Inaugurata a Tavigliano la nuova lapide in memoria di Salvatore Solinas, il Partigiano “Cuffia”

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Toccante cerimonia la mattina del 21 aprile sulla strada per la Sella di Tavigliano, a un centinaio di metri dal cimitero, per ricordare il Partigiano Cuffia con una nuova lapide e un opuscolo a lui dedicato. Nonostante la pioggia intermittente, molte più presenze del previsto, tra cui spiccano i ragazzi delle scuole elementari del paese, accompagnate dalle maestre, e un testimone vivente dei fatti, Pietro Liatti, classe 1935, che all’epoca dell’uccisione di Salvatore Solinas aveva circa la stessa età di quei bambini. «La Costituzione è il libro più bello che abbiamo». Nasce dalla Resistenza e fonda la Repubblica.

Battista Saiu, presidente del Circolo Su Nuraghe, ha aperto la manifestazione presentando l’opuscolo scritto per l’occasione a quattro mani con Luciano Guala, Riccardo Pozzo e Diego Presa, dal titolo “Salvatore Solinas – figlio di Sardegna, primo martire combattente in valle Cervo”. «La pioggia che sta cadendo ora – ha detto – è benedetta, perché contribuirà a far nascere i frutti della terra, così come è benedetto anche il sangue versato da chi ha dato la vita per la libertà. Il frutto del loro sacrificio è la democrazia in cui viviamo da 78 anni».

Al suo intervento ha fatto seguito la benedizione della nuova lapide da parte del parroco di Tavigliano.

È stata poi la volta del Sindaco del paese, Gino Mantello, che ha ringraziato tutti i presenti, tra cui il presidente dell’ANPI provinciale Gianni Chiorino, i ragazzi delle scuole, l’ex vicesindaco di Biella Diego Presa, il vicesindaco di Sagliano Luca Forgnone, il gruppo alpini di Tavigliano e quello dei “Sassarini” biellesi con il fiduciario Francesco Fosci, i rappresentanti del Circolo Sa Rundine di Bollengo – Ivrea, le Donne del grano di “Su Nuraghe” in abiti tradizionali.

A questo punto Battista Saiu ha invitato Tonina Manconi di Orani e le altre donne a benedire la lapide in memoria di “Cuffia” – questo il nome partigiano di Solinas – con i semi di frumento e la rottura del piatto, secondo l’antica usanza dell’Isola.

Luciano Guala, della sezione “Pierino Lanati ANPI Vallecervo”, ha preso dunque la parola per ricordare che proprio nel comune di Tavigliano (allora però Comune di Andorno), in una baita del Pratetto, è nata la Resistenza biellese organizzata, con la fondazione della seconda Brigata Garibaldi – Biella. Ha sottolineato inoltre come il senso più vivo del 25 aprile, stia proprio nella parola Festa, perché quel giorno del ’45 finì la guerra, e fu una Festa per tutti. «Pensate ragazzi – ha detto rivolgendosi agli alunni delle scuole medie (circa una trentina) – che cosa succederebbe ora in Ucraina se si diffondesse la notizia che la guerra è finita!»

Il Presidente di “Sa Rundine”, di Bollengo d’Ivrea, Franceso Sini, ha portato il suo saluto mettendo l’accento su come la lotta partigiana, nel Biellese e nel Canavese (ma non solo), abbia ricevuto il contributo di gente proveniente da tutta Italia, compresa la Sardegna, ma non solo: tra le nostre montagne aderirono alla Resistenza, tra gli altri anche, Neozelandesi e Australiani, come testimoniano i nomi dei partigiani Caduti scolpiti accanto a quello di Salvatore Solinas sulle lapidi di Andorno e Tavigliano.

Concludono gli interventi quello di Pietro Liatti, testimone bambino di quei fatti lontani, che indica il punto preciso del prato in cui fu ucciso Cuffia, poco sopra la lapide che lo ricorda; e quello di Riccardo Pozzo, che legge la testimonianza del partigiano “Sbaffo”, Negro Clemente, uno dei tre compagni che accompagnavano Salvatore Solinas durante quella fatale corvée di approvvigionamento in cui trovò la morte per mano tedesca in seguito a una spiata dei fascisti.

Michele Careddu

Nell’immagine, Tavigliano, un momento della cerimonia

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