: Dualchi (Nuoro), Nuraghe “Ponte”. Sardegna, museo a cielo aperto, i nuraghi candidati a diventare patrimonio UNESCO (foto di Fabrizio BiBi Pinna).

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